NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Le carrellabili

Barche carrellabili, scivoli e gru

In questo periodo si è molto parlato (anzi scritto) dei porti verdi e degli scivoli, evidenziando in modo piu' o meno implicito il seguente sillogismo:

-Barca carrellabile uguale a: alabilita'/varabilita' da scivolo;

-Assenza di scivoli praticabili uguale a: inutilita' della barca carrellabile.

Qualcuno ha espressamente scritto, da qualche parte nei meandri del Circuito della Piccola Nautica, che "se una barca non è alabile/varabile tramite scivolo allora è trasportabile ma non carrellabile".

Il mio pensiero su questo concetto e' un po' diverso: la differenza tra carrellabile e trasportabile sta solo nelle reali difficoltà (fisiche e burocratiche) di trasporto che, a loro volta , dipendono dal mezzo a disposizione.

Se, parlando di messa in acqua tramite scivolo (e quindi differenza tra carrellabile e trasportabile) si intende la facilità e la brevità con la quale si eseguono queste operazioni, allora la risposta è una sola: la vera barca carrellabile è il gommone o la barca a motore (fino a 6mt) che, tramite rulli ed argano, in pochissimo tempo e' varabile gia' allestita e pronta per la gita in mare. Oppure, al massimo, lo è la deriva, piu' o meno pesante ma sempre meno di 300-400 kg.

La barca a vela invece, in quanto tale, deve possedere un albero che, a parte il caso della pubblicità di una nota marca di carburanti, per strada deve essere smontato e, quindi, in acqua va rimontato. Ne' si deve credere che barche tipo (tanto per fare un esempio) il Mac Gregor siano esentate da questo problema: nel bel filmato nel quale lo si vede passare sotto i ponti, vi siete chiesti dove è finito il boma, e la randa ed il lazy jack o lazy bag? E quanto tempo occorre veramente, da barca posizionata su carrello ed albero in orizzontale, a montare tutto ed essere realmente pronti per l'uscita a vela? Questo è il vero problema.

Oltretutto gli scivoli, almeno in Italia, non sono cosi ideali da permettere un facile alaggio/varo di una barca, fosse solo da 600 kg (ma attenzione poi ai pesi reali di queste barche!!).

Questa e' anche la ragione per la quale, nel mio caso e sempre solo a titolo di esempio, pur avendo un carrello basculante ed una barca a deriva integrale senza appendici sporgenti, ho comunque optato per un invaso e per la gru per il varo/alaggio ed ho investito molto del mio tempo per congegnare un sistema per il sollevamento, in modo semplice dell'albero, senza aiuti esterrni .

Ecco questo è veramente importante: di gru utilizzabili dai motoscafi e gommoni vari se ne trovano in ogni dove, e, normalmente, a prezzi neppure troppo alti (da 20 ad 80 euro a operazione) ed il tempo necessario per mettere in acqua la barca (con l'albero orizzontale sopra la coperta) non supera qualche minuto.

Quando è invece che si diventa veramente "schiavi" del gruista?

Quando quest'ultimo diventa necessario per alzare/abbassare l'albero, essendo questa operazione non necessariamente rapida e dovendola fare davanti alla sicura impazienza sia del gruista che di quelli che, a loro volta (e di solito sono sempre motoristi), stanno attendendo per il varo o l'alaggio del loro natante. L'alternativa e' di utilizzare una gru con cestello adatto per le barche a vela o addirittura un travel lift, ma, in questo caso, i costi possono aumentare anche considerevolmente, essendo tali dispositivi in genere predisposti per barche di dimensioni maggiori. Oltretutto tali gru non sono presenti nella maggior parte dei porti/rimessaggi secondari.

In estrema sintesi, direi quindi che una barca, per poter essere considerata carrellabile, nella accezione che ho dato, non deve necessariamente consentire il varo/alaggio da scivolo  anziche' da gru, quanto consentire  di poter fare questa operazione, sia pure tramite gru, in modo semplice e senza troppe preoccupazioni.

Cio'  implica anche (e vale anche per barche piccolissime), oltre ad aver risolto il problema della alberatura/disalberatura, il poter fare affidamento, accanto allo scivolo e/o alla gru, su di uno spazio decente per manovrare con il carrello e per una sosta breve (es un'ora) tale almeno da consentire la "preparazione" della barca (si pensi ad esempio alla necessità di montare il motore e/o eventuali altri accessori spostati in macchina durante il trasporto), prima del varo.

Ed il parcheggio di lunga sosta ove lasciare il carrello, dovrebbe essere o posto nelle vicinanze e raggiungibile a piedi oppure in modo relativamente semplice.

Ove ci sono queste "condizioni al contorno" (come le chiamerebbero i matematici) la movimentazioni di una barca, anche di dimensioni importanti, diventa realmente praticabile dalla maggior parte delle persone senza troppi problemi e ... questa puo' fregiarsi del titolo di carrellabile.



11/03/2009 Giuseppe Paganini
bigo12@alice.it

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