NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Vela Aurica

Vele auriche per passare sotto i ponti

Il 15 aprile, salvo problemi, Giacomo De Stefano partirà da Londra  verso Istambul, con il suo ness Yawl di nome Clodia, l'antico nome di Chioggia. Non capisco perché, ma la sua avventura mi ricorda tanto il brano della “Locomotiva” di Francesco Guccini. Forse è perché  è molto più un’impresa culturale che sportiva, anche se penso che la fatica sarà veramente tanta.

 

 

- Con “Man on the River” Giacomo vuole ridare centralità ai fiumi che attraversano l’Europa: partendo dal Tamigi, attraverserà il canale della Manica, risalirà i canali francesi fino a Strasburgo, si immetterà prima nel Reno fino a Norinberga e successivamente nel Danubio, attraversando Vienna, Bratislava e Belgrado fino a sfociare nel Mar Nero, e di lì ad Istanbul per una durata prevista di cinque mesi. Sulla scia della sua barca proverà a tracciare anche la via per un nuovo mondo, la strada per nuove opportunità economiche, una forma di turismo maggiormente rispettoso e sostenibile, dimostrando che non solo si può viaggiare con poco e rispettando la natura, ma che questa forma di turismo è immensamente più ricca di emozioni e soddisfazioni. -http://www.manontheriver.com/il-progetto/?lang=it  

 

Oggi guardavo il mio fiume. Che tristezza. La navigazione è interrotta a poche centinaia di metri dalla foce da un ponte stradale. Se si riesce a superararlo, magari con una barca come quella di Giacomo, con pescaggio minimo e alberi abbattibili in un secondo, (la foto è di Mario Volpini) si si potrebbe percorrere per due chilometri circa, fino agli altri 2 ponti; quello ferroviario e quello stradale, all’altezza dell’abitato di Cecina; ovvero fino ai ruderi della villa dei Caecina (http://www.arch.unipi.it/riceci.html). Oltre non è possibile andare a causa dei dislivelli.

Tuttavia, in questo spazio, sulla riva destra del fiume, ci sarebbe un luogo adatto alle piccole barche molto ecologiche, con albero basso o facilmente abbattibile, per passare sotto il ponte, deriva mobile e propulsione ausiliaria a remi o con motore elettrico. Un piccolo club, come si vede in questa foto trovata sul sito dedicato al Finland Raid (http://www.raidfinland.com/main.html)

 

 

Riprendendo una discussione iniziata sul Forum del Piviere, si potrebbe pensare persino a modificare l’armo velico dei  Piviere 6,14, che nella versione originale erano in grado di utilizzare una coppia di remi. Si potrebbe immaginare un albero più basso, proprio per passare sotto i ponti senza abbatterlo, così come il Gorfou, che ha dimensioni simili ed è dotato di bompresso ;

 

oppure con randa alla portoghese come il Primo vento Di Foschi:

 

 

Da meditare.

Se capitasse un vecchio piviere disalberato.......

 

 

 



30/03/2010 Alfredo Vincenti
vinceland@virgilio.it


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