NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Racconti

RACCONTI DI VITA , BARCHE E BELLE AMICIZIE

   RACCONTI DI VITA, BARCHE E BELLE AMICIZIE

 

Fresco di diploma in Elettronica … ( ero tra le prime “cavie” per questa specializzazione in tutta Italia)… ottenuto con buon successo, per la mia forte passione nel settore, figlio unico ed ancora totalmente sotto le ali di una famiglia con babbo, mamma, nonna materna che fin da piccolo mi avevano allevato con la massima cura, e adorabile nonno tendenzialmente proteso a viziarmi al massimo… l’indirizzo per il mio futuro prossimo, non poteva che essere l’Università, se non altro per seguire l’orme degli avi…

 

Senonché, venendo da un Istituto Tecnico… scelta a suo tempo già controversa, per il mio netto rifiuto di frequentare un liceo, magari classico, verso cui mi ritenevo completamente negato, amando giochi come i vari “Meccano”, “Bambino architetto” rigorosamente in legno, ma soprattutto gli “aggeggi” elettrici e la pratica “Scuola Radio Elettra”…

… Ecco, che mi ritrovai alla ricerca della facoltà  universitaria da intraprendere.

 

La decisione non fu facile, poiché in quel tempo, per accedere ai corsi universitari da un Istituto Tecnico, necessitava superare un severo esame di ammissione con ingresso a numero chiuso.

 

Ovviamente il mio desiderio era di frequentare il corso di laurea in Elettronica, ma come giustamente mi fece notare mio padre, per i 30 posti disponibili, c’erano quasi 500 domande, mentre nel corso di laurea in Matematica per i soliti 30 posti, c’erano solo circa 70 domande per cui, fatto un banale calcolo di probabilità …

…fu così che superata l’ammissione, entrai nel corso di laurea in Matematica con l’impegno, una volta dato gli esami propedeutici comuni,  di passare al corso di ingegneria Elettronica.

 

Ciononostante… facendo contento mio padre poiché seguivo le sue orme matematiche…

… non fu proprio tutto liscio, come era stato previsto …il problema nacque sin dal primo giorno, allorchè aprii quella porta per seguire la mia prima lezione a Matematica, presso la Sapienza dell’Università di Pisa …

…praticamente ero l’unico maschio in un “serraglio” di una quarantina di femmine…

 

Io, il bravo bambino, sempre stato in classi maschili con puri, ingenui giochi maschili, mi ritrovai… …parafrasando un mio noto conterraneo…in una " bolgia" oscura…che la diritta via era smarrita…

 

E fu così che nel primo anno riuscii a dare, con fatica un solo esame, con il prof. Prodi…

…. (sì proprio il fratello del noto”Prodi”)… Analisi 1….

…In compenso, con un anno di convivenza in quel pollaio, avevo imparato a conoscere bene le ragazze…e tutto il loro mondo, assolutamente nuovo, assurdo, contorto e strano per me.. molto affine all’algebra, la filosofia e la chimica…

…imparai anche quanto fosse veramente propedeutico il loro modo di pensare… tutto sommato però altamente intrigante…e…  di cui presto non ne poteii più fare a meno…

 

Anche la piccola lancia  pontata  di mio padre, che avevo a Bocca d’Arno aveva smesso di essere un giocattolo di legno, per diventare un rapido, accattivante ed innovativo arnese di conquista, di ragazzette sbarazzine, rese ormai donne dalla rivolta del 68 .

Infatti, perso il loro originale pudore, al largo dagli occhi indiscreti  su quella lancetta … oppure giunti alle spiagge del Gombo non raggiungibili a piedi…non disdegnavano l’occasione di mostrarsi …diciamo… come mamma l’aveva fatte …

 

…In seguito ho cambiato diverse barche e… tante fidanzate….

 

Il caro, grande amico Walter, proprietario del cantierino che mi ospita tuttora… ottenuto dal demanio, con una strana combinazione di permessi al limite della legalità, …e…forse oltre…

...mi ha sempre tenuto il gioco…. consigliandomi sia sulle barche, sia dandomi pareri su tutte le mie amiche che cercavo…anche… di avvicinare alla nautica…

 

…Schiantava da ridere tutte le volte che gli dicevo…questa è quella buona !!!...

…chiedendomi a sua volta…barca…o… donna ???….

 

Passavano così gli anni ed io, come con gli amori e le barche, saltavo da una facoltà all’altra …tanto che negli undici  (11) anni, che ho frequentato l’Università, ho conseguito il biennio di Matematica, di Fisica. di Ingegneria Elettronica  ed anche un discreto numero di esami del medesimo triennio,….. per concludere con un ultimo esame superato per mio piacere alla facoltà di Lettere….

… coinvolto dalle grazie di una bella moracciona, frequentatrice…(anche)… del primo anno di tale corso…

 

….Ricordo che in quel “gaudente” periodo…. il canterino …che oramai consideravo come se fosse la mia seconda casa…era ricolmo di derive tipo… Alpa… Fly Junior  …Esse…o Flying Dutchman…Vaurien…etcc.. etcc..

 

…Un giorno si presentò uno strano tipo, anziano…alto, allampanato, dalle maniere educate ed eleganti, con pizzetto e barbetta bianca, che ci chiese di poter portare al pontile, un cabinatino a vela che aveva progettato e costruito nel giardino di casa sua da quando era andato in pensione…

….era il dott. Pera….non Pera come il frutto… ma Pèra con la “e” aperta…

 

Fu la novità del cantiere …era una simpatica barchetta a vela in compensato marino, non più lunga di 5 m con bordo libero piuttosto alto,  chiglia fissa, due cuccette, piccolo bompresso  e piccolo pozzetto, dove aveva rinviato tutte le manovre, compreso quelle del modesto fiocco bomato …

 

Subito lo prendemmo in  grande simpatia, era  un vero signore, affezionato moltissimo al suo barchino, un vero puro velista, aveva disdegnato anche l’istallazione di un benché minimo motore.

 

 A volte lo vedevamo allontanarsi dal pontile con la sua pagaia e, in assoluta mancanza di vento, si dirigeva verso la mezzeria dell’Arno, dove si lasciava trasportare dalla corrente del fiume fino alla foce ed oltre in cerca delle prime brezze…

 

…E  quante volte lo abbiamo visto rientrare, facendo infiniti bordi tra le sponde dell’Arno, con il vento di terra e la corrente contro !!!

 

…. Lo avevamo soprannominato  “Cicister” come il noto Sir Francis…

....per la sua meticolosa abnegazione nautica…non tralasciava giorno senza la sua navigatina…

….E tutti lo conoscevano con tale soprannome…

 

…Ricordo che Walter aveva potuto ospitarlo in banchina poiché la barca che era al suo posto era miseramente affondata dietro ogni nostra previsione…Era quella del Banti…

 

…Povero… simpatico… Banti….

…Mel’ero scordato e mi è tornato alla mente proprio ora mentre scrivo di lui….

 

…Era un tipo piccoletto, sornione , ma come si dice,  massiccio , tutto nervi e muscoli,   simpaticissimo…

……sempre sorridente con la battuta pronta…

...aveva in via Pietrasantina  alle porte di Pisa un fondo, dove ufficialmente riparava le biciclette…

….ma in realtà faceva un po’ di tutto …

 

..La sua grande passione era la caccia di frodo…Nella Tenuta Presidenziale di S. Rossore, di là d’Arno…Irraggiungibile via terra !!!

 

Affermava che non si riteneva da meno del Presidente della Repubblica …

…. non trovava giusto non poter cacciare di tanto in tanto un cervo od un cinghiale,  che abbondavano nella Tenuta…

…e non per questo…la fauna locale sarebbe andata in estinzione…non lo faceva mica tutti i giorni !

 

…senza contare ..la goduria…che gli procurava questo tipo di caccia !!!

 

…Pensate, ogni tanto, clima e Arno permettendo,  con una specie di muta attraversava verso sera l’Arno a nuoto con il suo fucilone ben impacchettato perché non si bagnasse e una bombola con uno “scorcio”di gas, che usava come salvagente all’andata, che poi dopo aver ammazzato il cinghiale usava con un tubo di gomma per “gonfiare”…immaginate voi da dove… il malcapitato cinghiale con il gas residuo…ritappandolo con uno zipolo di legno preparato all’uopo….che… così ben gonfio… navigava perfettamente per un rientro dall’altra sponda senza fatica !!!

 

….Divertendoci ai suoi racconti, gli consigliavamo, una volta giunto alla macchina ( la classica topolino giardinetta) di stappare il cinghiale e sgonfiarlo accuratamente visto che aveva anche l’abitudine di fumare il suo immancabile sigaro toscano… poiché col gas c’era poco da scherzare…

 

La barca che aveva era di ferro una specie di vasca costruita con lamiere recuperate alle Ferrovie dello Stato, tutta saldata ad arte e… a suo modo anche carina, tipo gozzo a fondo piatto a spigolo, di circa 4 m, con sotto due pattini per tutta la lunghezza …diceva lui… antirollio e per la stabilità in terra e sotto vela…

 

Quando gli dissi che avevo la possibilità di recuperare di regalo un vecchio motore marino non stava più nella pelle…

 

Ricordo andammo fino a Pietrasanta con la sua giardinetta  a prenderlo …

…Si trattava di un vecchio motore Mascheroni monocilindrico da 8 cavalli raffreddato ad aria, onestamente non molto ingombrante, tranne che per quel volano esterno che pesava come un demonio !!!

 

Se ne innamorò subito…tanto che lo vedeva gia istallato nella sua barchetta….

 

Alcuni giorni dopo andai a trovarlo alla sua officina insieme a Walter per vedere come andava col motore …..

…e lì ci raccontò cosa gli era successo …

…L’aveva revisionato “alla meglio” ciononostante, al primo colpo gli era andato in moto…

…non solo, ma con le prime vibrazioni era sceso dall’esiguo appoggio dove era malamente fissato e aveva cominciato a saltellare come un canguro impazzito per tutta l’officina distruggendo con quel  grosso volano tutto quello che trovava, compreso alcune bici di clienti che aveva in riparazione …

…e non c’era modo di fermarlo tanto era imprevedibile nei suoi salti…

 

…Vi giuro, noi al suo racconto ci sbellicavamo dalle risate, il colmo fu poi quando ci disse che saltellando saltellando verso la porta, era uscito nell’aia che aveva dietro l’officina,  spaventando tutti i polli e le anatre,  mentre il suo cane da caccia  “Birillo “abbaiava disperatamente a questo aggeggio infernale e rumoroso….

… finchè entrato in una fossa di lato, finito quel poco di gasolio del serbatoio si era fermato …

…Insieme al rumore assordante che faceva… visto che lo aveva messo in moto senza marmitta !!!

 

Ci raccontò, sorridendo come suo solito, che comunque era stato un bel collaudo ed il motore non aveva subito danni …

…garantendo il suo funzionamento anche in  quelle condizioni estreme….

..C’era stato solo un momento di panico, quando nel suo imprevedibile saltellamento sembrava che volesse prendere la porta esterna riversandosi sulle auto della strada …

…e  poiché non sapeva come fermarlo …aveva anche pensato di tirargli una fucilata…ma poi il peggio era passato e…

..del fatto…non se ne poteva che ridere…

 

In seguito seppi che lo aveva montato sulla sua barca, ma che il tutto era risultato troppo pesante.

Naufragando poi miseramente alla foce dell’Arno dove solitamente ci sono strane onde insidiose

Fortunatamente senza conseguenze per il Banti… ottimo nuotatore ….grazie anche alla scuola…

…di frodo…

 

Poi un bel giorno per me apparve nella mia vita una ragazzina chiamata Meri ottima navigatrice e quantaltro …

…al cantierino anche l’amico Walter mi dette la sua approvazione, anzi indisse il..” TOTOMERI” in bacheca dove gli amici votavano, conoscendomi …se l’avrei sposata o no…

….VINSE LA MERI…

 

E fu così che misi “la testa a posto”…

….lasciai le derive…in tutti i sensi… e… comprai il mio primo cabinatino serio….era il QR 6,80 .

 

CIAO A TUTTI

 

 

 

 



16/01/2010 Mario Volpini
v.maryone@libero.it

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