NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Racconti

Ragazzi in barca per non parlar del papà

La seconda edizione della crociera dei ragazzi a rischio. Programmata a maggio per impegni vari, meteo e rinvii rischiava di essere procrastinata a settembre se non addirittura cancellata. Giovedì ore 18 la data ultima per prendere una decisione, la meteo recita "temporali in tutto il nord" il verdetto è più o meno scontato, le lacrime di 3 ragazzi che ritornano ben più bambini di quello che sono altrettanto. Non resisto so che è rischioso, non tanto per la navigazione quanto per il mio intelletto chiuso per 3 giorni con 3 ragazzini in un guscio di resina di 6x2 metri, si parte. L'appuntamento è alle 17 dell'indomani, il programma indefinibile prevede solo di raggiungere il lago poi si vedrà.

E' sera tergiversiamo in pozzetto dopo ever preparato la barca per la notte e per la navigazione del giorno successivo, prima scoperta a 10 anni va spiegato loro cos'è una barca a 11 la capiscono e possono accudirla in prima persona, guardo con meraviglia la capacità di muoversi e comprendere le manovre mentre ceniamo mi viene l'idea malsana e propongo una notturna. Un siii quasi urlato accoglie la proposta, un tuono rombante ci fa abbassare subito le orecchie. Non ci rimane che un gelato di consolazione al vicino locale.
La mattina di sabato ci accoglie con un cielo velato, ma che non minaccia pioggia, le previsioni sono: coperto con temporali dal primo pomeriggio escluso quindi navigare verso nord senza ridossi seri e sicuri fino a Laveno. Pensiamo addirittura di lasciar perdere la vela e di fare un giro con il vaporetto fino alle I. Borromee, ma mentre andiamo a prendere l'auto il cielo si schiarisce e mostra oltre ad un pallido ma caldo sole anche una discreta brezza da nord. Di corsa quindi a mollare gli ormeggi, mentre mi occupo del motore i ragazzi abbassano timone e deriva, liberano la randa e le vele di prua e si dispongono a mollare gli ormeggi. Appena fuori dal porto issiamo la randa e svolgiamo il fiocchettino, i temporali in lontananza me lo fanno preferire al Code0 anche se il vento Non supera i 5 nodi. Edo al timone si mostra capace anche se impaziente di comprendere ogni segreto è portato a esprimere un frustrante per lui e per me "non ci riesco" ogni volta che sbaglia il verso. Tra un molla e riprendi il timone capisce le basi e alla fine riuscirà a tenere la rotta perfettamente con un traguardo a terra. La Vale è ovviamente una veterana, ma non si dimostra saccente e anzi lascia agli altri le manovre più divertenti occupandosi della scottina degli avvolgitori, dell'amantiglio e delle scotte sopravento da filare. Chiara è la sorpresa, non solo è entusiasta ma si pone critica di fronte al problema: perché la barca avanza la domanda e successiva risposta compresa che mi impressiona di più; ma è quando issiamo il gennaker che palesa tutto il suo istinto velico, la Vale è a prua a far uscire la vela dal sacco, Edo al timone e io alla drizza, Chiara si trova con la scotta in mano e con mio sommo stupore dopo un'ora di bordi di bolina a cazzare sempre tutto a ferro lascia che la vela esca dal sacco e NON cazza a ferro ma al giusto angolo al vento, ala fino a che l'inferitura smette di pungere e poi lasca un pochino concentrata su quella cucitura rossa che rimane sempre perfettamente distesa. Vale torna in pozzetto novello comandante, io vado a sdraiarmi a prua con le spalle appoggiate al fiocco avvolto li controllo più che guidarli e gongolo arrogandomi il merito delle loro capacità.
Prima virata, poggiano all'unisono, solo la randa sulle prime rimane dov'è, ma al mio richiamo capiscono che anche lei vuole essere regolata e allora lascano, recuperano, passa sulle loro teste fin troppo basse e via sul nuovo bordo. Facciamo il bagno? Ecco rotto l'incanto ecco che l'anima del bambino torna prepotentemente. Li convinco a finire almeno quel lato che comunque ci porta verso la solita spiaggia, vi giungiamo in meno di mezz'ora il gennaker rientra, la randa scende l'ancora fila per occhio e Vikolocorto è fermo in 40 cm d'acqua senza che un fiato sia uscito dal motore. Mentre i ragazzi si schizzano nell'acqua bassa preparo una enorme macedonia con la frutta ottima che la cara Edo mamma ci ha mandato. Pesche, albicocche, pere, melone, nutella, coca cola; bhe le ultime ammetto di averle portate io, da buon comandante devo tener buona la ciurma e il grog è ancora vietato.
Arriva anche Sirio che ha imparato perfettamente le mie teorie e si piazza dritto dritto sul mio calummo, per fortuna segue anche il manuale teorico del marinaio d'acqua dolce e invece di filare quanto necessario si attesta con 5 metri di cima si 3 metri d'acqua. Ottimali perché quando l'inverna finalmente si fa sentire riusciamo a sfilarlo di stretta misura. Con la randa mure a sinistra gli siamo passati a poco più di un metro, virando poi sull'ancora che, grazie alle mie possenti bracciate, è tornata a bordo mentre vikolocorto vira di bordo facendo uscire contemporaneamente il fiocco già a segno prima che riuscissi a rientrare in pozzetto, inutile ormai la mi apresenza viste le capacità dei ragazzi. Altra virata subitanea per ripassare sulla prua di Sirio i cannoni in batteria in segno di sfida. Tenzone che non viene raccolta e allora siamo ripartiti mure a sinistra prima stringendo e poi riportandoci ad un buon traverso per consentire al gennaker di riapparire azzurro, azzurro purtroppo non come il cielo che inizia a far vedere le prime avvisaglie dei temporali a lungo promessi.
Verso le 16 rientriamo quindi in porto, rassettiamo la barca, merenda d'obbligo per le giovani promesse veliche con ciambelle di torta paradiso questa volta di mamma Daniela. A seguire bagnetto, doccia e via verso Angera per la passeggiata alle giostre e per la mitica pizza di Damino. Al ristorante la gradita sorpresa di un altro lagonauta che nonostante la profonda amicizia tenta di fregarci il tavolo conquistato sulla veranda. Resistiamo e lo costringiamo a ripiegare su un posto all'interno.
Cena a base di pizza seguita da frutti di bosco al limone, chiacchiere in quantità seguita da proposta di matrimonio al tramonto rifiutata per mancanza del canonico anello di diamanti e poi a nanna. Non prima di essere passati dal Germagna per un richiamino con altri Lagonauti.
Domenica, finalmente un giorno con la meteo certa: niente temporali, in realtà niente di niente, niente vento e all'inizio sembra perfino niente sole. Ci alziamo e mentre si fa colazione concentriamo ogni nostra energia per far uscire il sole. Funziona il sole esce e con lui purtroppo un'orda di motoscafi di ogni misura, potenza e soprattutto arroganza ci ingloba in un girone dantesco fatto di onde incrociate che vanificano i nostri sforzi di far avanzare Vikolcorto nella misera brezza ci tocca quindi ripiegare verso la solita spiaggetta per trovarla anch'essa infestata e infine verso il porto per un bagnetto via terra.
Purtroppo non ci rimane che pulire la barca, sciacquarla dalle tracce di nutella e chiuderla per andare a casa. Coronamento e verifica del successo dell'esperienza pochi chilometri di auto sono sufficienti a scatenare un sonoro russare.



03/07/2009 Stefano Madella
vikolocorto@vikoclass.org

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