NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Esperienze personali

Racconti di barche

Tempo fa sul forum apparve una domanda da parte di un nostro amico che chiedeva se una barca, anche piccola, può servire a "CUCCARE"!!!

Scartabellando vecchie foto, ne ho trovate un paio che mi hanno fatto ricordare quando, da piccolino, mio padre mi regalò la mia prima "barchetta" di legno.

L’aveva fatta fare in Cantiere da un operaio, abituato in passato a produrre particolari in legno per gli idrovolanti che costruivano a Bocca d' Arno.

Ricordo ancora che con quella barchetta ed un semplicissimo retino da conchiglie ebbi, "a tal proposito", un discreto successo, dovuto anche per quel tipo di giocattolo, alquanto inusuale sulle nostre spiagge, se non altro per le sue dimensioni.

E proprio così credo che sia nata in me la passione per la nautica.



Peraltro, ho anche ritrovato una foto della Meri da piccola, che dimostrava già le sue aspirazioni nautiche.


Anche se, come possiamo notare, non aveva ancora le idee chiare, confondendo per un timone a ruota, l’archetto del carrello della randa di questa lancia di legno con probabile vela latina, e mostrando in quel bel faccino, una leggera preoccupazione se quella fosse la poppa o la prua dell’imbarcazione e quale sarebbe stata l’eventuale direzione della stessa una volta preso il mare !!!

Poi siamo cresciuti e, percorrendo lo stesso “sentiero buono” del destino, ci siamo incontrati.

Da subito abbiamo capito che uno dei nostri maggiori interessi comuni era appunto il mondo “marino” più di quello “montano”, per cui abbiamo iniziato ad andare in barca fin dai nostri primi incontri.

Non nego di aver avuto anche barche a motore, tra queste, anche un bell’ Akis 21 della C&B con un discreto piede poppiero, motorizzato volvo 140 hp, ben due “Tonnetti” con 70 hp della Conaplast, e anche il suo fratello maggiore, il Tornese”.

Per poi approdare definitivamente, con certezze comuni del nostro animo, alla nautica “velica” …come diceva un nostro vicino di “pontile”, non so in quale dialetto…..alle …”barche co’ ù palo!!!” …riferendosi certamente all’albero delle barche a vela!!!!

Essendo figli unici, ma con addosso un vestito ereditario di famiglie rispettose ed un po’ all’antica (abitavamo entrambi sia con i genitori, che con la parte materna dei nonni) abbiamo avuto, lavorando entrambi, una certa libertà di scelta del nostro tempo libero, che ci ha permesso vari tentativi di approccio a diverse forme di svago tra i quali ha appunto la nautica velica.

Copiando una frase del nostro amico Gabriele apparsa ultimamente sul forum che, non nego, mi ha preso del tempo per la sua interpretazione, essendo in un dialetto non “nostro”, una volta “tradotta”, la “Felliniana” espressione Amarcord, come il titolo del suo film ( ho sempre pensato che volesse dire “amarezza nei ricordi” o “ricordi amari”)

……”.A MARCORD CLA VOLTA…..…” = “io mi ricordo...di quella …volta”….

provo a farla subito mia….


“A marcord cla volta …” che decidemmo di trascorrere qualche giorno insieme a Roberto con “l’ormai da tempo sua”, AMALIA.

Purtroppo subito notammo il suo “degrado”!!! ….Ma conoscendo bene Roberto non poteva che essere così!!!…..

Come gli ho sempre detto gli è mancato un “tocco” femminile accanto, per toglierlo da quella sua “bonacciona” e genuina “trasandatezza” che gli ha fatto ridurre l’Amalia, come hanno potuto anche vedere in occasione del TAN a Livorno, Giovanni e Alfredo, nelle condizioni delle foto che allego!!!





Nota bene questo è allo stato attuale il motore volvo nuovo!!!


MA LA “CHICCA” FINALE E’ IL BAGNO!!!... POICHE’ HA SFATTO IL BAGNO NELLA SUA FALEGNAMERIA, HA PENSATO BENE DI RECUPERARE IL LAVANDINO DI CERAMICA E LE PIASTRELLE….. E…MURARLE !!!… NEL BAGNO DELLA BARCA, SEPPURE ROTTE!!! …….

CON IL SUO PERENNE SORRISO SARCASTICO MI HA DETTO CHE HA RINUNCIATO AL WATER E AL BIDET, PERCHE NON SAPEVA COME INSTALLERLI !!!

MA NON E’ DETTA L’ULTIMA PAROLA!!!


COMUNQUE RESTA SEMPRE UN GRAN SIMPATICONE, CON QUELLA SUA ARIA DA PERENNE INDAFFARATO A RIMURìGINAR PENSIERI !!!


Proseguendo con il racconto decidemmo di seguire Roberto, che voleva andare in Corsica .

Opportunatamente informata la Meri sull’attuale stato dell’AMALIA, decidemmo di dire a Roberto che avremmo usufruito volentieri di un passaggio insieme a lui fino alla Capraia, dove volevamo trascorrere alcuni giorni con una tendina, che ci eravamo portati appresso e fare un po’ di bagni in quella splendida acqua !!!.

Lasciammo l’ormeggio di Livorno a pomeriggio inoltrato.

Nel frattempo, data una ripulitina superficiale, allorché la Meri decise di mettere in frigo la frutta fresca che ci eravamo portati dietro, scoprì che c’erano dentro delle scarpe.
Meravigliata, ma non più di tanto, chiese del perché a Roberto, il quale candidamente disse che era solito fare così, in maniera che una volta messe per sbarcare, sarebbe stato bello fresco !!!

Disse inoltre di non meravigliarci se in barca trovavamo qualche lucertola o delle formiche , abituali clandestini di bordo.

Il vento era piuttosto teso sin dalla partenza, ma in prossimità della Capraia rinforzò a tal punto che una sartia in alto sopra le crocette si schiantò spezzando l’albero quasi in cima, fortunatamente rimasto in piedi, ben piantato come era nella scassa.

Cercammo invano di mettere in moto il motore ma questo si presentava proprio come un morto insieme alle sue batterie !!!.

A tarda notte con due vele di fortuna, raggiungemmo il porticciolo della Capraia.

Cenammo con qualcosina, poi, stanchi, dopo aver rimosso un’infinità di roba, ci coricammo nelle cuccette di prua, mentre Roberto disse che avrebbe dato un’occhiatina al motore.

Passate alcune ore fui svegliato da alcuni colpi secchi allo scafo.

Vado in coperta e trovo Roberto con aria soddisfatta, che mi dice di essere salito sull’albero e averlo riparato inchiodandoci giro giro delle tavolette recuperate da un pagliolo della barca che aveva sfatto.

Inoltre la cosa più bellina era che aveva riparato la sartia rotta semplicemente annodandola con l’aiuto di un paio di pinze !!!.

Nel frattempo aveva anche sbriciolato il motore per cercare invano il guasto.

Comunque mi disse che in mattinata avrebbe ripreso il viaggio per la Corsica e se andavamo con lui era ben felice. Lo ringraziai, ma saremmo rimasti in Capraia che non conoscevamo, per proseguire col nostro programma.

E cosi fu.

Io e la Meri sbarcammo e, a distanza di tempo, debbo riconoscere che passammo una splendida decina di giorni in quella meravigliosa isola, anche se molto assolata , tanto che quando tornammo a casa eravamo così abbronzati che all’arrivo nel nostro vialino la mia mamma non ci aveva riconosciuti!!!

Alcuni mesi dopo andai a trovare Roberto alla falegnameria e mi fece vedere la cima dell’albero che aveva tagliato poiché aveva trovato un albero nuovo di alluminio, come si vede nelle foto, ed inoltre aveva in mente di comperare un nuovo motore Volvo .

Nella foto sotto si intravede lui e la sua falegnameria in stile!!!

E sotto il pezzo di “penna” segato dall’albero originale e l’ancora.



E questi sono i suoi piani di navigazione


Poi mi fece vedere tutto il resto dell’albero che aveva attaccato al soffitto.

Ma la cosa più particolare è che l’albero…… DODICI METRI….. l’ha portato da Livorno a Pontedera sul portapacchi autocostruito della sua auto a gas che ha tuttora …….e……quale macchina può avere un tale amico simpaticone.??? ……la DUNA FAMILIARE !!!.....


CIAO A TUTTI.



02/07/2009 Mario Volpini
v.maryone@libero.it

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