NUMERO: 1836311903 | Lug - Dic 2012
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Esperienze personali

Barca solitaria

11 ottobre 2008. Oggi è un bel sabato di sole. Questa mattina, con i bambini a scuola, sono uscito con mia moglie per una passeggiata in bicicletta. Partiti alle 9,30, due chilometri di un bel viale alberato, per la verità un poco maltenuto, Cecina mare, fermata e caffè. Una vecchia abitudine, quella dell’uscita per il caffè, che ci portiamo dietro da quando ci siamo conosciuti. Così ci sembra di essere in vacanza, in viaggio, anche se siamo sotto casa. È una bella sensazione, un piccolo piacere condiviso con la persona che amo. Il ritorno lo abbiamo fatto sulla pista ciclabile lungo il fiume , che parte da uno scassato porto turistico che vorrebbei diventare un grande marina. Mah!

Giornata tranquilla, pranzo e poi riposo, perché la settimana di lavoro ti lascia senza fiato. Nel primo pomeriggio avevo un’oretta di tempo per me, così sono andato al famoso porticciolo. Il mare era veramente bello, la temperatura alta, e qualcuno stava già preparando le barche per la prima regata del campionato invernale. Altri uscivano in mare, derive da regata, ragazzini con gli optimist, gozzi, lancette, motoscafi, barche a vela lunghe dai 5 ai dieci metri. Sapete che ho notato? Che molti uscivano da soli, anche con i cabinati a vela.

L’immagine comune della nautica, specialmente di quella velica è quella del capitano o skipper, che comanda con decisione il Suo equipaggio, magari composto da familiari recalcitrantri; un despota, così come lo richiede la durezza dell’elemento marino. Quante sciocchezze. La realtà è che l’ambiente marino fa paura e tutti non se la sentono di affrontarlo, anche perché andrebbe preso a piccole dosi, altrimenti al primo colpo di vento si rischia di spaventarsi a morte e di dire: mai più.

Navigare da soli non è una sofferenza, anzi può essere molto gratificante, a vela o motore non importa. Ogni tanto, una persona ha bisogno di un attimo di solitudine, per pensare, rilassarsi, riconciliarsi col mondo. Se poi, qualche volta riesci a condividere la tua passione con una persona cara, che vince le sue paure fidandosi di te, non hai bisogno di niente altro.

Ma c’è una cosa molto importante: è bello navigare senza dover chiedere niente a nessuno. Come? Con una barca relativamente piccola, che permetta brevi crociere di fine settimana o poco più, di facile uso e manutenzione. La cosa più importante è che sia armabile e conducibile da una sola persona. Gli altri possono aiutare solo se ne hanno piacere. Si dice che non conviene possedere una piccola imbarcazione. che è meglio noleggiarla o andare su quelle altrui. Non è vero. Con gli altri ci si può andare solo a fare l’equipaggio per le regate, che siano importanti o solo di circolo non fa differenza, (io faccio parte di un equipaggio di un vecchio nove metri), mentre il noleggio ti costringe a prenotare un periodo di vacanza in anticipo senza sapere nulla delle condizioni meteo, per cui se trovi tempaccio sono dolori. Il possesso di una barca piccola ti permette di uscire solo col tempo dichiarato al bello, e quindi di affrontare il brutto tempo per scelta e per gradi, permettendoti di passare una bella giornata di mare, da solo o in compagnia delle persone care. E anche l’uscita di un giorno è un bel viaggio.

Domenica 12 ottobre. Ore 09.00. Sono in soggiorno e sto sfogliando una rivista, di vela naturalmente, quando mia moglie Giovanna si affaccia, mi guarda assonnata e mi fa:”- Ma non dovevi essere a fare la regata?” –Si ! - rispondo io.- Ma è stata annullata perché la foce del fiume è insabbiata e le barche grandi non possono uscire. Ma non te l’ho detto ieri sera?- “Non ricordo!”. Un attimo di silenzio. - “Che bellezza!”- –“Come sarebbe?” - Rispondo io un po’ imbronciato. Lei, tutta soave mi fa:-“Sono contenta perché così passiamo tutta la giornata insieme!” -Ah, è vero! E’ anche una bella giornata!

12/10/2008 Alfredo Vincenti
vinceland@virgilio.it


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