Le avventure di Vikolocorto.

Come con Bimba pubblicheremo le nostre avventure.



2009

2008

solo da solo
sVikolata in Vikolenta
Finalmente a bordo
Dissuadere vana speranza
Fuochi di Laveno
Svikolata con notturna
Quelli che la Solo
Mezza settimana
Primo traino
Chiuso Martedì
1° maggio con i ragazzi
Raduno della Liberazione
Papà ed io
Caronte
Seconda uscita
Prima uscita

2007

Lagonauti in salamaoia
Solo
Arrivato il carrello
Quattro svitati sul Viko - parte lunga
Quattro svitati sul Viko
Inverna galiardo
Notturna
Anche sta volta c'ero anch'io
Prima uscita con Gino Pilotino
Inverna come non mai

2006

Vecchi vikisti a bordo
Raduno di Natale
Raduno Lega Navale Arona
E ci hanno pure fermato i Carabinieri
Camicie Rosse 2006
Rialbero
Alaggio e disalbero
Lisanza Intra Lisanza - 1a sVikolata del Verbano
Belgirate mini equipaggio
Genny a bordo

Ho dato una mano NEW

Vikolocorto al freddo e al gelo
Lisanza Belgirate Lisanza

2005

Sfida all'ultimo sangue
Vikolocorto di nuovo in acqua
Vikolocorto in secca
Navigazione solitaria
Prima notte in barca
Barca nuova paga da bere
Vikolocorto è arrivato!


14 marzo 2009
Pace e tranquillità

Ci sono periodi in cui si ha bisogno di pace e tranquillità. Ti senti perso, i problemi di assillano, la tensione ti esaurisce; alcune volte perfino il pensiero di fare qualcosa con gli altri di angoscia, il far sapere, condividere è difficile e fonte di ansia.

Ieri sono salito in barca dopo un mese di assenza, il carico degli ultimi giorni sulle spalle. Con calma ho "riacceso" la piccola, liberato le vele, preparato le manovre che smonto per non fargli prendere il sole inutilmente, dato vita al motore e mollato gli ormeggi.
Ogni passaggio da lungo tempo collaudato è stato facile, senza pensieri, man mano la tensione si è dissolta naturalmente, perfino senza che me ne accorgessi.
A pochi metri dal pontile già la mano andava all'autopilota, prua al vento e su la randa. La barca sbanda il motore è spento, il fiocco si srotola. E qui mi accorgo finalmente che sto meglio, ho di nuovo voglia di fare, scendo in cabina a prendere il code e lo armo a prua mentre Vikolocorto procede da solo sbandato eccessivamente per la mancanza del mio peso in pozzetto. Sempre con nauralezza avvolgo il fiocco e apro il code, sono 18 mq un'enormità per una barca di 6 metri in bolina, ma il nostro feeling è da tempo perfetto, so cosa preferisce la barca e lei mi avvisa se c'è qualcosa che non va. Squilla il cellulare, scendo a prenderlo e proprio in quel momento Vikolocorto mi avvisa: se non mi controbilanci sono troppo invelato, alzo un braccio fuori dal tambuccio, prendo la scotta e lasco, senza nemmeno pensarci.
Spengo il cellulare ora sono proprio a posto, la sintonia è perfetta, un lungo bordo mi consente anche di trovare l'angolo di sbandamento che preferisce e la giusta posizione delle vele. Filiamo dritti fino a che il lago non finisce.
Comando al pilota una poggiata, senza pensarci, in modo perfetto mi ritrovo con il vento in fil di ruota, passo la randa e via a farfalla. Ogni pochi minuti regolo la rotta mentre il vento gira come al solito, sono di nuovo al traverso del porto posizione che raggiungo di abitudine per godere dell'ultimo bordo al traverso, la condizione più divertente.

Davanti al porto ammaino velocemente le vele accendo il motore e lascio che il pilota mi porti fino all'imboccatura per godere ancora di quei pochi istanti.


14 febbraio 2009
Due giorni in uno

La giornata si divide in 2 eventi catartici.

La barca nuova
Oggi non si esce, saliamo per il controllo di fino alla barca che vorrei comprare. Un po' mi dispiace per Vikolocorto, ma la famiglia cresce (in altezza) e comincia ad andarci stretto.
La barca è un Jaguar 25 di millemila anni fa parecchio conciato, con numerosi difetti e mancante di molte cose, ma lo scafo e gli interni sembrano a posto.
Purtroppo non è così e dopo pochi minuti di controlli ci fermiamo, i lavori sono troppi e soprattutto oltre le nostre capacità. In settimana proverò a fare un'offerta stracciata al proprietario, questo mi consentirebbe di avere il budget per far fare le riparazioni.

Ci rovesciamooooooo
Siamo saliti presto, sono solo le 11 e c'è pure un leggero venticello. 3/5 nodi da nord, il cielo è terso e non lascia presagire nulla di buono, ma decidiamo di fare 2 bordi lo stesso al massimo si torna velocemente.
Siamo fuori, le vele a segno con l'ammazzapatane che spinge molto bene allontanandosi dal ridosso il vento è salito a 7/8 nodi, ma con un po' di mano tengo ancora la nuova vela senza problemi.
Viriamo in prossimità della Lega e subito vedo in lontananza i primi accenni delle raffiche del Favonio in arrivo, prontamente avvolgo e preparo il fiocco e con questo iniziamo il bordo verso la Lombardia.

Giunti più o meno a metà percorso il vento arriva, non vedevo ochette e infatti non è violento, ma comunque l'apparente supera i 15 nodi, lasco randa e prendo velocemente la mano poi scendo per spostare un po' di attrezzatura volante prima che si "mischi".
Procediamo tranquilli per un paio di bordi con la barca che sbanda sotto le raffiche che in alcuni momenti superano i 20 nodi fino al ridosso della rocca di Angera.
A questo punto iniziamo la discesa, siamo ridossati isso tutta la randa e riapro l'ammazzapatane, ci vorrebbe il gennaker adesso, per il primo miglio procediamo spediti a oltre 5 nodi, poi il vento gira al traverso e devo arrotolare e riaprire il fiocco. Rimaniamo comunque sopra i 4 nodi.

Siamo alla punta della secca dove di solito orziamo per atterrare risalendo di bolina larga, l'apparente è sui 15 nodi (in poppa) orziamo un po' per sventare la randa e dare la mano. Manovra perfetta, avvolgo per buona misura anche 3/4 giri di fiocco.

Orziamo, l'apparente passa subito a 15/18 nodi, le raffiche a 20/25 il salvagente sulla falchetta è sovente immerso, ma lascando randa riesco a tenerla molto bene. Stiamo puntando dritti verso il porto quando il vento salta verso poppa di 30° e aumenta di colpo.

In un attimo siamo sdraiati, i piedi puntati sulla seduta di fronte quasi in verticale, mollo la scotta della randa e il boma si appoggia sull'acqua (che dire del vang?) il Viko senza appendici in acqua viene violentemente all'orza e si raddrizza abbastanza da far riprendere contatto al timone, mio padre porta ancora il timone all'orza, ma la barca non si raddrizza di molto anzi sembra voler rimanere li indecisa da quale parte rollare. Mi sposto sottovento con cautela e raggiungo lo stopper della randa, apro e in un attimo riesco a recuperarla nella sacca, mentre effettuo la manovra la barca perde la spinta orziera e poggia da sola, ma per poco una volta al traverso si stabilizza con il solo fiocco e riprende a volare oltre i 3 nodi. Guardo il windex che segna 25 nodi, ma secondo me la raffica è stata ben di più.

7 febbraio 2009
La giornata perfetta
2 mesi che Vikolocorto è fermo, sono salito molte volte a trovarlo, ma nebbia, pioggia, neve, mi hanno sempre fermato. Ogni volta qualche ora di pace e serenità, nell'intimità della cabina con la stufa accesa e un buon piatto fumante. Ieri è stato diverso è stata la giornata perfetta.

La mattina uscita con pochissima aria per far vedere la barca ad un probabile acquirente, in tutto ciò mi sono purtroppo messo in testa di cambiare barca, velocità minime, ma comunque di tutto rispetto anche se non paragonabili a Zio Fester che si è divertito a girarci intorno. Come dicevo un'oretta e poi di nuovo in porto.

Massimo e la Claudia sbucano da dietro un cespuglio e in pochi momenti siamo di nuovo operativi, il vento è sempre da nord e non accenna ad invertire, cattivo presagio per un Viko la previsione è di Phoen e se non cambia ad inverna significa che arriverà per ora ci sono 5/6 nodi e quindi decidiamo di uscire lo stesso.

Siamo fuori, randa piena e ammazzapatane, 6/8 nodi e noi galoppiamo a 4 che per la carena sporca, il motore abbassato e la barca piena di cianfrusaglie non è niente male. Ci sono parecchie barche, alcuni li conosco in lontananza vediamo il fu Incanto con Damiano solo al timone, il vento sale e noi ci spostiamo sopravento tutti e tre. Virata e via verso Angera, 8/10 nodi, 4,5 di velocità in poco tempo siamo davanti al Città di Angera, 10/12 nodi, avvolgiamo l'ammazzapatane e svolgiamo il fiocco, virata e grazie al fiocco la prua è dritta su Arona, sempre sopra i 4 nodi, ora possiamo rilassarci e metterci anche sottovento, vado sottocoperta a cercare qualche cosa da mangiare, biscotti al cioccolato che dividiamo da buoni camerati. 15/18 nodi, 4,9 la velocità massima ci esalta, ma giunti in prossimità di Arona preferiamo comunque dare una mano alla randa, provo anche ad avvolgere un po' il fiocco, ma fa una sacca tremenda e lo svolgo subito. Nuovo bordo, il vento si assesta su 15/18 nodi e noi procediamo felici verso Angera, per la prima volta ho notato il timone leggermente all'orza. Ancora un bordo e poi iniziamo a rientrare.

Anche in poppa nonostante la mano alla randa, Vikolocorto procede con un apparente di 10/12 nodi a più di 4, strambiamo 2 volte cercando di intralciare la discesa di Zio Fester, ma inutilmente. Poco dopo incrociamo anche Oplà con Claudio che salta di qua e di la e, felice come una pasqua, ci urla qualcosa a riguardo di una straorza che però si perde nel vento. Ultimo traverso e siamo in prossimità dei pontili dove ammainiamo e diamo motore.

Ormeggio con un po' di apprensione per il vento al traverso, accendo il fornello e mentre aspettiamo i pizzoccheri ci dedichiamo ai salamini freschi, alla ricotta dolce, alle olive ai peperoni, alle Tulip, alla coca cola, alle.... sono le 17 è proprio ora di andare a casa, aspettiamo solo che il sole tramonti dietro il monte Rosa perfettamente incorniciato dal tambuccio aperto, grappa e a casa.

Meglio di così!

29 novembre 2008
solo da solo
Giornata uggiosa, non piove non c'è neve in compenso c'è un nebbione da non vedere la prua.
Salgo in barca verso le 11 carico la stufa e mi metto a pisolare leggendo un libro e ascoltando un po' di musica dall'mp3, dovrei sistemare la girella del frullino ma non ho voglia fa troppo freddo.

Tic tump tic tmpf tumpf, il wind quando gira fa strani rumori nelle casse, mi alzo e lo accendo così ne fa meno, tolgo il coperchio e.... 6 nodi. E porcapuzzola non si può mai stare tranquilli!
Mi tocca uscire, sistemo la girella isso il gennaker e lo avvolgo. Esco.
La nebbia ovviamente si dissolve velocemente in lontananza c'è perfino un pallido sole ho già su il gennaker e quindi oltre alla randa srotolo quello, un bel bordo al traverso con il pilota che cigola e la musica di sottofondo, strambo quasi al pontile della Lega e poggio un pochino per fare rotta su Angera. Il vento è troppo poco per tenerlo al giardinetto arrottolo il gennaker, mi lego e vado a prua con l'ammazzapatane scambio veloce con la prima che finisce nel gavone dell'ancora. Torno in pozzetto, apro la vela e orzo di 80°, subito l'apparente aumenta e con lui anche la velocità, 5 nodi al vento 2,8 la velocità entusiasmante per il mio piccolo Viko. Nessuno in giro sono le 13 e ho fame, viro verso Castelletto e vado sottocoperta a preparare qualcosa da mangiare, ogni tanto metto fuori il naso, ma il lago rimane deserto al calduccio della stufa mi preparo un delizioso pranzetto: grissini, simmental e cuscus al tonno, riesco pure a scottarmi con la gavetta.

Ultimo bordo verso la torre di Lisanza il vento cala inesorabilmente, accendo il motore e rientro all'ormeggio. Rassetto la barca mentre la nebbia ricomincia ad avvolgere tutto e rimango un po' in cabina a godermi l'ultimo tepore prima di riprendere la via di casa. Le tristezze degli ultimi avvenimenti lontane.


9 novembre 2008
sVikolata in Vikolenta
Arriviamo in barca sabato sera. È ormai buio e siamo un po' demoralizzati per il lago alto che ci impedisce di fare la sVikolata.
Scarichiamo i bagagli passando sulle passerelle posticce che il cantiere pone in questi casi, proviamo subito la connessione elettrica per essere sicuri di non morir di freddo, mentre mi passano la stufetta il riduttore della presa balzella felice e dopo 2 rimbalzi al rallentatore e nonostante un tuffo plastico di Cinzia finisce in acqua.
Per fortuna sono solo le 7, mentre Ci ed Elisa sistemano per la notte corro a prenderene un'altra.
Verso le 20 invitiamo i vicini per una Vikopizza, chiamo la pizzeria per prenotarla poco dopo chiudo basito la telefonata. Stanno chiudendo. Vedi anche racconto "Chiuso di martedì".
I Vikaioli sono sempre molto organizzati così l'invito si trasforma in un "Porta Party" e in menc he non si dica la tavola è imbandita con ogni ben di dio, dalle immancabili scatolette Tulip fino ad una fantastica Polenta con le polpette magistralmente cucinata sul fornelletto.

La serata trascorre piacevole fra chiacchiere e aneddoti di navigazione fino al dolce e al caffè con l'immancabile ammazzacaffè. Alle 23 siamo a nanna cullati dalle placide acqua del lago e scaldati dalla stufetta elettrica. L'indomani vedremo il tempo e decideremo il da farsi.

Lo skipper dorme sempre con un orecchio ben teso e alle 6 vengo svegliato da uno scroscio d'acqua che poco dopo si trasforma in un vero e proprio acquazzone. il Viko è stagno e anche la capottina fa il suo dovere, rimaniamo quindi a pisolare, delusi anche dalla meteo, ma felici comunque di essere in barca al calduccio. Verso le 10 mi alzo e vado da albizzati a prendere la colazione, passo anche a vedere un Samurai su commissione e telefono a Massimo per riferirgli della meteo e della decisione di non uscire. Rientro in cantiere e vi trovo Sergio e Francesco che hanno già armato le barche e aspettano solo noi per uscire. Ci tocca. Armo l'ammazzapatane e molliamo gli ormeggi.

Un'oretta di bordi verso Arona, lo stag ci lascia ovviamente al palo e Sirio rimane un po' attardato a scoprire le piccole gioie dell'armo velico. Ci sono 4/5 nodi srotoliamo il Code 0 e boliniamo attenti ai filetti cercando la massima velocità, verso Angera il vento sale un pochino, cambiamo quindi il code con il fiocco terminando l'ultimo bordo davanti allo scalo dei traghetti quando ci pare di scorgere Sirio che bolina verso di noi, tra l'altro il tempo va peggiorando chiamo allora Sergio e prendiamo la decisione di rientrare, fiori di nuovo il Code0 anche se ci starebbe il gennaker e procediamo per una rotta che ci farà incrociare l'altro Viko che avvicinandosi dimostra di non essere la barca che pensiamo ma un altro ormeggiato ad Angera. Scendiamo di conserva con lui per qualche tempo conversando sul solito tema, il Viko, fino a che loro riprendono la rotta verso Angera, ma non prima di esserci accordati per rivederci e parlare di una possibile partecipazione alle regate creando una classe Viko.

Finiamo il bordo al gran lasco e siamo in porto. Non si mangia in barca, ma a casa di Luciano che nel frattempo ci ha invitato. La sVikolata sarà per un'altra volta.


17 ottobre 2008
Finalmente a bordo
Nasce tutto in modo estemporaneo, una telefonata verso le 12 e dopo meno di un'ora siamo a bordo, il Commodoro ed io.
Da mesi cercavo di portarlo a bordo di Vikolocorto, lui mi ha ospitato più volte sulla sua magnifica barca io ero un po' restio non potendo reggere il confronto, ma allo stesso tempo avrei voluto fargli vedere che il Viko è una barca non meno delle altre.
Così ci ritroviamo a Lainate per proseguire su un'unica auto verso Lisanza. Giunti a destinazione, manco a dirlo, di vento nno se ne vede e ci fermiamo in Locanda per pranzo, entrambi buongustai non saremmo comunque stati in grado di proseguire serenamente senza rifornimento.
Attendiamo speranzosi più che fiduciosi, ma il vento non entra. Scendiamo in cantiere per fare due passi, smaltire il wusterone e vedere qualche bella barca, il Commodoro come al solito si interessa agli scafi snelli e performanti, alcuni ficono che l'accettazione della propria condizione sia il primo passo.
Saliamo in barca, prepariamo le vele, anche l'ammazzapatane con poca convinzione e tanta speranza e usciamo. Piatta totale smotoriamo lenti facendo 2 chiacchiere verso la LN, passiamo in mezzo alle barche, ci fermiamo vicino ad un tri, ritorniamo verso Lisanza sempre più depressi.
Rinunciamo, ormeggio e disarmo e poi a casa.

27 settembre 2008
Dissuadere, vana speranza
Verso le 10 arrivo al lago sotto un cielo nuvoloso e minaccioso. Quattro chiacchiere con il boss, una chiave a brugola in prestito per montare il Viko sulla nuova asta bandiera e sono in barca.
Tolgo il telo, apro il tambuccio, appoggio lo zainetto, tolgo il copriranda e isso l'ammazzapatane, già provato proficuamente la settimana prima ha bisogno di piccoli aggiustamenti primo fra tutti la girella in testa d'albero.

Verso le 10,30 sono pronto, mi sparapanzo in pozzetto ad attendere Francesco e la sua metà, un'altra coppia che vuole vedere il Viko, un'altra coppia che cercherò di dissuadere.
Arrivano ci sediamo in quadrato per i soliti 10 minuti di aneddoti sulla barca, anche perché di vento non se ne vede. Guarda il bagno, fila che cuccette, o ma che bel tavolo, ... si fa mezzogiorno e l'inverna arriva.
Usciamo in pozzetto, distendiamo le le appendici, apri la zip mentre io lo tiro fuori è gergo da Vikaiolo, e siamo pronti. Breve retromarcia, su i parabordi, fuori la randa, ferma il motore e Vikolocorto comincia a muoversi nella brezzolina. Visti i 4 nodi decido di aprire subito l'ammazzapatane anche se l'equipaggio non sembra dei più esperti. Srotolo, cazzo e la barca sbanda – a che inclinazione saremo? e se ci mettiamo tutti sottovento che succede? – è la mia occasione poggio al traverso con tutto cazzato e mi porto sottovento per sbiancare un po' di visi (faccina da vero bastardo), Vikolocorto risponde allo stimolo e si sdraia, poco purtroppo non abbastanza da dissuaderli.

Proseguiamo e intanto l'inverna rinforza, 6/8 nodi, noi sempre con la velona a prua e con l'attrezzatura che comincia a gemere per lo sforzo, mi allungo sulla coperta a guardare le lande – cosa controlli? – niente verifico che la coperta non si apra sotto sforzo, sai con questa vela.... Niente. Sarà incoscienza, ma non si spaventano.
Viriamo. Il genoa passa strisciando su tutto ciò che trova, rumori destri e sinistri mentre rimetto le vele a segno sul nuovo bordo, ora sono sottovento è la mia ultima occasione, comincio a stringere l'apparente aumenta il Viko sbanda il salvagente comincia a toccare l'acqua – quanto sbandiamo adesso? – stringo ancora, genoa a ferro, salvagente in acqua. Niente non si spaventano, gioco l'ultima carta, gli chiedo di venire sottovento, ci viene, ma sbandiamo poco di più. Era l'ultima occasione finirà che compreranno un Viko anche loro.

Verso le 15 avvolgiamo tutto e ritorniamo in porto per un lauto pranzo.

30 agosto 2008
Fuochi di Laveno
La famiglia è già su da mercoledì, il Viko è anche un ottima roulotte. Arrivo al lago verso le 18 di venerdì e trovo le bimbe intente a studiare e a disegnare in cabina con la signora comodamente stravaccata in pozzetto a godersi gli ultimi raggi di sole. Poggio le mie poche cose e andiamo a mangiare presto.

Sabato mattina, colazione con brioches di pasticceria e incontro con aspirante Vikaiolo che chiede consigli prima di andare a vedere un Phoenix a Lisanza, cerco ovviamente di dissuaderlo in tutti i modi.
Pranzo veloce e poi via verso nord alla volta di Laveno dove verso le 22 verranno sparati i fuochi rimandati da ferragosto.

Procediamo veloci a motore, ho preparato anche l'ammazzapatane ma di vento non se ne vede, attacco il pilota e mi godo il paesaggio mentre mamma e bimbe si posizionano come al solito a prua per sparare ai motoscafi e farsi gavettoni. Prima di partire ho controllato il serbatoio ne abbiamo circa metà decido quindi di fermarmi al Lavazza per fare il pieno, l'ingresso è ben segnalato, il fondale intorno ai 3 metri aumenta all'interno, affianchiamo il pontile rischiando la strumentazione in testa d'albero per la presenza del traliccio della gru perfettamente mimetizzato fra il fogliame. 7 euro sono sempre un buon incasso per un benzinaio, per una volta non ci guardano storto e ci fanno il pieno senza problemi.

Ripartiamo più tranquilli con i nostri 12 litri di benza, appena usciti dal canale accostiamo verso il Lido di Monvalle e diamo fondo in 50 cm d'acqua per un bagnetto ristoratore, il fondo non è granchè melmoso e pieno di ciottoli, l'acqua però è limpida. Dopo il bagno ci concediamo un paio d'ore di relax mentre le bambine giocano in pozzetto.

Sono le 19, c'è tutto il tempo per raggiungere Laveno, diamo motore e piano piano costeggiando Monvalle, Sasso Moro, Santa Caterina, Cerro ci avviciniamo a Laveno. A Cerro vorremmo fermarci per cena, ma il pontile è occupato, procediamo quindi oltre Laveno e ci sistemiamo vicino alla costa per cenare in barca. La cambusa offre un po' di scatolame, pollo della Tulip, Pressatella, Samontana, Patè d'oca, grissini, ananas, macedonia, birra, coca cola, caffé e ammazzacaffè, purtroppo rimane poca roba non avendo fatto la spesa prima di partire. Il lago è calmo, solo qualche onda dei motoscafi, mantengo acceso il motore per orientare la prua ove necessario. Alle 20,00, finita la cena, le bimbe si guardano un cartone mentre noi leggiamo nella luce calante.

21,30 è ora di trovare un posticino tranquillo all'interno del golfo di Laveno, ci muoviamo quatti quatti, attenti alle luci delle imbarcazioni e pronti con il nostro faretto per vedere e farci vedere. Ci fermiamo in prossimità dell'entrata del porto galeggiante, a fianco di un motoscafone ben illuminato e ci godiamo la sfilata delle barche illuminate, poco dopo inizia anche il concerto. Alle 22 dovrebbero esserci i fuochi, ma continuano a suonare, intanto si alza una leggera brezza e la massa delle barche inizia a scarrocciare verso il largo. Periodicamente accendiamo i motori e recuperiamo la posizione.

23,00 di fuochi ancora non se ne vedono, mugugni, trombe, corni da nebbia cominciano ad eccheggiare nella baia, finalmente alle 23,30 la capiscono, saluti veloci e il concerto finisce in gloria. Subito si scatena l'inferno botti in ogni dove, da terra, da chiatte, da boe, spari in mezzo alle barche. 40 minuti di spettacolo stupendo con botti che rimbalzano sulle montagne creando un eco continuo e i lampi che illuminano a giorno il lago. Scendo un attimo in cabina per controllare Elisa che dorme, lo scafo vibra come in U235.

A mezzanotte soddisfatti dallo spettacolo attendiamo che i motoscafi si eclissino al loro solito modo e poi procediamo anche noi verso sud. L'idea è fermarsi da qualche parte, Cerro, Monvalle, Lesa, ma la serata calda, deserta e con una leggera brezza ci fa continuare, ad un certo punto anche a vela, con l'ammazzapatane finalmente in azione.

Alle 3 siamo in porto con un atterraggio perfetto, monto il tendalino e mi addormento come un sasso in cuccetta.

20 luglio 2008
Svikolata con notturna

Venerdì riesco a lasciare le patrie galere in anticipo e corro a casa. La zavorra è tale in barca, ma quando si tratta di preparare è attivissima, arrivo così a casa e li trovo già pronti con il motore acceso. Giusto il tempo di stivare l'Agila e siamo sulla strada per il lago.
Arriviamo addirittura troppo presto per la cena, il cantiere è deserto e scendiamo con l'auto per caricare le sacche con minor fatica poi pappa al solito posto, mentre si mangia cominciamo a pensare alla possibilità di fare una notturna. Detto fatto, alle 21,30 con la luce che va diminuendo e una luna piena rosso sangue che sorge dietro la rocca di Angera muoviamo senza meta verso nord. Come al solito la notte cambia tutti i punti di riferimento, quello che di giorno sembra facile con il buio crea apprensione, rimaniamo sottocosta verso la Lombardia con i sensi all'erta per eventuali imbarcazioni ferme a pescare fino a Ranco dove il lago si pare e finalmente posso tracciare qualche rotta diretta. Ispra o Lesa? Votiamo per Lesa più riparata. Mezzanotte ormeggio al pontile in centro paese sotto gli sguardi stupefatti dei villici intenti nello struscio; predispongo le cime di ormeggio, parabordi, accosto, tendalino e siamo in pozzetto tranquilli e beati per l'ultimo cordiale prima della nanna.

Sabato mattina, svegliati dalle onde del primo traghetto, ci alziamo per colazione con il cielo a ovest ancora scuro per la notte e il primo sole che sorge dietro al reattore nucleare di Ispra. Un leggero venticello soffia già da nord, mollo gli ormeggi e ritiro i parabordi e, mentre la barca scarroccia allontanandosi dal pontile metto il fiocco a collo e la faccio rinculare, il Viko vira docile, si mette mure a sinistra e inizia ad avanzare, blocco il timone, lasco la randa e la isso senza nemmeno andare al vento, non accendendo il motore le bimbe dormono ancora pacifiche e noi ci godiamo questi momenti di pace.
Piano piano orzo fino a trovarmi di bolina stretta puntando dritto verso Monvalle, di giorno i punti di riferimento tornano ad essere normali, non c'è un'anima nemmeno un'ondina a disturbare lo scafo panciuto di Vikolocorto filiamo a 2 nodi. Sottocosta il vento da buono come sempre e iniziamo a risalire lentamente la costa a picco fino a Santa Caterina, dietro di noi i due soliti solitari escono dal pontile e cominciano il loro gioco di inseguimenti. Purtroppo con il sole il vento ci lascia, le bimbe si sono svegliate e sentono la necessità di fare 2 passi, puntiamo allora Cerro per un ormeggio e 2 passi a terra. Cerro ha un bellissimo porticciolo molto riparato, di difficile accesso per le secche che con il lago alto non sono un problema per il Viko, purtroppo il lago è molto alto e il pontile in transito è sommerso.

Inversione a U e via verso il campo boe poco a sud niente passeggiata, ma al bagnetto non possiamo rinunciare. Presa la boa sono il primo a tuffarmi nelle gelide acque del lago seguito dalle bimbe, Cinzia ci guarda da bordo. Dopo il bagnetto la pappa, patè d'oca, pollo, pane e the freddo.
Mentre mangiamo arriva l'inverna, metto tutta la famiglia a prua a crogiolarsi al sole, lascio la boa e riparto a vele spiegate questa volta verso sud, perché proprio non ho voglia di armare il gennaker. Il vento non è tanto gagliardo, ma sufficiente a farci filare; le bimbe pucciano i piedi nelle onde, la mamma si apprensivizza e io sorvolo su tutto quel peso a prua che mi fa perdere almeno 1 nodo. Bordesando bordesando attraversiamo il lago fino a Belgirate. Qui il vento è più forte Vale viene a poppa ad aiutarmi e iniziamo una sequenza di virate volte a sfruttare i salti di vento e ad evitare di prendere di prua le onde dei motoscafi.

Giungiamo quindi in prossimità di Ranco ove dobbiamo decidere se proseguire o puntare verso la spiaggia del Sass Cavalass per un bagnetto, le nubi ci fanno decidere per il rientro. Ancora pochi bordi e il vento ci lascia, come al solito Venturi qui non vale e la strettoia di Ranco fa diminuire il vento anziché aumentarlo, motore allora e rasenti alla costa per lasciar campo libero ai motoscafi ritorniamo a valle.
Siamo ad Angera, il sole torna e con lui il vento, strano. Soffia da NO e pure forte, la randa è ancora su svolgo il fiocco e ripartiamo al gran lasco. Vikolocorto è pesante per le vettovaglie e le attrezzature, ma la famiglia che dorme nella cabina di poppa gli da un ottimo assetto e così comincio a "surfare" sulle onde, poco dopo incontro anche un altro Viko che raggiungo e supero con disinvoltura. Loro non reagiscono alla sfida, li lascio quindi al palo e punto deciso verso sud; supero il cantiere incrocio Sergio con.... come si chiama la barca nuova proprio non so orzo lo raggiungo ci salutiamo e punto definitivamente verso l'ormeggio.
Abbiamo lasciato Lesa alle 7 di mattina ora, alle 17, sono abbastanza soddisfatto e posso rientrare.
Ormeggiamo e, mentre rassetto al barca, le bimbe si fiondano a fare il bagno. Alle 20 siamo belli che piazzati al Gemi per una meritata mezz'ora di riposo. Mezz'ora perché poco dopo le teste cominciano a ciondolare e decidiamo di andare a nanna.

Domenica, il sole fa capolino tardi questa mattina, coperto dalle nubi. Rimaniamo così sotto le pezze a goderci il fresco qualche attimo più del solito. Verso le 9 esco a comprare delle brioches fresche e a prendermi un caffè. La giornata non è delle migliori e in ogni caso non abbiamo voglia di muoverci, per di più arrivano alcuni amichetti. Rimaniamo così a gozzovigliate in porto e io ne approfitto per ridistribuire un po' il carico in barca cercando di abbassare il baricentro. Scottex nei gavoni e acqua nelle mensole non è la distribuzione migliore.
Passa il pranzo, arriva il pomeriggio che si dilunga sonnacchioso, verso le 16 comincia a rannuvolare e si alza una brezza da temporali, sono un po' riluttante ad uscire, ma un vicino di barca si avvicina "esci? se vai vengo anche io". Per una volta senza bimbe a bordo posso abbandonare l'apprensione e lanciarmi. Molliamo gli ormeggi quando l'anemometro è ormai stabile sopra i 10 nodi, una vera leccornia sul lago, issiamo tutta la randa e cominciamo a bolinare. Vikolocorto sembra sapere che a bordo ci sono solo adulti con la voglia di "tirare" o forse quei 50 kg spostati in basso lo hanno notevolmente migliorato, si lancia verso le onde dei motoscafi e solleva ampi spruzzi. Anche nelle raffiche sbandiamo, ma non poi tanto, l'anemometro segna in alcuni momenti anche 16/18 nodi. Tiriamo 3 lunghi bordi fino a Dormelletto e poi poggiamo a farfalla lungo i canneti rimanendo all'interno delle boe del parco dove i motoscafi non possono andare, giunti davanti alla LNI vediamo sparire Arona sotto una coltre di pioggia, orziamo decisi e fuggiamo verso il porto, il vento è ancora da sud e questo ci tranquillizza, la pioggia non dovrebbe arrivare a noi e infatti riusciamo ad ormeggiare quando il vento cala repentino e dopo pochi minuti rovescia sulle nostre teste un violento temporale.

5 luglio 2008
Quelli che la solo

Butto fuori l'equipaggio che assonnato si siede sul pontile a fare colazione ancora in pigiama, tolgo il tendalino, asciugo la barca, estraggo le appendici e accendo il motore. L'occhio cade come sempre sulla spia della pompa dell'acqua... non esce acqua! Spengo.

Alzo il motore, prendo una brugola dell'1 e provo a scrufugliare l'uggello. Accendo, nulla, spengo. Prendo il manuale, mentre leggo vedo i primi solitari sfilare verso la linea di partenza. Niente la girante è nel piede devo sbarcarlo. Attendo il responsabile del cantiere sperando abbia il ricambio.
Arriva, ma il ricambio non c'è, lo consulto per cercare una soluzione. Provo nuovamente a scrufugliare con uno stelo d'erba molto lungo, sento un intoppo, recupero, estraggo un ragno bastardo che è andato ad affogarsi nella mia girante. Ormai sono le 10 è già partita anche la regata in equipaggio.

Mollo gli ormeggi e parto per raggiungerli, c'è vento è la barca giuria a non esserci più perché l'arrivo è altrove, decido di "partire" in coda al gruppo comincio a tirare i mie bordi di bolina. Purtroppo il vento crolla completamente come al solito verso mezzodì salgo allora verso nord per vedere i passaggi in boa e fare qualche foto. I primi solitari sono in boa, Nadia con il First è davanti a Lorenzo su settenodi, Claudio e Oplà hanno già girato la boa ma proseguono per Luino, Fabio con Farabutto (sparaboe che si cammuffa da sparacambuse) inizia la discesa sotto spy. La flotta degli equipaggi è a ridosso Alice e un terrazze hanno già recuperato l'ora di distacco e sono davanti a tutti. Scendono con una bava di tramontana e mi aggrego con il gennaker tentando di avvicinare Geronimo che mi lascia praticamente al palo.

Intanto la flotta più a sud inizia a sentire l'inverna e si ripete la magia propria dei laghi con la flotta che si incrocia navigando sempre alle portanti. Purtroppo anzichè invertire deciso il vento si lascia attendere per un po', rimaniamo così a ciondolare alcuni pranzano altri fanno il bagno. Solo i mostri superinvelati riescono ad avanzare, ciondolando accosto il Gerva e facciamo 2 chiacchiere. Il vento finalmente ricomincia a farsi sentire e si riparte di bolina, per me durerà poco, perché l'ora tarda mi fa desistere e rientrare.

In porto mi aspettano gli amici per commentare le ultime fasi della regata la tattica gli errori i salti di vento, facciamo la doccia e prendiamo le auto per andare ad onorare la festa. Lo Iot Cleb Arona fa come al solito le cose in grande e grazie ai tempi organizzativi che consentono a tutti di giungere in tempo siamo a tavola in più di 200!
Festa grande fino a notte fonda, congratulazioni, saluti, abbracci, nuove conoscenze; verso mezzanotte troviamo pure la voglia di qualche visita a bordo delle barche che hanno fatto la regata per poi andare a nanna.


Vorrei ringraziare lo Yacht Club Arona a nome di tutto il nostro gruppo. Nonostante l'iscrizione come solitario e nonostante non abbia nemmeno fatto la regata siamo stati accolti e rifocillati. L'organizzazione di tutto l'evento è stata magnifica, la formula della regata vincente su tutte le altre, la cena perfetta sostanziosa e di qualità a dispetto delle strutture non certo stabili di cui disponevano.

25-29 giugno 2008
Mezza settimana

25 giugno
Valeria è tornata ieri sera dallo stage di nuoto e la lascio quindi dormire, intanto preparo le cosine da portare, ricarico le batterie dell'elettronica predispongo la nuova telecamera. Verso le 10 si svegliano le piccine facciamo colazione e partiamo per il lago giungendovi giusto in tempo per una pausa rifocillatrice alla nostra cara locanda.
Pomeriggio dedicato a caricare le attrezzature e ai bagnetti dai pontili.
Serata in pozzetto, gioco libero letture a piacere. Nanna presto.

26 giugno 15 miglia



Sveglia e colazione al sorgere del sole, abluzioni e partenza. Vale alle cime di ormeggio Elisa pronta a ritirare il parabordi, lago deserto leggera tramontana. Partiamo bordeggiando senza una barca attorno e senza nemmeno l'ombra di un'onda. In poche ore doppiamo Ranco e il lago si apre in tutto il suo splendore, è leggermente nuvoloso, ma non ci da fastidio anzi il cielo velato mitiga il caldo e così possiamo avvicinarci a riva per il pranzo senza patema d'animo per il caldo. Bagnetto ormeggiati al Sass Cavalass, pranzo all'ombra del tendalino.

Pomeriggio ancora una leggera brezzolina questa volta da sud. Ci muoviamo per andare a fare due passi a Lesa dove il comune ha installato un ottimo approdo. Issiamo la randa, Valeria al timone elisa alla scotta, recupero lesto l'ancora, poggiamo leggermente e partiamo.
Un'oretta su un bordo solo e siamo pronti per accostare. Fuori i parabordi accostiamo sopravento, salto a terra do volta alle cime già predisposte, chiudiamo la barca e siamo pronti. Due passi sotto i portici e gelato, tornando alla barca le bimbe notano un nutrito gruppo di paperette, Valeria recupera gli avanzi del pane del pranzo e quindi si dedicano a rifocillarle. Molliamo gli ormeggi verso le 17 con l'intenzione di andare a passare la notte al porto abbandonato sotto le fornaci di Ispra, attraversiamo a motore il lago, avvicinandoci purtroppo notiamo moltissimi bagnanti e un motoscafo che impegna già l'angusto porticciolo. Purtroppo non c'è posto per 2 l'ormeggio all'esterno è difficile per il fondale e per esperienze pregresse di ancore incagliate. Proviamo quindi alla nuova sede della LN a Meina, comunque sulla via del ritorno.
Giunti a Meina ci appropinquiamo ai pontili, dove fanno bella mostra numerosi cartelli di divieto, rimango a scrutare nella speranza di vedere un cenno di autorizzazione che purtroppo non giunge, d'altro canto il fondale all'interno è poco e le onde dei pochi motoscafi fanno ballare parecchio i pontili, troppo per passarci la notte. Ci ripromettiamo di tornare via terra per dare un'occhiata e torniamo verso casa.
Motore, pilota, 4 nodi con minimo di gas e dirigiamo dritti per rotta 147°. Alle 20 siamo in porto doccia per togliere il "sale" e poi pappa al Germy.

27 giugno



La sveglia porta con se per la prima volta la domanda "quando arriva la mamma?", la frequenza aumenterà con il passare del giorno. Le piccole non vogliono allontanarsi, facciamo allora 2 bordi davanti al cantiere per poi ormeggiarci poco a nord in 80 cm di acqua, cima a terra sta volta per evitare di girare con il vento, casuale non prevista dai motoscafari che pretendono un allineamento perfetto con numerose cime e cimette. Unico problema lo scarroccio dovuto alle ancore che arano, per loro è onnipresente non credendo nella catena, mentre il nostro calummo di 20 metri su 3 di fondo ci impedisce ogni movimento. Bagnetto, pranzo all'ombra, ribagnetto.
Alle 16 mamma telefona e dobbiamo rientrare, arriverà alle 18 ma li signorine vogliono essere pronte a riceverla.
Cena al solito posto, torniamo in barca verso le 21 per scoprirla coperta di zanzare, impossibile dormire, decidiamo per un'uscita notturna verso Angera. Le zanzare ci abbandonano quasi subito, verso le 22 le bimbe vanno a letto e noi rientriamo piano piano con il solo fiocco sfruttando una leggera brezza da est.
Nanna a mezzanotte.

28 giugno



Sveglia verso le 10. Abluzioni. Il lago è già pieno di motoscafi che sfrecciano in ogni dove. Usciamo quindi con l'intenzione di ormeggiare appena a nord con la prua alle onde sperando di riuscire a resistere alla risacca. Rimaniamo li sballottati dalle onde dei motoscafi che in continuazione arrivano e partono sparati dall'ormeggio. Verso le 15 si alza un po' di inverna e proviamo a fare 2 bordi, non più di mezzora, troppo pericoloso. Rientriamo in porto. Rimaniamo li fino a sera con le bimbe che giocano nell'acqua.
Cena con amici giunti da Milano.

29 giugno
La sveglia ci coglie sotto un cielo plumbeo che minaccia pioggia, è però fresco decidiamo quindi di dedicare la mattina al lavaggio della barca per poi rientrare a Milano dopo pranzo.
Svuotiamo la cabina dalle cose che torneranno a casa e comincio a passare tutto con l'aspirapolvere; intanto il cielo di apre e comincia a far caldo. Le signore decidono comunque di lavare la barca che verrà un vero spettacolo.
Nel frattempo Valeria fa amicizia con alcuni bambini e ci troviamo costretti a rimanere anche per il pomeriggio, anzi fino a sera. Verso le 18 il tempo si guasta, chiudiamo tutto in fretta e furia e ci rifugiamo al bar. Pappa veloce e poi a casa.


20 giugno 2008
Primo traino

Il programma prevede una sVikolata sul lago di Como per provare il triaino con la scusa di andare a vedere i fuochi di Isola Comacina.
Sabato scorso abbiamo preparato la barca sul carrello e venerdi 20 siamo partiti.
Il traino è agevole, la barca non troppo ingombrante, copriamo i 120 km a destinazione facilmente. Anche i tornanti di Bellano non sono un problema.
Giunti a destino grazie all'aiuto del solito Massimo prepariamo la barca in pochissimo tempo, un'ora e saremmo pronti per rialberare. Nno fosse che le sartie riposte nel gavone di poppa hanno fatto cortocircuito con la batteria e si sono fuse.

Cerchiamo in zona un attrezzista che possa rifarle, ma la ricerca risulta infruttuosa. Nell'impossibilità di riamare l'albero l'unica soluzione sarebbe proseguire la sVikolata senza muovendosi a motore. L'umore non è però dei migliori, decido quindi di riporre tutto e di tornare sul Verbano. Qui, forte delle conoscienze sul territorio, trovo un cantiere che mi rifà le sartie e sabato riarmo il Viko.

Disarmare il Viko e prepararlo per il trasporto è stato semplice, richiede circa 3 ore da solo, meglio essere almeno in 3 più che altro per evitarsi continue salite e discese dalla barca e per il momento topico del rialbero che richiede un po' di forza fisica per metterlo in posizione nella sua cerniera, trovandosi completamente a sbalzo verso poppa, e nell'issata che su un carrello traballante provoca un po' di ansia nel proprietario.

Il traino è stato semplice, ovviamente viaggiando non oltre i 90 km orari ho coperto i 250 km totali tranquillamente, anche in coda non ci sono stati grandi problemi, ovviamente spazi di frenata allungati, tornanti da prendere larghi, passaggi stretti da prendere con calma e occhio ai cartelli stradali, la barca si allarga in alto e da una percezione di incombro sbagliata. Forse la Meriva necessita delle prolunghe specchietti.


Consigli, sulla base degli errori commessi:
- Procedere con metodo partendo dall'esterno, parabordi, ciambella, motore, lasciando l'albero per ultimo
- sistemare molto bene tutte le drizze prima di disalberare
- distribuire bene i pesi all'interno, per avitare l'effetto scodinzolo durante il traino
- non è basilare rizzare tutto all'interno; le attrezzature posate su cuscini anche non trattenute non si sono mosse



27 maggio 2008
Chiuso il martedì

Ore 10 siamo al lago in un stupendo martedì di maggio, dopo settimane di pioggia ininterrotta finalmente si pare un piccolo spiraglio e noi siamo pronti ad approffittarne.
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Armiamo Vikolocorto e in pochi minuti siamo pronti ad uscire, destinazione programmata Lesa.
C'è un po' di tramontana, 5/6 nodi sufficiente per dare vela, il primo bordo è come al solito più o meno piatto verso la LN, il secondo più buono ci porta a costeggiare i canneti fino al ridosso di Angera, ci avviciniamo troppo per curiosare nell'ultimo cantiere rimasto sul lungolago e il vento ci tradisce, noi siamo sparacambuse e il motore non ci spaventa, lo accendiamo e rivolgiamo la prua oltre la punta, dove il vento torna e si riparte.
Costeggiare il Moretto mette tristezza, soprattutto perché non si conosce tutta la verità ma solo i sentito dire, per di più tutti assurdi. Per chi non sa ormai sul lungolago di Angera rimane un solo porticciolo, gli altri sono stati chiusi dall'amministrazione pubblica per motivi che a noi poveri utenti sfuggono.
Procediamo costeggiando il frangiflutti a pochi metri per avvicinarci alla costa e curiosare sui microecomostri che intanto stanno sorgendo, perdonate la polemica, ma le due cose sono in contrasto.

Torniamo alla nostra placida navigazione che , con il bordo successivo ci porta verso Solcio e, purtroppo anche verso la piatta inesorabile del canale di Ranco dove Venturi non è mai passato. Diamo motore e pilota e con una scatoletta alla volta diamo fondo alla cambusa, mentre Vikolocorto ci porta tranquillo verso Lesa. Dove approdiamo alle 13.

Lesa ha un bellissimo lungolago attrezzato per l'ormeggio all'inglese o con ancora a circa 1/3 di questo un piccolo pontile galleggiante e più a nord un altro pontile galleggiante con una decina di posti su finger.

2 passi sotto i portici, caratteristici, gelatino (sei meno meno) altri 2 passi per memorizzare i punti di interesse (ristoranti, bar, gelaterie) tutti chiusi il martedì, ed è il momento di iniziare il rientro.


Appena fuori ci viene incontro la pilotina delle "guardie" siamo soli in mezzo al lago e temiamo di venir fermati come lo scorso anno nello stesso identico punto; questa volta ci ignorano e noi proseguiamo diritti verso il prossimo obiettivo, l'esplorazione della costa Est fra Ispra e Ranco.
Puntiamo verso le fornaci, qui è presente un caratteristico esempio di archeologia industriale e il relativo porto da cui partivano i barconi carichi di calce alla volta di Milano, il porto è abbandonato e gli alberi si protendono all'interno della darsena, ma noi temerari vi entriamo comunque forti del nostro pescaggio prossimo allo zero.
Il frangiflutti è praticamente intatto, non è così per la massicciata di approdo che crollando ha sparso parecchi pietroni nel fondale rendendo pericoloso l'approdo, rimaniamo una decina di minuti all'interno immobili, a godere della bellezza del paesaggio.





Prossima tappa Ispra dove tentiamo un approdo al primo porticciolo, purtroppo è pieno, ci sarebbe la barca giuria della vicina associazione velica, ma uno sguardo ai bar e negozi, tutti chiusi (è martedì!) ci fa desistere. Usciamo per visionare il secondo porticciolo, con il frangiflutti quasi sommerso dal lago. Anche qui i posti sono tutti occupati dai residenti, proseguiamo verso il terzo, Ispra ha 3 porti comunali tutti ben sistemati ed attrezzati, qui il posto c'è l'intera parte esterna del molo è dedicata ai transiti. Ci sentiamo di ringraziare in sindaco di Ispra e tutta l'amministrazione per lo spazio a noi dedicato.
Proseguiamo verso Ranco sempre costeggiando, non troppo vicini però per evitare i pali che sovrastano le sassaie praticamente sommersi e molto pericolosi, fino al mitico Sass Cavalass e poi puntiamo verso la punta di Ranco, breve intermezzo per vedere una darsena privata completamente vuota quasi sulla punta e poi via decisi per il rientro.

Giunti al Moretto rallentiamo per un paio di foto commemorative e infine poggiamo tentando una sosta ad Angera. Il muro dello scivolo, a fianco dell'ultimo cantiere rimasto sul lungolago, dove spesso arrischio l'ormeggio anche se gli anelli sono fatiscenti e il rischio di perdere la presa è alto è quasi sommerso tentiamo allora all'interno de porto Asburgico. I posti sono tutti occupati dai residenti, ci sono alcune boe qua e là ma non me la sento di rischiare, il molo sulla sinistra ha sempre i due gradini sfascia carene, non ci rimane che uscire e provare al pontile mobile verso l'area protetta. Il pontile risulta di fatto all'interno di un'area delimitata da boe che segnalano l'area di divieto di transito, ma noi ci avviciniamo lo stesso. Ben costruito e comodo per l'ormeggio, peccato che le briccole siano troppo vicine al pontile e rendano impossibile avvicinarsi per ormeggiare all'inglese e men che meno per utilizzarle per fissarvi le cime ormeggiando perpendicolari. Ancora complimenti.

Delusi rimettiamo la prua a sud per l'ultimo tratto, brevissima sosta al Città di Angera per curiosare la barca nuova di un amico e via all'ormeggio.
Rassettata veloce a Vikolocorto e poi a casa.

1-2-3 maggio 2008
Piccolo equipaggio

L'equipaggio conta 70 anni in 4 non fosse che uno da solo ne ha 40 non ci sarebbe nulla di strano.


L'idea è di lasciare che i ragazzi (10 anni) si gestiscano da soli l'intera avventura solo con la mia supervisione.

1 maggio 2008 - 10 miglia

Prepariamo la barca per la crociera di 3 giorni che ci attende, carichiamo le sacche e le poche vettovaglia, mangeremo più possibile a terra per non saturare, in poco tempo siamo pronti per mollare gli ormeggi. Il programma prevede un'uscita pomeridiana per vedere insieme cos'è una barca a vela, come funziona e quali sono le manovre principali. Drizze, scotte, vele, armo, disposizione dell'attrezzatura; ho tralasciato volutamente qualsiasi spiegazione tecnica o fisica limitandomi a concetti basilari sufficienti alle manovre. L'obiettivo prefissato, oltre al divertimento, è più il fare e non tanto il perché.
Un breve bordo di bolina verso Arona e i ragazzi si dimostrano subito reattivi e capaci di comprendere l'andatura, il sopravvento e il sottovento, orzare e poggiare e la regolazione grossolana delle vele. Giunti ad Arona poggiamo e issiamo il gennaker per provare anche il brivido di questa vela molto più grande e "pericolosa", qualche strambata e purtroppo la tramontana ci lascia, puntiamo a motore verso il Ticino per andare a vedere le anatre che iniziano a nidificare tra le canne. Sperando nel contempo nell'inverna del pomeriggio per risalire.
Niente vento purtroppo, ma forse è meglio così dopo qualche ora i ragazzi cominciano a dare segni di insofferenza con i soliti segnali "posso andare a prua, posso mettere i piedi in acqua, posso giocare con il nintendo, ...". Risaliamo quindi, con la promessa un bel gelato, esplorando la costa canneti insenatura, sfioriamo alcune sassaie dove nidificano i pesci, entriamo nella vecchia darsena idrovolanti. Fino a ritornare al nostro porticciolo dove con qualche difficoltà nei parlati riusciamo anche a rimettere i parabordi ed entrare nel posto assegnato senza grandi difficoltà.

Gelato, gioco in spiaggia, cena, pianificazione dell'itinerario del giorno dopo e nanna presto.



2 maggio 2008 - 22 miglia


Partiti ore 8 da Lisanza, l'equipaggio si alterna al timone e alle manovre. Poco dopo Angera si alza la Tramontana e issiamo le vele procedendo di bolina verso Solcio prima e verso Ispra poi. Qui il vento diminuisce e con lui anche il tempo a disposizione, diamo quindi motore e ci dirigiamo verso le Isole Borromee e poi per Feriolo prima tappa della Crociera. Alle 12 siamo ormeggiati in transito e poco dopo con le gambe sotto il tavolo per la pappa.
Due passi sul lungo lago dopo pranzo per sgranchirsi, interrotti però quasi subito dall'Inverna che inizia a soffiare debole ma costante.
Risaliamo in barca, tutti ai propri posti per il disormeggio, usciamo sfruttando la spinta del vento che con il fiocco a collo ci allontana dal pontile e partiamo, issando prontamente la randa, con un lungo bordo verso Verbania che dobbiamo doppiare per raggiungere Laveno dove abbiamo prenotato per la notte.
Il vento sale i ragazzi si divertono, io un po' meno sento l'apprensione della responsabilità. Mi lego. 15 nodi di apparente procediamo a 4 nodi e mezzo tutti in falchetta con Chiara che timona alla grande.
Prima raffica oltre 17 il wind suona, portiamo la prua al vento, Valeria riesce a ridurre la randa e ripartiamo. Mi metto alla scotta, troppo dura per loro adesso, per seguire le raffiche che sempre più spesso fanno suonare il wind fino a che non decido, nonostante il divertimento dei ragazzi, di togliere la randa (una mano sola è troppo poca e non ne ho altre) per procedere con il solo fiocco.
Non stringiamo più come prima, ma la prua ormai punta oltre Verbania e possiamo procedere di bolina larga spesso oltre i 3 nodi con gli spruzzi che ogni tanto ci bagnano. Merenda, apro il tavolino in quadrato e i ragazzi si preparano una colossale abbuffata di schifezze (anche la cambusa è opera loro). Rimango solo in pozzetto e subito mi sento più tranquillo, isso la randa prima ridotta e poi piena e mi godo queste ultime 2 ore con Vikolocorto che corre sulle onde. Fino al ridosso di Cerro dove chiamo l'equipaggio per la manovra, ammainiamo le vele e entriamo nel porticciolo di Laveno, manovra parabordi più lesta questa volta, qualche problema permane con le gasse delle cime di ormeggio, arriviamo comunque al posto indicatoci con tutto l'equipaggio pronto all'ormeggio.
Sosta alla direzione, bagno e via per la seconda merenda del pomeriggio. Gelatone sul lungolago.
Torniamo in barca per preparare le cuccette, rivedere sulla carta il percorso e stabilire quello del giorno dopo.
Verso le 20 ritorniamo in paese per la cena (una precisazione: nonostante volessero rimanere a mangiare in barca ho preferito impormi sia per la necessità di farli camminare sia per la mia salute mentale).
Pizza, per me, cofana di patatine fritte per loro. alle 22 siamo già a nanna.


3 maggio 2008 - 11 miglia



Ci attende il lungo ritorno, da fare entro le 13 ora in cui i genitori ci aspettano a Lisanza, Sveglia alle 7 quindi, abluzioni ai bagni del porto, colazione con cioccolata e succhi e molliamo gli ormeggi. I parabordi svaniscono in un attimo, le cime di ormeggio sono addugliate sulle draglie ad asciugare, tutti hanno già indosso le felpe e le giacche a vento, memori del freddo della mattina prima, le borse ben chiuse sulle cuccette. Un equipaggio preparatissimo ormai.
Usciamo dal molo studiando le luci di ingresso per un futuro atterraggio, e mentre sto al timone i ragazzi aprono la carta per indicarmi la direzione da prendere e calcolare il tempo stimato per l'arrivo.
Il vento è da nord sui 10 nodi apriamo le ali e iniziamo la discesa tutti concentrati sulle manovre, io ormai inutile rimango a poppa ben legato. Dopo una mezz'ora propongo di issare anche il gennaker, Edo scende a prenderlo mentre le ragazze liberano le scotte e predispongono base e drizza tirandole in pozzetto. Prima issata con mura al posto della scotta, seconda perfetta. Scendiamo bordeggiando con il vento il giardinetto il gps comincia a salire sopra i 4 nodi, in alcuni momenti anche sopra i 5, massima velocità 5.6 i ragazzi si diverto io, come al solito, un po' meno. 15 nodi di apparente in poppa per 3 ragazzini su un viko sono un po' troppi, discretamente mi porto in prossimità della drizza del gennaker e ivi mi installo con una mano sullo stopper.
Andrà tutto bene, con una volata memorabile arriviamo fino a Ranco dove il vento come al solito ci lascia tanto repentinamente da incollare il gennaker sulle crociette.
Motore e, visto che siamo in anticipo, si va a caccia di onde. I ragazzi si installano a prua e io provvedo ad infradiciarli ben bene.
Alle 13, puntualissimi, ormeggiamo a Lisanza. Le sacche già pronte vengono trasportate alle auto, la barca viene chiusa e lavata e noi ci sdraiamo stanchi e felici sul prato ad aspettare le mamme e i papà, loro sono in ritardo.


25-26-27 aprile 2008
Raduno della Liberazione





24 aprile
dopo un'ottima cena alla solita locanda e ultimati i preparativi per la partenza ci infiliamo nei sacchi a pelo, sveglia puntata alle 7.

25 aprile - 26 miglia




La sveglia non servirà, gasatissimi siamo pronti per le 6,30, colazione veloce e via verso nord. Con la flottiglia che man mano si riunisce uscendo dai vari porti lungo il tragitto.

Alle 9 puntualissimi siamo tutti riuniti davanti a Monvalle per iniziare la nostra avventura. Manca solo il vento.
Dopo un'oretta decidiamo di spostarci tutti a Laveno sperando in meglio, nuova riunione di tutte le barche, una ventina mi ero dimenticato di dirlo, e una leggerissima tramontana inizia a spingerci di bolina verso nord. dura poco purtroppo e in 3 diamo fortet abbordando il pontile di Caldè per una sana sosta culinaria.

Il gruppo è ormai in vista dei Castelli quando molliamo gli ormeggi per prendere la coda dell'inverna che nel frattempo è giunta, Mattuan parte come un fulmine, io gli vado dietro tenendo la sua scia grazie al gennaker, il Trombo arriva con la freccia accesa sfanalando e ci sorpassa tutti e due sottovento poco prima dell'arrivo. Non era certo una regata, ma nessuno ci sta mai a perdere.

Eccoci quindi a Cannero, ci mettiamo in coda alle altre barche che stanno entrando e prendiamo finalmente posto, ogni barca un mondo a se, dal crocerone, alla macchina da corsa, dall'utilitaria al megacabinato, dall'equipaggio ai solitari. Ce n'è per tutti i gusti e siamo tutti li a salutarci, stringerci le mani e regalarci grandi sorrisi contenti dell'impresa. 15 barche e 36 persone in rotta verso Cannero tutti insieme con l'unico scopo (o quasi) di divertirsi e di questo dobbiamo tutti ringraziare il mitico Fabio. Di questo e della cena ovviamente: Sano Banano, un nome che ispira bar e locali alla moda è in realtà una semplice locanda con pizzeria che serve dell'ottimo pesce di lago a prezzi contenuti e dove si può prenotare per 25 e presentarsi in 36 ed essere comunque ben accolti. Servizio ottimo, pappa altrettanto, la serata trascorre piacevole fra aneddoti e risate.

26 aprile - 9 miglia




Ci si divide purtroppo, alcuni devono già rientrare, altri, stacanovisti, vogliono arrivare fino ad Ascona. Il programma è liberissimo e Vikolocorto fà quindi parte del 3° gruppo che decide di passare il canalone per poi tornare a Cannero per la notte.
Molliamo gli ormeggi e ci dirigiamo verso il canalone con una calma sotale che mi consente di arrivare fin quasi a toccare i castelli e non vi nascondo che sono stato tentato di scendere a terra. Abbiamo poi fatto rotta con qualche nodo di vento, tutti a vele bianche tranne noi facilitati dal gennaker, il canalone ha tenuto fede alla nomea comprimendo il gas e aumentandone la velocità fino a 16/18 nodi regalandoci qualche minuto di adrenalina, e portandoci in pocohissimo tempo a Cannobbio dove purtroppo la risacca era tale da impedirci l'approdo.
Decidiamo quindi di ritornare verso sud con una splendida bolina da "gabbie terzarolate" solo il trombo farà valere il peso castigandoci a vele piene. Giunti ai Castelli, nuovamente nella piatta, desistiamo dall'obiettivo Caldè e ritorniamo a Cannero. Pic-Nic sui pontili, con arrivo di nuovi amici, seguito da "attività libera" chi esce nuovamente a far due bordi nell'inverna che si è fatto nuovamente gagliardo, chi pennica chi passeggia, chi va in spiaggia
Alle 18 il gruppo passeggio ci fa sapere che purtroppo non si trova un ristorante per 18, il gruppo Mattuan si immola lasciando a noi il Sano Banano. Alle 19,30 affamatissimi siamo con i piedi sotto il tavolo. Non prima però di....

Lascia Lascia!

Arriva lo sloop in acciaio di 20 metri, che qualcuno avrà visto bazzicare l'alto lago, si avvicina al pontile e noi, da bravi marinai, ci apprestiamo ad agguantare le cime di ormeggio.
Lancio del canapo da prua, agguanto e comincio a tirare, LASCIA LASCIA! l'urlo viene da bordo, smetto di tirare e la prua si allontana, salta giù lo skipper agguanta la cima dalle mie mani e si mette a tirare (ma non potevo farlo io?). A bordo è il panico, non c'è nessuno in grado di manovrare, lanciano un'altra cima a mezzanave ancora più corta, lo skipper mi molla la prima e corre a prendere quella, (sapete cos'è una leva?) ovviamente più dura da tirare, intando urla ordini a bordo "barra a sinistra! macchine avanti!", non riesco più a tenere la cima e la fisso alla bitta così com'è, alzo gli occhi....

Salto, sbilancio indietro, cade di sedere capriola all'indietro, finito pontile splash, 60 enne brizzolato, tedesco, completa l'infradiciatura interna con quella esterna, in tre ci adopriamo per ripescarlo prima che finisca insaccato dalla barca.

Cima a terra anche a poppa ora, la bestia è a 3 metri dal pontile, con skipper a terra ormeggiata a prua e a poppa e piano piano il vento, per grazia ricevuta la avvicina e la appoggia con numerosi lamenti del pontile.

Stanchi ma con un bellissimo aneddoto da raccontare ci incamminiamo verso il Sano Banano.....
Ottima cena, saletta privata dove 3 coppie sedute più tardi ai tavoli rimasti liberi (ci sarebbe stato posto per tutti :censored: ) ci guardavano attoniti.
I gustosi manicaretti, i racconti di vela e di fritture e la Smart a molla ci hanno protato fino ai caffè abbastanza presto per avere poi le energie per seccare qualche bottiglia di birra e di grappa riuniti nell'accogliente pozzetto del Trombo.

27 aprile - 20 miglia




La notte passa calmissima, anche se il catamarano delle 8,30 offrirà un brusco risveglio ai più ancora fra le braccia di morfeo. Colazione al bar nella piazzetta con l'oste attonito per il via vai di beauty case :heila , breve breafing e, salutate le consorti automunite, si parte tutti insieme per il ritorno.

La flotta, ridotta a sole 4 imbarcazioni, inizia ad ingaggiare una lotta serrata a suon di virate nell'inverna che va aumentando. Con il Viko non posso ovviamente nulla contro Trombo e macchine da corsa varie, mi assesto quindi in una bolina larga verso la punta di Laveno, aiutandomi con il motore al minimo scendo a 4/5 nodi. Loro continuano con virate e controvirate lottando per circa 2 ore quando il vento ci molla e anche Paola decide di proseguire a motore, ammainiamo le vele di prua e a lento moto procediamo dritti rimanendo però a vista con le altre 2. I pazzi, specialmente Mattuan in solitario, proseguiranno invece lottando nei refoli fino a Ranco e oltre.

Poco dopo Laveno, con una diversione a salutare la nuova barca di beppeg (saluto abbastanza gelido), Vikolocorto e Trombo iniziano a distanziarsi su rotte che li porteranno ai loro porti di destinazione, una breve telefonata a Sergio per comunicargli che, sfatto, avrei accellerato e che poteva seguirmi a motore o rimanere solo e poi via verso Ranco imprecando man mano verso i motoscafi che come ogni anno ritornano ad attraversare con il loro comportamento incivile le nostre rotte.

Alle 16 sono all'ormeggio, cotto (nel vero senso della parola), rassetto la barca, la chiudo e mi sdraio sul prato ad aspettare Mattuan per aiutarlo nell'ormeggio e nel ricovero.

Potevamo non concludere in bellezza? Arriva un sms da Luca (Mosè) che ci invita per una birra al Germagna, alle 10, stanchi, satolli (s'è cenato insieme ovviamente) ci dirigiamo verso casa.

Dove, dopo brevissime abluzioni, ci corichiamo stanchi a cercar fra le coltri un poco di speranza, le castagne faranno il resto.

6 aprile 2008
Papà ed Io

E' un po' che ci penso, lo chiamo la sera prima e lo invito, alle 10 siamo in cantiere. Vento, ma che periodo!

Usciamo a fare i soliti bordi a caso, installo anche il pilota così si chiacchiera, è nuvolo e fa freschino, ma va bene lo stesso. Come al solito prima ad Arona, poi Angera a prendere i refoli della rocca, poi gennaker per scendere. Il vento cala, ma riusciamo ad arrivare in prossimità del cantiere dove ne rimane sempre un pochino in avanzo. Altri 4 bordi: bolina, poppa, bolina, poppa ed è ora di rientrare, sono arrivate le signore.

5 aprile 2008
Caronte

Non che ci sia bisogno di una scusa, ma qualche volta fa piacere averne di questo tipo. Lorenzo deve riportare Settenodi alla boa dopo aver fatto carena e recuperato le drizze che man mano aveva spedito in testa d'albero, passo a prenderlo alle 10 e saliamo insieme.

C'è vento, periodo felice, ma prima aiuto a montare il nuovo puntapiedi, quello vecchio l'ho strappato io mi sembra il minimo, e nel frattempo chiamo Massimo che ha dichiarato di vole salire.

Massimo è in palese ritardo, il puntapiedi è montato, il panino è mangiato. Non ci resta che uscire, armo Vikolocorto e mi butto nella mischia, bordi qui e la aspettando Settenodi che, senza motore, esce lesto lesto. Mi affianca in un attimo e mi supera sottovento, lo scontro è impari e per di più è arrivato Massimo, scendo a recuperarlo. Accosto al pontiletto e lui con un balzo felino è a bordo.

Lontane a nord si vedono le barche impegnate nella prima prova della Sud Verbano, andiamo a fargli "le onde". Bordo Arone, bordo Angera siamo nel gruppo, passiamo a salutare gli amici concentrati nella ricerca dei refoli, loro ci cagano poco e noi ci stufiamo presto della regata. Scendiamo verso la Lega Navale perché si son fatte le 3 e Lorenzo deve tornare a cucinare, lasciato settenodi rotta verso Lisanza, torniamo a settenodi, preso cellulare, rotta verso Lisanza.

Orneggio, merenda e a casina.

31 marzo 2008
Seconda uscita dell'anno

Ieri sera Valeria ha espresso il desiderio di uscire in barca, sono stanco dopo un'intera giornata di vela, tergiverso sperando nell'ora legale e nella sveglia oltre mezzodì.
Alle 8 sono in piedi che mi leggo un buon libro ed ecco che sbuca la faccina assonnata, mi guarda e... Andiamo?!

Porcapuzzola ci tocca, preparativi e verso le 11 andiamo al lago. Già si è detto su un forum che l'importante non è il mare o il lago, ma la distanza da esso infatti un'ora dopo abbiamo già le gambe sotto il tavolo del Germagna. Tanto vento non se ne sente.

Alle 14 un filo di tramontana si fa sentire, lasciamo la locanda, Valeria attivissima si porta a prua, Elisa controlla che i parabordi non si impiglino, Cinzia prepara il piede per il motoscafo (o meglio difende lo scafo dal piede del motore del vicino) e usciamo.
5/6 nodi, il Viko si appoggia sul fianco e parte ai consueti 3 nodi paciosi e tranquilli, un po' a zig zag per la timoniera ;-) Risaliamo verso Angera ingaggiando virtualmente con altre barche, calcolando gli incroci, verificando le posizioni rispetto ad una boa virtuale. Giochiamo.
Sull'ultimo bordo verso Angera finalmente prende il timone Valeria e il Viko procede ora in linea retta, arriviamo a pochi metri dal cantiere dov'è "nato" Vikolocorto e poi viriamo per inseguire un altro Viko incrociato in precedenza, purtroppo il vento cala. A motore ci accostiamo ad Arona. Il nuovo lungolago con parecchi posto barca è veramente bello, la famiglia scende a prendere il gelato e io rimango a fare due chiacchiere con il vicino.
Alle 16, finito il gelato, ripartiamo verso sud, le bimbe hanno espresso il desiderio di rivedere Bimba; ormeggiata alla Lega Navale sembra nuova, ci giriamo intorno a motore ricordando ad alta voce le avventure passate insieme. E' sempre ferma, sono sicuro che la nostra visita le ha fatto piacere.
Si alza l'Inverna, questa volta pilota Gino, isso le vele e partiamo verso sud, Valeria alla scotta di dritta, Elisa a sinistra, io alla randa, Cinzia a dormire. Bordeggiamo divertendoci, mentalmente controllo Nefertiti sottovento verificando se guadagna, per 3 bordi sembra rimanere dietro, sul 4° ci prende. Probabilmente non stava tirando, ma sono comunque contento della tenzone.
Valeria è interessata all'uso del pilota e alla regolazione della rotta in funzione del vento, facciamo alcune strambate per "studiare", fino a ritornare verso il cantiere. C'è ancora vento e le bimbe mi chiedono di ripartire ancora di bolina, l'apparente le stupisce ancora incomprensibile per loro.
Altri 2 bordi e poi è veramente ora di rientrare. Le bimbe si addormenteranno sul tavolo della Locanda poco dopo.


LA RACCONTO IO - di Cinzia
Ieri mattina mi si svegliano all'alba ore 9.30 del vecchio orario (mica mi adeguo in una notte) e mi dicono che si fa? Azz! Che smania di movimento, io c'ho sonno, ma tanto fanno e tanto dicono che alla fine, smuovo le mie stanche membra dal letto e preparommi di volata!!
Le belve, più sveglie e pimpanti che mai votano a favore del lago anzichè di un pranzo luculliano dalla nonna (proprio vero che invecchiando s'impara), tant'è che si parte, unica condizione, pranzo alla locanda che ho proprio voglia di ingollarmi un bel birrone!
Detto fatto, si beve e si mangia e si beve e poi via a sVIKOlar fuori dal porto.
C'è un pò d'arietta e si dà vela. Bella lì, pace e silenzio (belve a parte ovviamente).
Allora mi dico, vai che oggi è il giorno giusto! "TIMONO IO!!!!"
Miiiiiii non l'avessi mai fatto, a veder la scia pareva un percorso di agility!!!!
Allora la mia figliola più grande 9 anni) dice, mamma fai provare a me? Ma certo figliola!!! Surclassata, umiliata, stracciata. Così, con la scusa che comincia a far freschino, scendo sottocoperta per portare al riparo la piccola, seeee, 20 secondi e dormo, naturalmente il piccolo mostro risale subito in pozzetto ad aiutare la sorella maggiore. Così pare che mentre io dormo, dormo e dormo, Paddy se ne stia a prua e la Vale, con perfetta padronanza del pilota, vada tranquilla e faccia in autonomia virate, con l'ausilio della piccola per la regolazione delle vele. Mi sveglio che stiamo rientrando in cantiere e subito mi viene intimato di non salire, che così intronata potrei far più danni che altro, accidenti, l'unica cosa che avevo imparato era di saltare sul molo con eleganza e plasticità (peccato che ogni tanto mi dimentico di tenere la barca ).
Insomma, non c'è niente da fare, il mio ruolo in barca è proprio la Zavorra!!!!!
Quindi per consolarmi della faticaccia, altra sosta in locanda per un bel negroni e qualcosina da mangiare e poi viaaaaaa a casa a ....dormire ovviamente!!!!!!!


30 marzo 2008
Prima uscita dell'anno

Saliamo alle 9 per passare dal Piccaluga a rimirare l'Hanse del Beppeg, stranamente non c'è è in ritardo il camion arriverà mercoledì o giovedì :-D

A questo punto nessuna scusa è possibile e nic deve per forza venire con me sul Viko, prometto di riportarlo entro un'ora, così sarà. In quell'ora riusciamo ad attraversare il lago 2 volte, dare gennaker, vedere quel matto di Nizzetto armare randa e genoa e partire verso nord. Alle 10,30 lo sbarco al volo al pontile transiti e mi rifiondo fuori per sfruttare la tramontana rimasta.

Trasformo velocemente il Viko in versione solitario: giubbetto autogonfiabile, pilota, pannello solare e sono pronto a dare vela, randa e fiocco e via di bolina verso Arona, il genny pronto ancora attaccato alle drizze. Mentre vikolocorto risale autonomo il lago, gioco con il nuovo gps VMG su Angera e scruto con il binocolo la Lega Navale, settenodi è al pontile e c'è un tizio che armeggia attorno a Libero Pensiero, accosto e mi avvicino. E' riccardo che toglie la mutandona girando intorno alla barca con un canotto che sembra una giunca cinese da tanto è grande.
Non posso avvicinarmi molto a vela, ci diamo appuntamento "al largo" appena arriveranno i suoi amici. Strambo e isso il gennaker per qualche minuto poi risalgo ancora un po' verso Angera quando purtroppo il vento crolla. Provo a fare un po' di bolina, viro ancora e do motore verso Arona sperando in qualche refolo, ma ormai il lago è una tavola, è sempre una tavola, ma ora è stirata.
A motore scendo a vedere cosa fa Riccardo. E' ormeggiato bello placido al pontile, dei soci nemmeno l'ombra, con ampi gesti (lattine in mano) mi invita a fermarmi. Caldo stupendo, io vestito di nero :-( Riccardo è in costume iniziamo a scolarci la prima birra chiacchierando come al solito di barche. Ecco che sbuca Lorenzo, appoggia le vele sul pontile sale in barca e ne esce poco dopo con un "tiro a 4"... da 33 cl ovviamente. Ancora calma piatta ogni tanto su settenodi la bandiera bretone sventola timidamente. quando la situazione inizia a farsi disperata ecco che spunta il primo membro dell'equipaggio di Riccardo e ci salva con 3 birre da 50 cl, appena sufficienti, siamo però speranzosi nell'arrivo degli altri. Infatti arrivano e ci troviamo in 6 sul viko con patatine stecchini salati e una quindicina di cadaveri di alluminio.
La flemma del velista lacustre è proverbiale (Nizzetto è l'eccezione che conferma la regola), decidiamo quindi di uscire comunque in barca. Riccardo vuole provare comunque qualche manovra con lo spy, Lorenzo ed io finiamo le ultime 2 birre perché sarebbe un peccato sprecarle e poi usciamo.

Nemmeno a farlo apposta arriva l'Inverna, all'inizio increspa qualche chiazza sul lago poi si distende sui 5/6 nodi con qualche raffichetta a 8/9. Lorenzo me lo sono perso, Riccardo issa spy e parte verso nord, io risalgo di bolina verso Sesto.
Vikolocorto sbanda come al solito prepotente, ma io me frego lo lascio fare e mi concentro sulla regolazione delle vele con un occhio al GPS che subito mi soddisfa con un bellissimo 5.2. Imposto velocemente un Waypoint a Lisanza e gioco con i parametri di WNG. 4.8, L 005 velocità VMG 4.6, distanza 0,800, ETA 14,26. BELLISSIMO!
Alla Punta il vento è ancora sui 6 nodi, vedo Libero Pensiero effettiuare strane manovre con lo spynnaker, credo si tratti del "test Acquilone" quallo in cui si lasca tutto lasciandolo sventolare dalla testa d'albero, ma io non sono uno sparaboe certe cose non le capisco per di più è ora di rientrare. Riarmo il gennaker, poggio, strambo e lo isso a destra sotto la randa, in un attimo vikolocorto parte all'orza, il pilota fatica un pochino ma poi lo riprende, GPS a 5.6, guardo a prua e vedo la scotta sopravento che fa 2 giro attorno alla base della vela (così non c'ero ancora riuscito); mi lego, lasco un po' e vado a prua a sistemarlo.
Purtroppo a questa velocità sono già a ridosso del cantiere ammaino, tutto, accendo il motore e mentre il pilota mi riporta lentamente verso il porto rassetto la barca.
Alle 16 sono ormeggiato, la barca è coperta e mi avvio verso casa. 4 chiacchiere, ma proprio 4 con gli armatori del Phoenix che hanno appena alato la barca, biretta e altre 4 chiacchiere con Alfredo e alle 17 sono per strada.

dicembre 2007 - gennaio 2008
Lagonauti in salamoia




26 dicembre ore 7,00
salgo in macchina e mollo gli ormeggi alla volta di Genova. Arrivo, saluti, baci, abbracci, carichiamo il capoflotta da le disposizioni e si parte.
A lento moto usciamo dal porto non prima di aver issato la randa al riparo della diga davanti al Club Nautico Italiano, rotta ad est destinazione Savona o Varazze il vento è perfetto, un traverso di 15/20 nodi ci spinge verso Pegli avvicinandoci di mettiamo le cerate e riduciamo aspettando il suo consueto benvenuto. Non si fa attendere e ci accompagna fino a a Varazze con raffiche fino a 35 nodi, Infinita è più una paperetta che una barca a vela, ma tra una straorza e l'altra ci porta a destinazione.
Ore 14.00 il capoflotta su Indomabile comunica a noi e all'altra barca, Tabea, che la destinazione è Varazze. Attendiamo il loro arrivo e entriamo ormeggiando sul molo di sopraflutto. Abluzioni, noi e la barca, merenda e gita ai negozi.
Ore 20,00 stanchi ci prepariamo alla nanna non prima di aver subito un controllo della finanza che non avendo di meglio da fare si diletta a controllare documenti a destra e a manca.


27 dicembre ore 8,00
mi sveglio accendo il cellulare e scopro un messaggio della sera prima, un amico sapendomi li era venuto a cercarmi purtroppo ero già a nanna e mi è spiaciuto molto. Una delle cose belle era il telefonare a i vari amici del forum man mano che passavo davanti al loro porto, fino all'ultimo incontro.
Ore 10,00 arrivano 2 compagni, paghiamo il balzello, usciamo in ordine gerarchico e mettiamo la prua ad Est. Ancora tramontana oltre 30 nodi, navighiamo tra una straorza e l'altra al traverso con 2 mani e un barlume di genoa aperto.
Infinita, Bavaria 39, apre la fila a 6/7 nodi seguita da Indomabile, GibSea 43, un po' attardata Tabea, Sunshine 38, leggero e corsaiolo, soffre nonostante le 3 mani e la sola banda anti UV srotolata. Anche noi soffriamo un pochino, bisogna stare in gruppo, dopo un paio d'ore riceviamo autorizzazione a staccarci e come una fregata che naviga di conserva ad un convoglio ci lanciamo avanti spiegando i coltellacci in alto e in basso. Sbandati fino alle lande, sommersi dalla schiuma in breve stacchiamo gli altri. Passeremo un paio d'ore davanti ad Andora ad aspettarli.
Ormeggio ad Andora e giterella in paese per incontrare alcuni membri dell'equipaggio che si aggiungono e salutare altri che partono, anche se sul Infinita saremo sempre più o meno in 3 sulle altre il tournover è notevole, l'organizzazione prevede una navigazione in flottiglia da Genova a Nizza e ritorno con varie tappe dove chi vuole può scendere o salire liberamente. Capodanno a Nizza è l'unica tappa certa.


28 dicembre ore 10,00
Siamo di nuovo in 3: Dino, lo skipper, Claudia, la fidanzata (detta orsetto lavatore), ed io, il mozzo dormiente. L'obiettivo questa volta è Sanremo c'è un po' meno vento ed è più da Est quindi si va molto meglio e le straorze si contano sulle dita di una sola mano. Le mani alla randa invece sono sempre 2. Surfando e straorzando arriviamo anche a Sanremo. Il Marina di Portosole è in paese, organizzatissimo, ci accolgono con la pilotina e ci guidano a tre ormeggi affiancati, prendono le cime ci attaccano la corrente, ci spiegano come collegarci a internet con il wifi... Il conto ovviamente è proporzionato.
Gita in paese e cena tutti insieme ai "Tre scalini" mega grigliata e frittone di pesce.


29 dicembre ore 10,00
Oggi arrivano Cinzia e le bimbe, iniziavo a sentire un po' la mancanza. Gli ho dato appuntamento a Mentone.
Il mare è calmo e soffia ancora da levante senza gran impeto tant'è che riusciamo a togliere i terzaroli e a goderci anche un'ottima pastasciutta con burro e formaggio di capra a scaglie. Sempre annaffiato con acqua perchè a bordo non c'è altro e io senza mezzo sono costretto a rimanere vicino alla barca.
Mentone Garavan, porto privato, ci danno tre posti distanti, ma per fortuna noi siamo vicini al parcheggio così la famiglia può ricongiungersi senza fatica, le borse sono a bordo dalla partenza, mancano solo le vettovaglie che la mamma ci ha amorevolmente preparato. 2 tonnellate di salumi, 6 botti di vino, 123 kg di patè e una montagna di dolci fra cui biscotti, nutella, frutta secca, noci e noccioline. Finalmente si mangia come si conviene ad uno sparacambuse come me.
Giretto in paese e poi a nanna.


30 dicembre ore 10,00
Obiettivo in vista, Nizza o Villefrance sono a portata, il vento ancora più debole ci assicura una navigazione tranquilla per la nostra meta. Siamo di nuovo liberi dalla gomena e possiamo dar di sprone, un primo bordo per scapolare la punta rasenti e goderci lo spettacolo di Monaco e poi allarghiamo per l'ultimo capo. Onda incazzosa ma molto divertente, la grande pancia del Bavaria surfa sulle onde e ci fa divertire, Elisa ride ad ogni spruzzo Valeria si diverte anche se non gli piaciono i cavalloni che ci sovrastano prima di passarci sotto.
Doppiato il capo entriamo nella quiete della profonda insenatura di VilleFrance e qui, mentre aspettiamo il Commodoro per l'ingresso in porto, avvistiamo alcuni delfini. Entriamo nel piccolo porticciolo, sembra non esserci posto anche se non è consuetudine chiamiamo via radio senza però avere risposta. Rassegnati a dirigere per Nizza (a me piace di più, ma siamo in flottiglia) un villico in uscita ci da una dritta, ormeggiare all'ingresso dell'arsenale ci sono tre posti all'inglese che ha visto liberi. Perfetto! Rientriamo e ci dirigiamo verso il fondo, i posti ci sono è l'ingresso fra la prua di una navetta e quella di un swan che è un po' angusto, con un filo di apprensione e il "disinteressato" aiuto di un marinaio della navetta riusciamo ad infilarci tutti e tre e ci ritroviamo in un angolino di pace e tranquillità circondati da imbarcazioni da sogno... cracc, l'idillio si rompe con la voce del comandante del porto che arriva imprecando in francese, ma perfettamente comprensibile nel senso. Li non si può stare, comanda lui e prima di entrare bisognava chiamare. Il Commodoro lo guarda con occhio spento e viso di cemento finche questo non smette e ci indica dove allacciarci a corrente. È fatta.
Giusto il tenpo di ripetere il rito imprenscindibile del lavaggio dei ponti e alcuni prendono il treno per Nizza, altri cazzeggiano, io chiamo e attendo l'autista per Nizza. Si perché la rete ormai è talmente estesa che anche qui c'è un caro amico disposto a prelevarci in auto e portarci a cena. Tartare e patate fritte e poi in barca a far 2 chiacchiere sorseggiando grappa e nocino (anche questo offerto tempo fa da un Velarossino) mentre i bimbi fanno dapprima timidamente conoscenza e poi, ovviamente, puntano i piedi al momento di salutarci. Non prima di esserci accordati per la cena di capodanno che passeremo insieme.


31 dicembre orario imprecisato
Il tempo non ha più molto senso esco dopo aver fatto colazione vestito solo di jeans e maglietta, i passanti ci guardano curiosi, sulla spiaggia a pochi metri alcune persone prendono il sole, 2 temerarie vecchiette fanno perfino il bagno. Il vicino, brianzolo con Bentley targato Ginevra e bandiera inglese, mi saluta cordialmente mentre si fuma un sigaro gigantesco e sua nipote gli sbuccia amorevolmente dei mandarini.
Attendo stancamente l'ora del pranzo, l'idea sarebbe uscire con Tabea a far 2 bordi ma per fortuna il vento è assente. Il resto della comitiva si organizza per il cenone, noi siamo ospiti altrove quindi non abbiamo nemmeno questa incombenza, mi preoccupo solo di scongelare il patè della mamma e di mettere in fresco qualche bottiglia di prosecco.
Alle 19 siamo pronti, gli "altri" sono già chiusi su Indomabile pronti per attaccare l'enorme quantità di ostriche che si sono procurati, facciamo un salto a salutare e poco dopo siamo in auto con Luca alla volta di Nizza.........

Alle 19 passano a prenderci, saliamo in auto e percorriamo i pochi minuti che ci separano da Nizza. Su Saralù ci aspettano impazienti o meglio aspettano le minivittime questa volta non è necessario superare la fase timidezza aiutati anche dagli onnipresenti gameboy partono alla grande. A noi rimane solo la decisione delle poszioni a tavola.
Cenone frugale, poche cose, ma estremamente selezionate. Frutti di mare, patè in varie forme, lompo e uno spettacolare prosciutto al forno. Chiacchiere e schiamazzi piano piano si forma l'idea di uscire e andare sulla promenade, 8 in macchina e via con i bambini che si divertono un mucchio stipati nel baule.
I fuochi d'artificio sono molto belli ci stiamo chiedendo che ore siano quando le 3 moby ormeggiate rispondono con le loro megatrombe. Il 2008 è arrivato più in sordina rispetto alle feste di quando eravamo ragazzi, ma anche più sentito.
Dispiace sempre salutarsi ma l'ora tarda lo impone. Giunti alle barche un breve saluto agli altri provatissimi dall'ostricata e poi a nanna, domani si parte presto perché la meteo preannuncia peggioramenti.

1 gennaio
sveglia presto lo stato non è comatoso, ma nemmeno molto reattivo. Mentre il Commodoro schiavizza fidanzata e figlia con spugnetta e spruzzino per ripulire la coperta dell'ammiraglia, noi ci gustiamo un ottimo caffè con panettone.
I comandanti si consultano sull'ammiraglia, partenza alle 11.
Puntualissimi usciamo dal porto in ordine gerarchico e diamo vela, 2 mani per Indomabile e di conseguenza per noi 3 per Tabea, fatichiamo un po' ad uscire dalla baia, ma sappiamo che fuori ci aspetta un po' d'aria, sul naso purtroppo.
Infinita si comporta bene, bolina discretamente non batte sull'onda e tiene un discreto angolo, procediamo spediti staccando quasi subito il resto della flotta. Mentre in lontananza compare un'altra barca che a tutta tela ci raggiunge in poco tempo. Qualche scambio di infomazioni via telefono, lui al largo noi sottocosta abbiamo lo stesso vento (cioè lui ha un apparente di 22 nodi e noi di 16), non conviene un bordo o l'altro e ci salutiamo le mete sono diverse, noi Mentone lui Sanremo. Tiriamo un bellissimo bordo lungo costa con i grattaceli di Monaco a farci da cornice abbiamo quasi scapolato la punta quando il comandante poggia, l'ammiraglia segnala che dobbiamo starle vicino, proseguiremo di conserva mentre Tabea, che ha proseguito a motore, rimane a ciondolare all'imboccatura del porto ad attenderci.
Alle 17 siamo in porto a Mentone e ovviamente saralù è li a prenderci le cime :-)
Ormeggiano le prime due, per noi non c'è posto, potremmo stare al transito, ma il Commodoro ci impone di trasferirci al porto vecchio. Al transito troviamo posto e con un paio di manovre "da manuale" siamo fermi in banchina. Bhe fermi è una parola grossa, anzi mossa, prendiamo la risacca al traverso con ritorno dalla diga foranea, praticamente siamo a doppino sul faro rosso.
I nuovi ospiti imbarcati poco prima scendono disperati e con loro noi per una cena praticamente obbligata dai bambini che non vogliono saperne di separarsi.
Dopo cena, messi a letto i piccoli e vista la meteo prendo la decisione di abbandonare la nave. La previsione è neve, pioggia, grandine e soprattutto est. L'auto è a Genova, chiedo a Luca se mi può accompagnare in stazione per andare a riprenderla, indovinate un po'? A mezzanotte siamo a Genova.

2 gennaio ore 1,30
sono alla barca che balla come un cavallo imbizzarrito e per di più è lontana dal molo, non riesco a saltare, chiamo allora lo skipper per farmela avvicinare.
La mattina dopo colazione con Luca e le sue vittime e si riparte per Milano.



14 ottobre 2007
Solo







Oggi alle 9 ha preso il via la 3a edizione del raduno velico "Solo". Io c'ero e c'erano anche altre 58 imbarcazioni.

Sveglia alle 8, c'è chi arriva in acuo, chi esce dai camper chi fa capolino dal tambuccio un po' infreddolito durante la notte è saltata la corrente. Come al solito il Verbano regala uno spettacolare nebbione e un'umidità impareggiabili. Noi marinai d'acqua dolce siamo abituati e nessuno si scompone, secchio e ramazza e via ad asciugare le barche, breafing veloce dove l'organizzazione si raccomanda di indossare i giubbetti e di prestare massima attenzione negli incroci mantenendo il massimo fair play con chi dovesse essere in difficoltà. Lo spirito della regata è tutto improntato al divertimento e non sono ammessi i reclami. Percorso a bastone, Monvalle Isola Madre, Monvalle.

Tutti in barca, via gli ormeggi e i parabordi (in queste occasioni si tolgono). Molto nuvoloso soffia da SE 3/4 nodi, difficilmente avremo tramontana, partenza in poppa quindi. 9 primo segnale, vento cade, sono a 100 metri dalla linea, fiocco avvolto, 9,04 segnale isso il gennaker e parto in boa mure a sinistra, sono tutti sulla linea a vele bianche, 9,05 partiti.
Tutti mure a dritta sulla barca giuria, verso costa, issate di spy che si sgonfiano, io e altri pochi abbiamo abbrivio e liberi creiamo apparente, sono piccolo in mezzo ai titani ma mi difendo, ne passo perfino un paio. Continuo ad orzare negli scarsi fino a che cade completamente il vento e strambo per tenermi più possibile per rotta.
5 nodi, zero, 4 nodi, zero, il vento fa le bizze, 2 nodi, 5 nodi, 3, 7, 5, 8 lo scafo canta e le vele si gonfiano sembra proprio che l'inverna voglia essere della partita, anomala la mattina, rafficata e volubile, ma c'è.
8 nodi apparente in poppa strambo orzo accellero, 3, 5, 6.2 in un tratto. Mi esalto, fanculo a chi dice che il Viko è pericoloso, il pilota pilota, nelle raffiche lo tengo bene, continuo con il gennaker. I più grossi mi lasciano, ma molti li tengo dietro, inizio una serie di strambate per rimanere a centro lago e diminuire il rischio di raffiche e salti di vento. Il vento rinforza ancora a 100 metri da me un Twister parte in straorza. La boa si avvicina, comincio a pensare come ammainare senza fare un disastro, metto in chiaro tutte le cime, preparo il fiocco, cazzo un po' la randa. Sono in boa, con 2 Comet 910 1 Ecumino e 1 Altura 701, mi esalto!
Entro deciso in boa, con ancora il gennaker, ci provo. Fuori il fiocco, drizza gennaker in acqua, comando la virata e volo ad ammaninare, sparo la drizza la vela viene giù morbida e sparisce sottocoperta.
Il windex sale a 18 nodi, comando una virata lenta e mentre la barca si gira, prendo una mano, passo il fiocco e parto davanti a tutti. Posso riposarmi, meto in chiaro drizze e scotte scendo un istante per spostare il gennaker e prendere un panino. Il vento cala 15 nodi, poi 10, nelle raffiche farò fatica e non potrò mollare la scotta un secondo, ma gli altri si avvicinano. tolgo la mano e il Viko si riassesta sui 5 nodi, purtroppo non c'è niente da fare i comet mi lasciano al palo solo un polacco sui 7 metri e un firstino mi rimangono accanto per un po' poi vanno via piano piano. Il vento cala ancora e anche la tensione, non la mia quella della batteria, il pilota mi lascia, ma ormai con 4/5 nodi anche l'elastico va bene.
Sono al traguardo pen'ultimo, a pochissimo da un gruppetto di 5 barche, dietro un 24 piedi. Contento.


15 settembre 2007
Traino Agila con carrello
Sabato sono andato a prendere il carrello, finalmente può iniziare il progetto Viko in strada.


agosto 2007
Quattro svitati sul Viko - parte lunga
In attesa del resoconto dell'armatore.



4 agosto 2007 - 10 miglia




H15,00
Carichiamo la barca con vettovaglie e vestiario. Sistemo dotazioni sicurezza e ancora di rispetto, montato connettore benzina.
H15,30
Varo da scivolo, lago basso, scivolo molto pendente. ricordarsi di mettere prima del varo una cima a prua.
Motore partito subito.
H 16,30
Partiti direzione Monvalle, S 8 nodi Randa + Gennaker. Arrivo a Monvalle h 19.00 con solo un'ora di motore.
Ormeggio lato DX con 3 parabordi, 2 cime a doppino, si sente la mancanza delle molle
H 20,30 cena in sede AVN invitati
H 23,00 nanna

5 agosto 2007 - 9 miglia
Sveglia ore 9,00
Abluzioni e docce, partenza ore 11,00
Motore a secco di tela, fino a S. Caterina poi a Cerro, ormeggio boa per il pranzo.
H14,30 Vento da S, vela dalla boa, Randa + fiocco, poi Gennaker fino a I. Madre quindi rotta Nord per Verbania e lungo bordo fino a Cerro poi Laveno per la notte.
Ormeggio e gita in paese, cena con pizza da asporto. A nanna H 11,00.
3 h motore

6 agosto 2007 - 30 miglia



Sveglia H9,00
Pane e pizzette per pranzo
H 10,20 rotta N a secco di vele con pilota
H 11,30 a Caldè sosta per benzina (11 euro)
H12,30 ai castelli di Cannero, ormeggio N scoglio in 10 metri; tutta catena + 15 metri tessile
H 13,30 per onde fastidiose ripartiamo verso Sud.
Motore per mezzora poi 10 nodi inverna Randa + Fiocco fino a Laveno quindi randa + motore fino a Ranco, poi motore, attracco a Lisanza alle 18,30, cena al Germagna
(6 ore motore)

7 agosto 2007 - 0 miglia
Nuvoloso N6/8 nodi rimaniamo in porto
H 20,00 pioggia tendalino fa acqua dalle cuciture

8-9-10 agoasto 2007
Nuvoloso N 4/6 nodi, rimaniamo in porto

11 agosto 2007 - 25 miglia



Ore 8,30 tempo sereno, molliamo gli ormeggi in direzione nord obiettivo Laveno
Ore 10,30 avvicinandoci a Cerro dopo l'ispezione dei giorni precedenti proviamo ad entrare.
All'inizio del porto sul lato DX 1,60 di fondo anelli per ormeggio, Bar + ristorante a vista edicola e spaccio a 100 metri sulla sx
Ore 11,30 aperitivo e poi rotta per Laveno che risulta essere pieno,
Proseguiamo per Caldè , avvicinando le sponde per bagno, pochi metri da riva oltre 50 metri di fondo ci attracchiamo ad una boa libera per bagno e pranzo.
Purtroppo la solita risacca fastidiosa ci costringe a ripartire, prima pensiamo a Caldè poi decidiamo per Cannero, chiamando il porto Banano (35 euro, risacca forte fino a sera, docce e bagni puliti), ormeggio ore 16,30, doccia e verso le 18,00 ci incamminiamo sul lungolago verso il porto vecchio, saliamo in un vicolo fermandoci al ristorante Sano Banano (60 euro pesce di lago ottimo). Ritorno in porto e notte tranquilla.

12 agosto - 13 miglia



Rotta per la svizzera
Molliamo gli ormeggi alle 8,30 per risalire obbiettivo Ascona, seguendo la sponda piemontese per fermarci a Cannobbio per mercato. Impossibile per la ressa di imbarcazioni proseguiamo quindi verso Brissago accostando alla dogana (necessario solo in dir. Sud).
Scapoliamo le isole a ovest per vedere i porti disponibili che non riusciamo ad individuare, alle 11,30 raggiungiamo Ascona e ormeggiamo in transito.
Gita ad Ascona con trenino. Pranzo con pizza e menù bambini alle 16,30 trasferimento al porto comunale, ormeggio e chiediamo in capitaneria per la notte, porto molto bello con tutti i servizi (35 euro)
(5 ore motore, fatto 5 litri da tanica)

13 agosto 2007 - 21 miglia




Alla foce del Ticino
Dopo colazione con amici toscani usciamo e procediamo in direzione nord per Magadino dove arriviamo in circa un'ora.
A SX del paese si scorge il canale con segnaletica fluviale, imboccatura con 2 metri di fondo sale poi a circa 3 metri, risalimao il fuime per circa 500 metri poi il canale non è più navigabile.
Dirigiamo a sud costeggiando molti bei paesini fino a Zenna. Vento di inverna 10 nodi, bordi di bolina fino ai castelli di cannero, ormeggio a cannero h 16,00, cena con panino al porto vecchio

14 agosto 2007 - 0 miglia
Piove.
gita alle isole (Cannero I. Pescatori 48 euro) pranzo al ristorante visita all'isola.

15 agosto 2007 - 30 miglia



sveglia H 8,00 partenza H 8,40
Rotta sud costeggiando lato piemontese non riusciamo a distinguere paese sulla cartina.
Ore 10,30 tramontana 5 nodi Randa + Gennaker rotta Ghiffa poi Laveno
ore 11,30 calma di vento, motore per punta della castagnola.
ore 12,30 ormeggio a Belvedere foce toce, bagno e pranzo
ore 16,30 salpiamo per andare ad ormeggiare a Feriolo. Ormeggio ai pontili porticciolo per sentirmi dire che sono tutti assegnati. Attendo allora che si liberi posto in transito, verso le 19,00 ci spostiamo e ceniamo in pizzeria sul lungolago.
ore 21,00 molliamo gli ormeggi per Laveno alle 23,00 siamo a laveno per i fuochi.
Rientor a motore dalle 23,30 alle 1,20
(7 ore motore, 5 litri fatti)


1° maggio 2007
Quattro svitati sul Viko






Venerdì 27 aprile, la vigilia del gran giorno. Deciso, si fa, si preparano le sacche, la cambusa, i suppellettili e per completare l'opera il nostro comandante si aggiudica, superando un periglioso esame, l'abilitazione a far il lago per il lungo!!! Tutto è perfetto, nulla ci potrà più ostacolare.

Sabato 28 aprile, è l'alba del gran giorno, incontriamo il primo ostacolo, l'equipaggio minaccia l'ammutinamento scontento per il piano della vacanza (Valeria non ne vuol sapere di fare 4 giorni sul natante). Democraticamente il comandante ed io (armatore) prendiamo in esame le argomentazioni degli ammutinati e dopo lunga ed attenta disamina optiamo per fregarcene totalmente, minacciando il recesso dall'abbonamento SKY in caso di ulteriori recriminazioni. Tutti d'accordo e felici (chi più e chi meno) partiamo alla volta del porto d'imbarco.
Ore 11 siamo sul pontile, carichiamo le 8 tonnellate di mercanzia varia sulla barca e stremati ripariamo alla ormai ben nota locanda per un pasto ristoratore insieme ad alcuni amici (Massimo e Claudia) giunti all'uopo per sventolare i loro fazzolettini.
Dopo giusto ristoro, verso le 15 invogliati da una dolce brezza, ci stacchiamo dal pontile alla volta di Monvalle.
Giornata fantastica!!!!! Con un nobile spiegamento di vele su cui spicca imponente ed azzurra Jenny, un sole stupendo (c'ho 'na tintarella da far invidia), l'equipaggio ormai tranquillo e collaborativo filiamo via che è un piacere!!!!!
Il comandante, avvezzo a far da solo, si smazza tutti i problemi della navigazione, la Vale se ne va a prua a prender il sole e La Belva incomincia a saltellar a destra e a manca, così, tanto per tenermi sveglia incomincia a sparar a raffica richieste, lei non ha la modalità colpo singolo, no, solo a raffiche di 5-10 richieste alla volta, sa mai che riesca a starle dietro!!!! Così si attacca con ...."ho fame, ho sete, ho sonno, mi fa mal la testa, mi scappa la pipì, voglio scendere, voglio salire, papà posso guidare, mi dai una corda per giocare, ho caldo, ho freddo...............voglio andar a prua dalla Vale!" Aaaaaaaaaaargh!!!!!!!!! Eccola lì la richiesta da panico. Allora dai, dillo, vuoi piantare il primo chiodo nella mia bara!!!!!!!!!
Non è che io sia una mamma particolarmente ansiosa, ma siccome non è che sappia nuotare proprio bene bene bene, il connubio bimba piccola-barca-lago profondo con acqua fredda, mi mette un filo di ansia. Accidenti, partiti da 30 minuti e sono già all'aceto.
Ma ecco che il Paddy, in questo guazzabuglio, con calma serafica mi da il giubbotto salvamostro e mi dice "Tranquilla, mettile questo e lasciala andare".
"MA SEI FUORIIII??????"
Faccio un po' di resistenza e poi cedo, non poco in ansia, la includo nel giubbotto e partiamo alla volta della prua, con lei che saltella felice ed io che la tengo per la maniglia. Incredibile, l'esperienza la appaga, si siede tranquilla e ce ne stiamo belle placide per un paio d'ore la davanti tutte e tre a cantare le canzoni dell'asilo e sparare col cannone da 12 libre ai "motoschifiù2 che ci fanno le onde. Unico momento di agitazione: vola via il cappellino di Winnie the Pooh. Che tristezza, ci piaceva tanto!!!!
E Paddy???? Paddy timona, lì tutto solo in pozzetto, ma secondo me ci si sta divertendo non poco anche lui!!!!
Intanto Jenny, sapientemente condotta dal nocchiere ci trascina in un attimo fin in quel di Monvalle, dove ritroviamo i nostri amici che lasciati sul pontile a Lisanza, in quell'attimo di tempo si sono visitati il museo dei trasporti (splendido per altro) e ci hanno preceduto a destinazione.
Caspita! Sono già le 18. Il sole è ancora alto, quindi, dopo una manovra d'ormeggio a dir poco perfetta, noi signore e signorine saltiamo a terra e andiamo a sgranchirci le gambe, mentre lo steward di bordo appronta per la sosta e la notte.
Questioni burocratiche non ci consentono di cenare presso la club house di Monvalle, così il buon Luciano ci invita a cena da lui in quel di Travedona Monate. Prima delle 19.30, ora in cui il nostro ospite ci dovrebbe prelevare (ma essendo fidanzato di Paola e da lei influenzato in materia di orari, non sarà possibile), per un giro di telefonate con amici che sapevamo essere al lago per quel ponte, la compagnia lievita (ci raggiungono Voom e............ oh mio Dio non me lo ricordo!!!!! Perdonami!) ed alla fine l'allegra brigata è di 10 persone, ciascuno col suo contributo alla cena ed un buon motivo per far baldoria!!!! In un attimo si fa mezzanotte e alla poco velata richiesta di Elisa di andare a dormire, la compagnia si saluta. Massimo e Claudia ritorneranno a casa (sono ahimè senza natante), mentre con gli altri l'appuntamento è per il giorno dopo, a una cert'ora, da qualche parte. Evviva i cellulari!!! Inutile dirlo, il sonno arriva all'istante e 10 minuti dopo esser saliti in barca dormiamo cullati dal silenzio e dal pigro respiro delle nere acque del lago.

Paraparaparapà paraparaparapà, svegliaaaaaaaaa!!!! 29 aprile, eccoci! Miiiiiii sono le 9 e mezzo!!!! Il sole è già alto, ma l'aria frizzante. Ci alziamo, ma Paola e Luciano sono arrivati??? Noooo! Ok, facciamo colazione. Eccoli, presto che si va. Seeeeeeeeee. Facciamo n tempo a far la doccia in 3, risaliamo in barca, ci prepariamo e molliamo gli ormeggi in contemporanea. Mi sa che oggi il vento non ci assiste un gran che, pazienza, si fa quel che si può.
Eccoci lì tutti belli felici e raggianti che navighiamo per lo più a motore, che di vento se ne parla ben poco, a caccia dei regatanti partiti proprio quella mattina da Laveno????? (sono una bestia coi nomi) per vedere come se la cavano Oplà e Mave che sappiamo parteciparvi. Li troviamo infatti puntuali nei pressi di una boa (non saprei quale, ma temo ce ne fossero diverse) che ciondolano tristi ed accaldati senza neppure una bava d'aria. Peccato!!!! Saluti e divertitevi e viaaaaa che si riparte (sempre a motore). Programmiamo una sosta pappa per l'appetitosissssssssima insalata di pasta preparata da Paola, ma il vento, rispettando la legge di Murphy, si presenta puntuale al momento del pranzo e, che vuoi fare, lasciartelo scappare?????? Non sia mai!!!! Quindi, inghiotto a vuoto sognando la pasta e scendo in cambusa per vedere che si può metter sotto ai denti. Fortuna che abbiamo sempre paura di morir di fame e ci portiamo un mucchio di roba!!!!!
Salvati da Simmenthal, Tulip, pancarrè e prosciutto, ci godiamo quel po' d'arietta che la giornata ci regala. Sentiamo anche Voom, che è a zonzo per il lago e ci diamo un puntello per la sera.
Primo pomeriggio, ci accorgiamo che il livello del reattore delle bambine è giunto alla soglia critica, occorre un arresto d'emergenza. Sono circa le 15, siamo in giro dalle 10. Può bastare. Volgiamo la prua a terra; si dice che a Pallanza vi siano dei pontili a cui si può ormaggiare. Palle! A Pallanza non c'è niente. Insomma, gira che ti rigira finiamo a Feriolo, stupendo paesino (già meta di un Pic-nic lo scorso anno), dove ci sono dei bei pontili nuovi, quasi tutti vuoti. Strano!!!!
Taaaaaac! Ormeggiamo in scioltezza, le bimbe schizzano giù dalla barca e filiamo dritte dritte a farci un mega gelato al baretto sul porto (il Paddy giace sfinito in pozzetto), dove per altro chiedo se sia possibile ormeggiare liberamente o con chi eventualmente bisogna parlare. Viene interpellato il Sig. Giuseppe saggio anziano della comunità, che dice non esserci problema, "tanto mica ci passate la notte" e io dico, "ma in effetti ce la passeremmo eccome". "Ah ah ah ah ah".
Capirò più tardi il motivo di tanta ilarità. Porto un birra ghiacciata al marinaio, che nel frattempo s'è gettato nel lago (non per la disperazione ma per rinfrescarsi), acchiappo telini da spiaggia, libro (per sedercisi sopra, non crederete che riesca a leggere con i due mostri in giro) e vado con Vale e Sisa a giocare sulla spiaggia. "Mi raccomando ci si bagna fino alle caviglie!!!" Si! E dico 1 e dico 2 e dico......... Vale non andar sotto in apnea e non affogar la Sisa!!!
Pazienza, fatto il bagno si asciugheranno al sole, rimaniamo ancora un po' lì a giocare, ma ecco che arrivano Paola e Luciano, traac ormeggiano pure loro. Dopo neanche un'ora arrivano anche Voom e ............ :-) (non me ne volere), che essendosi fatti (da soli per altro) una cattiva pubblicità sulle loro capacità di manovra, tirano fuori da tutti noi l'animo dell'ormeggiatore e si ritrovano quindi con quattro personaggi più o meno capaci a tentare d'aiutarli. Alla fine, con tutte le barche saldamente fissate al pontile, ci facciamo due passi per il paese ed un meritatissimo aperitivo. Ma non finisce qui. Il cielo si rannuvola e quando, tutti a bordo del Trombo, finalmente ceniamo, comincia pure a far freschino. Ci sono in giro dei temporali, si alza il vento e c'è pure onda. Le bimbe vanno a letto e Paddy va su Vikolocorto con loro, mentre io conto di trattenermi con gli altri per un giro di coca e rum. Per fortuna che la coca era calda e il miscuglio faceva pure un po' schifo, altrimenti mi sarebbe dispiaciuto parecchio abbandonare quasi subito la compagnia. Paddy chiama, guardo la nostra barca, sembra un cavallo indomato, s'impenna, scalcia, salta; mi dice che le bimbe sono agitate, meglio se vado anche io. Certo che vengo, ma chi ci passa su quel cavolo di finger (si scriverà così?) che si muove come un boa ubriaco col ballo di san vito largo 20 cm????? Fortuna che il viko è corto (lo dice pure il nome), le sartie sono vicine, le agguanto e salto su. In cabina è veramente da paura. Il mio stomaco leva subito una protesta, che rientra appena lo minaccio di digiuno per 2 giorni; riesco per fortuna a tranquillizzare le bimbe (specie la piccola) che dopo poco si addormenta... nella mia cuccetta, ovvio e adesso dove mi metto? Il nostro comandante è ancora fuori in pozzetto a controllare la situazione quando, verso la mezzanotte comincia ad acquietarsi la buriana. Riesco a metter la Eli al suo posto e ora che tutto è tranquillo anche il Paddy scende sottocoperta. Crolliamo come castelli di carte a Capo Testa con 50 nodi di maestrale.
Viene naturale pensar che segua un tranquillo lasso di tempo dedicato al riposo, insomma che la giornata sia finita. NNNNOOOOOOOOOOO!!!
Ore 01.30 (zerounopuntotrenta) suona il cellulare di Paddy. Ma chi ca.... macchè cacch.... ma...... loro, si, gli omonimi intrepidi marinai Nic e Nicola si premurano di farci sapere che stanno bene e son giunti a destinazione. Confesso, non è che a quell'ora fosse una delle mie priorità. Vabbè, finalmente di dorme.Zzzzzz

Lunedì 30. Sveglia ore 9. Cielo cupo, calma piatta. Per fortuna la giornata inizia sotto l'ottimo auspicio delle brioches fresche che il mozzo è andato ad acquistarci di buon ora (litigandosele per altro con il sig. Giuseppe del giorno prima). Scrocco un zicco di caffè a Voom e entro a pieno titolo nel mondo degli esseri viventi.
Accidenti, giornata fiacca, il cielo fosco smorza un po' l'entusiasmo, le previsioni danno pioggia nel tardo pomeriggio, quindi decidiamo di non rischiare e mesti mesti rimettiamo la prua verso i porti di origine. Per un po' procediamo in fila indiana a motore (qui non ci batte nessuno), ma appena fuori dalle isole tataaaaa si alza un po' d'aria e allora viaaa che si tiran su le vele. Voom in un nano secondo scompare alla vista, mentre per un po' teniamo testa a Paola, solo e unicamente perché le ci vuole un po' a scendere, recuperare, inferire ed issare la vela di prua. Fatto ciò, neanche a dirlo scompare all'istante.
Anche oggi, per il terzo postulato della legge di Murphy, il vento tiene quel tanto per farci saltare il pranzo e dopo, ma solo dopo, che abbiamo acquietato i morsi della fame con i soliti panini e la simmental, ci molla, costringendoci a riaccendere il motore. Naturalmente questo vale solo per noi, per la Voombarca e per la Melbarca di vento ce n'è ancora parecchio. Pazienza!
Smotoran-smotorando ci avviciniamo ad Angera ed ecco che appare una vela noi nota. "E' lui o non è lui?" ceeeeeeeerrrrrto che è lui!!! Eccolo lì il povero Mave, tutto soletto, stremato per la fatica e la mancanza di cibo. Incredibile!!!!!! Potrà mai un cuoco ridursi così' Senza manco una galletta coi vermi????? Per fortuna che il panciutissimo Viko ha sempre un angolino per il cibo di troppo, così corriamo in soccorso del pover' uomo e gli lanciamo un pacco di brioches. Gasp! Salvato dalla Barilla. Però lo dicono sempre nella pubblicità che se c'hai il mulino bianco sei fichissimo, stai benissimo, c'hai gli omini che di notte ti fanno il pane e i biscotti e vivi in un posto con le spighe invece che le strade. Storioso no? Devo mangiarne di più, sa' mai che funzioni. E se ingrasso e basta?????
Vabbè, lasciamo perdere. Dicevo, rifocillatosi anche il nostro caro Mave, scompare all'orizzonte (anche per lui c'è vento).
E noi ancora a motore. C'è anche da dire che oggi sul lago c'è un gran traffico e con tutti sti natanti che ti natano a destra e a sinistra, ci sono un sacco di onde e noi sul nostro vikolino a vela staremmo più o meno come sulle rapide di Gardaland. Siamo più o meno davanti ad Angera quando ritroviamo il nostro Voom, azzoppato di una vela per non so quale rottura di non so che importanza, ergo, la spiegazione del fatto non supera la nebbiolina irridescente della mia ignoranza.
Salutiamo e andiamo.
Ormai ci siamo, ecco il cantiere, bimbe sottocoperta, ci apprestiamo alla manovra d'ormeggio, ma......ma..... "Chi c........avolo ha messo lì quel motoscafo che non ci si passa? E anche se ci si passa poi quello è intronato a far manovra e mi tranva la barca!!!!!!" Ok, niente paura, niente che un cellulare non possa risolvere. Chiamiamo il cantiere e prontamente (strano, ma per fortuna) arrivano a spostare l'affare per consentirci l'ormeggio e taaaaaac con un balzo fra il plastico e il felino (stile gatto di gomma) mi porto sul pontile e faccio la mia parte, passo le cime, la Vale alle bitte a prua, il Paddy a poppa.
Arrivati! Bello, ma siamo un po' cottarelli. Il comandante naturalmente non abbandona la sua nave, mentre noi ci precipitiamo da Freddy per la merenda e appena tornati andiamo a farci una doccia fantastica.
Ormai è sera e ce ne andiamo a mangiare un boccone ancora alla locanda, una cosa veloce che siamo tutti sconvolti. Comincia a far freschino e si sentono nell'aria i primi segnali dell'arrivo della pioggia.
Rientriamo presto, tappa in bagno e poi si fila a letto; le belve hanno ancora la forza per un cartone, fuori incomincia a gocciolare come previsto, poi si spegne tutto e finalmente si dorme.

Martedì 1 maggio è una vera schifezza. Il tempo è veramente deprimente quindi, scaricati i bagagli, sistemiamo la barca, la laviamo ed essendosi fatto mezzogiorno torniamo immancabilmente in locanda. L'aria è fiacca, la vacanza è finita, la stanchezza è tanta. Però ci siamo divertiti un sacco, la compagnia è stata ottima e per la verità le figliole inaspettatamente brave.E' ora di tornare a casa.
Carichiamo le nostre stanche membra sull'auto e si parte..........zzzzzz.........ehi! ma siamo già ad Arese????

Ciao alla prossima.

Zavorra



14 aprile 2007
Inverna galiardo
L' obiettivo della giornata era montare lo spray hood e fissare meglio il "sedile" di Gino, dopo pranzo l'inverna ha cominciato a soffiare costante sopra i 6 nodi, che fare?
Per di più Riccardo era li davanti con il suo "sogno", usciamo.
"2 bordi però poi rientriamo per aiutare Sergio su Mattuan".
Usciti alle 14,30 alle 18 siamo oltre Angera, procediamo bene sotto gennaker, il pilota automatico ci consente di tenerlo tranquillamente a farfalla in poppa piena. Il First di riccardo, invece, non riusciamo a tenerelo nemmeno in vista, troppo veloce.
Nno importa, apro una birra ghiacciata, mi siedo in falchetta, e mi godo la giornata di sole. Questo è il Vikospirito.





18 marzo 2007
Notturna
Ieri è stata una giornata stupenda. Tramontana dalle 11 che ci ha spinto prima fino ad Angera e poi giù giù fino al fondo lago (ho rivisto il Laser 4000 rosso) quando, verso le 12,30, è calata per girare improvvisamente da sud spalmando il gennaker sulle crocette.
Poco male, avvolto poggiato e riaperto ci siamo fatti un'altra sgroppata verso nord. Il Viko va che è uno spettacolo, mettere la falchetta in acqua, o avvicinarla, mi fa ancora un po' paura, ma ogni volta il feeling aumenta, nessun problema di affiatamento con la pasta al sugo mangiata mentre Gino si occupava di tenere la rotta.

Non è tutto. Come la solito ci siamo rilassati alla Locanda Germagna con una buona birra e un piatto di carbonara, verso le 10 gli amici ci hanno salutato e noi siamo andati a preparare la cuccia. Stufetta, musica, caffè e grappa. A mezzanotte ho messo fuori le scarpe, guardato un alto l'anemometro girava.
Non ho battuto il record, ma in 6 minuti secchi ero fuori con le vele a segno, lungo bordo nella pace più assoluta (a parte le giostre di Arona) fino dall'altra parte del lago, virata e bolina fino all'ormeggio. Stufetta e nanna fino alle 10.




ANCHE STAVOLTA C’ERO ANCH’IO - Cinzia

Sabato arrivo al lago verso le 17.30, già sconvolta del mio, che si fa?

Ci si gira e rigira per un po’, ormai sta calando la sera e, per non saper ne leggere ne scrivere, ci fermiamo alla locanda per un breve e frugale pasto. Inutile dirlo, scatta l’aperitivo, la carbonara, un boccalone di birra e l’immancabile cicchetto. Riscaldati nel cuore e nell’anima vero le 22.30 salutiamo gli amici e decidiamo di passare la notte in barca.

Farà freddo? Attacchiamo la stufa? Meglio si che no!

Il buon Paddy, già bello che spantalonato, si riveste ed esce ad attaccare la corrente. Subito si diffonde un gradevole teporino che in pochi minuti si trasforma nel cosiddetto caldo torrido da deserto sahariano. Ok spegniamo la stufetta.

Facciamo un po’ di musica, io suono il piano e lui la tromba, poi verso mezzanotte il comandante apre il boccaporto per riuscire a respirare agevolmente, mette fuori il naso e dice “C’è un po’ d’arietta, usciamo?” ed io, prendendolo assolutamente in contropiede dico “Certo, si può veleggiare in pigiama?”

Detto e fatto. Stacchiamo la stufetta e in 5 minuti siamo fuori dal porto. Fantastico, non c’è in giro nessuno (ovvio, quanti sono i …..beep, che escono in barca a quell’ora?).

Una dolce arietta ci sospinge agevolmente nell’aria tersa e frizzante della notte, le luci si riflettono nelle nere calme acque del lago, l’MP3 fornisce dolci melodie, la grappa ci riscalda e le membra, il Luna Park ad Arona Rompe le scatole a non finire con la sua cacofonia di luci e suoni a volume impossibile.

Poi come in risposta alle nostre preghiere, gira il vento e porta i suoni del Luna Park lontano dalle nostre orecchie. Si sta facendo tardi e comincia proprio a fare freschino.

Invertiamo la rotta e verso la una, rientriamo in porto. Assonnati e surgelati, attacchiamo la stufetta e ce ne andiamo a nanna.

Bella esperienza e, anche stavolta, c’ero anch’io.




11 marzo 2007
Prima uscita con Gino Pilotino
Sempre di domenica, in questo periodo il sabato è impegnato per altri progetti, e questa volta da solo o meglio io e Gino che di cognome fa Pilotino.
Usciamo di buon'ora con l'intento di provare la sua capacità a tenere la rotta, alle 9 si alza una leggera inverna e il programma viene rivoluzionato.
Preparo le vele, armo il gennaker lasciandolo avvolto sulla coperta a si parte.
Gino è bravissimo tiene la barca in rotta come se l'avesse sempre fatto, anche sulle onde dei motoscafi. Solo quando Vikolocorto sbanda oltre un certo limite, da solo con il gennker non senza apprensione un paio di volta ho bagnato la falchetta, la bussola del pilota va in crisi, si blocca e non impedisce la straorza. In bolina nessun problema la barca raddrizza e il pilota riprende il potere, con il gennaker prima di raddrizzarci siamo sdraiati.
In ogni caso andiamo avanti a virare e strambare per il gusto di farlo, senza meta, fino alle 11 quando il richiamo della famiglia si fa sentire e rientriamo.




14 febbraio 2007
Inverna come non mai
Domenica siamo usciti un paio d'ore con Vikolocorto. Equipaggio affiatato, inverna 10 nodi e passa, bordeggiato al cazzeggio senza meta.
Negli utlimi bordi anche con il gennaker tutti in falchetta a velocità folli. Tutti in falchetta in pozzetto e io appeso alle sartie.


16-17 dicembre 2006
Vecchi vikisti a bordo



Il richiamo del Viko è troppo forte e Vikolocorto tiene molto ai suoi amici. Ecco allora che alla prima uscita del 2007 ci si ritrova tra vecchi, attuali ed aspiranti armatori per una piacevole gita su Vikolocorto.
Partenza verso le 10 dal porto nella speranza di un po' di venticello che purtroppo si fa attendere oltremodo. Ormeggio allora al nuovo scalo di Arona per fare due passi e, nel miglior spirito vikista, per un sano spuntino a base di salumi, formaggi e prosecchino.


16-17 dicembre 2006
Raduno di Natale - Associazione Velica Monvalle


Sabato 16 puntualissimo sono sotto casa ad aspettare il trasporto che ci traslerà fino alle barche. Il cielo è grigio e minaccia pioggia, ma non fa freddo. Dopo le soste di rito arriviamo alle barche e usciamo immediatamente per il trasferimento di 2 ore fino a Monvalle.
Fino a Ranco spinti da 3/4 nodi che aiutano il motore, oltre il vento sembra salire e con manovre "lacustri" issiamo le vele. 20 minuti e ci molla, ci aspettano per il passaggio di ritorno e quindi nuovamente motore. Alle 15 ormeggiamo accolti dai responsabili del centro nautico e dai nostri amici.
Sergio e Diego vengono riaccompagnati a Lisanza perché devono rientrare subito e non hanno nemmeno il tempo per fermarsi a mangiare io rimango purtroppo solo soletto in barca ad aspettare. Mi consolo scaldando del caffè (troppo caldo dovrò raffreddarlo con la grappa), sbocconcellando un panino con la mortadella che l'equipaggio di H2O mi offre gentilmente.
Così trascorre serenamente il pomeriggio con i piedi sulla stufetta un buon libro e musica. Mentre sulla tuga picchietta la pioggia.
Verso le 19 arrivano tutti, prepariamo per la cena che si svolge serenamente nel miglior spirito dei lagonauti sparlando degli assenti e prendendoci per il culo a vicenda, nulla di serio verrà detto. Alle 24 a nanna.

Domenica 17
Ore 8 la sveglia è anticipata di pochissimo dalle urla dei velisti che si ammassano nel piazzale, sporgo la testa dall'oblò e... non vedo nulla! Tutto è ammantato da una coltre di nebbia fittissima. Colazione, abluzioni scendo per sentire cosa dice il comitato. Usciamo lo stesso.
Ore 9,30 tutti a ciondolare in mezzo al lago attorno alla barca giuria, lanci di panettoni, scambi di brindisi, cioccolata calda, grissini con formaggio affumicato, Franz che, come un incrociatore, si muove fra le barche scattando foto a più non posso...
Ore 10,00 il malumore serpenteggia tra le file.. il capo di stato maggiore dice:
- "tentiamo una sortita"
- "vado io!" Franz si lancia verso nord alla ricerca del vento
Ore 11,00 l'avamposto avvisa che il vento sta arrivando, subito i giudici suonano i 5 minuti, srotoliamo/issiamo le vele e ci disponiamo alla partenza al segnale del minuto sono ben piazzato mure a dritta in boa a circa... 3 metri dalla linea, partiremo perfetti! 3 metri in 2' e 58".
Ma la regia la sa lunga e poco dopo il vento si distende sul campo di regata, subito ci accorgiamo che rimanendo al largo siamo avvantaggiati sul grosso del gruppo che si è mosso verso la costa, la vena si stringe e ci lanciamo come beluga all'inseguimento. Bordo tiratissimo fino alla Lay Line e poi dritti in boa incrociando i maxi sotto spy. Raggiungiamo la boa in buona posizione in vantaggio sul nostro diretto avversario, viriamo con una lunghezza di vantaggio fra gli scossoni dell'attrezzatura i cigolii del sartiame con un occhio a controllare che il gennaker non finisca nelle sarie di chi ci sta sottovento.
Facciamo una buona velocità purtroppo la prua ci penalizza, concentratissimi le proviamo tutte per tenere il passo, ma lo spy e la maggior superficie velica dell'Avventura ci costringono a lasciargli il posto all'arrivo per meno di 2 minuti.
Poco dopo arriva anche Melchiorre e la mia cara Zavorra.
La giornata goliardica si conclude con il brindisi nella sede dell'AVM: vino, spumante, panettone, pizzette, patè e... polpette al sugo.

Le ultime 2 ore per il rientro passano veloci, ormai affiatati con il mezzo, terminando le briciole del panettone e con gli ultimi vagiti della bombola riusciamo a farci anche un caffè.

All'ormeggio ci aspettano Paola e Luciano che ci hanno gentilmente riportato la macchina.





26 novembre 2006
Raduno Lega Navale Arona


Ci siamo trovati presso il pontile della LNA per partecipare ad una "regata" sul percorso Pontile/Taverna del Pittore Pontile.
Semplice il regolamento, il 1° vince il diritto di offrire 2 bottiglie di vino, il 2° una bottiglia, il 3° di bere almeno 2 bicchieri per essere classificato.
Numerose le barche partecipanti, nonostante il vento assente per quasi tutto il tempo la giornata è riuscita grazie alla disponibilità di tutti gli equipaggi a divertirsi.
Il percorso, ridotto a circa metà, ha visto tutti i partecipanti impegnati al massimo per raccogliere ogni refolo presente sull'acqua.




11 novembre 2006
E ci hanno pure fermato i Carabinieri


E te credo eravamo solo noi e loro sul lago quest'oggi, li abbiamo incrociati alla partenza ci hanno inseguito e, nonostante la nostra impressionante velocità, raggiunto.
Previsioni ottime, sole, temperatura mite e soprattutto Windcerker visualizzava l'inverna già la mattina prevedendo poi una netta inversione verso sera. Perfetto per veleggiare.
Arriviamo in barca alle 9, il lago è invisibile per la nebbia, ma viste le previsioni appunto decidiamo di partire fiduciosi sosta veloce al benzinaio di Angera e via verso nord obietivo le isole. Poco dopo Ranco, mentre l'equipaggio, fresco di patente o in preparazione discute animatamente di regolamenti della navigazione notiamo che il rilevamento di una pilotina blu non cambia, poco male abbiamo precedenza.
Quando accendono i lampeggianti e ci intimano l'alt cominciamo a capire, in 6 anno mai mi era capitato, ma del resto siamo solo noi e loro sul lago. Documenti e domande di rito, cortesi e professionali ci lasciano subito andare domandandoci se è un trasferimento alla risposta "andiamo alle isole" scuotono la testa. In effetti del vento promesso nemmeno l'ombra e anche la nebbia se possibile sembra aumentare.
Sosta quindi a Belgirate, bicchiere per scaldarsi "al solito posto" e pranzo al pontile. Salame, torta salata con patate e spinaci, pane fatto in casa con enormi quantità di porco e un ottimo bonarda.
La navigazione si conclude con il giro delle isole, con veloce sosta al barcone spazzatura dell'isola Pescatori, rientro rasenti all'Eremo.
Da qui in poi la faccenda si complica.
La nebbia sale e noi commettiamo il primo errore scambiando la rocca di Ispra per Ranco, questo errore sarà fatale per l'atterraggio, correggiamo la rotta e doppiamo Ranco con una mezz'ora di ritardo. A questo punto il sole è tramontato e comincia a fare veramente buio, la luce in testa non funziona ovviamente e ne attrezziamo una di rispetto anche se il lago è a tal punto deserto che il rischio di abbordo è nullo. Doppiamo Angera alle 17,30 con le luci della città che ci guidano finiamo il caffè e gli ultimi cordiali, poco oltre.... il nulla! Non una luce è in vista, la nebbia copre l'intero fondo lago solo Arona, la Lega e il campeggio sono visibili, nessuna traccia del nostro approdo e men che meno delle secche che lo precedono. Tenendoci a centro lago proseguamo fiduciosi nel fatto che prima o poi riusciremo a triangolare Arona con Il paese di Lisanza e calcolare la rotta per l'atterraggio. Infatti, tra studenti, patentati, armatori e signore fiduciose nelle nostre capacità tanto da sparire sotto coperta a dormire, riusciamo a doppiare le secche e ad effettuare un atterraggio perfetto nonostante il cantiere sia completamente al buio, solo all'ultimo momento accendiamo il potente faro in dotazione.
Ormeggio da manuale, saluti stanchi e felici.
Ah! Windfinder non ci azzecca un cavolo con le previsioni





2 ottobre 2006
Camicie Rosse
Non mi piacciono le regate, non ci sono tagliato, ma non farne nemmeno una col Viko, nemmeno una per gioco.



Così ho scelto la Camicie Rosse dove di solito c'è un po' di vento perché il piccolo predilige i venticelli sostenuti.
Salpiamo alle 7 come previsto la sveglia ci trova già pronti e gasati per l'imminente sfida. L'obiettivo. Non ultimi e non fuori tempo massimo, sono circa 8 miglia in due ore possiamo farcela e se il vento sarà sostenuto qualche barchina in difficoltà la metto dietro sicuro. Rotta 310° nella nebbia brumosa, nessuna barca in vista, ma noi siamo partiti per primi. Mentre facciamo colazione spunta anche Mattuan che per risparmiare il motore ci aspetta, a seguire un gommone con al traino un missile. A Ranco il lago si pare e nella nebbia che il sole stentato sta diradando, cominciano a spuntare le altre barche. Siamo a Belgirate inesperta anatra fra aggressivi rapaci fatichiamo persino ad accostare alla barca giuria, pochi credono che siamo li per iscriverci, poi finalmente uno spiraglio, accostiamo. La signorina più tardi mi telefonerà perché ho dimenticato il numero velico, non l'ho gli ho risposto, forse sarà meglio inventarsene uno per le prossime.
Stefano mi ha detto da regatante esperto stai vicino alla linea perché a Belgirate non c'è preavviso e i segnali non si vedono bene. Noi siamo al largo con il gennaker quando vediamo partire tutti in bolina, accendo il motore e mi fiondo sulla linea, partiamo penultimi dietro di noi solo un Meteor che con le sue belle e grosse vele ci supererà presto, farò la regata su di lui mi dico. Sul primo bordo a destra è subito evidente che il loro genoa non gli consenti di fare la mia stessa prua e così prima scadono sottovento e poi son costretti a virare, noi dietro ovviamente. Così fino alla boa quando con un bordo spaiato riescono ad infilarsi davanti, ma noi con il gennaker siamo più veloci nell'issata e riusciamo strambando a prenderci il bordo verso costa. Filiamo come fulmini, salame, bonarda e uno zuffolo e in un attimo siamo alla seconda boa, davanti questa volta, ammainata veloce e si riparte mentre i primi cominciano a tagliare il traguardo. Il nostro "avversario" è li e si prende lui la costa, ma questa volta mi è sembrato che il vento girasse e quindi ho preferito tirare un solo lungo bordo ad uscire. In boa siamo davanti, non tanto, ma davanti. Mentre ci prepariamo all'ultima sfida di poppa, che ci potrebbe vedere perdenti perché lo spy poggia molto di più e il vento è salito, prima dell'ultima virata li vedo armare il tangone prima dell'ultima virata con la scotta sotto, chiamo i compagni e gli dico di godersi la prossima virata. Detto fatto genoa a collo e layline persa, passiamo primi sulla boa e di nuovo ci riprendiamo il lato migliore. Vedendoci così avanti, rinunciano. Arriveranno staccatissimi a vele bianche. E noi in tempo, anche in avanzo, non ultimi e con dietro una barca decisamente migliore del Viko.
Grazie a Lorenzo e Cristiano che hanno mantenuto l'attenzione sulla gara nonostante io cercassi di distrarli in continuazione.


9 settembre 2006
Rialbero
Tornato il windex dalla riparazione, ringrazio i 40ruggenti di Castelletto e la casa per la solerzia, abbiamo rialberato, ora possiamo procedere con il progetto tendalino, prese le misure riallagheremo la barca pronta per il 1° ottobre per la regata delle Camice Rosse

15 luglio 2006
Di nuovo all'asciutto
Come ogni anno aliamo la barca per la manutenzione annuale, di fatto questo è il 3° alaggio dell'anno e non dovrebbero esserci lavori da fara, purtroppo i danni causati dall'urto con il pontile e il Windex che non funziona non sono riparabili in acqua.
Chiedo quindi al cantiere e sabato siamo sulla barca all'asciutto a lavorare. Grazie ai Lagonauti, o meglio al solito sempre disponibile screspi, disalbero e smonto la girante in TA poer portarla al negozio. Per la carena il lavoro è invece più complicato del previsto perché i segni in alcuni punti sono troppo profondi, sarà quindi necessario stuccarli e riverniciare. Lavorazioni che preferisco fare con estrema calma valutandoli molto bene
.

1° maggio 2006
Lisanza Intra Lisanza
Tre giorni di sole, lago, vento, pioggia. Tutto insomma!
1° maggio a Intra
Quando si organizza qualcosa insieme ad altre persone spesso ci si sente responsabili della buona riuscita, così sabato mattina quando il tempo si mostra molto più clemente di quanto gli esperti avevano paventato l'animo è più sollevato.
Verso le 10 saliamo in barca con tutta l'attrezzatura per una tre giorni con bambini. Questo vuole dire sacchi a pelo, stufetta, succhi, caramelle, tonnellate di giocattoli, computer per i cartoni, ecc.
Rizziamo tutto e molliamo gli ormeggi, grazie all'attrezzatura "Easy" del Viko ogni preparazione alla vela può essere fatta in navigazione.
L'idea della sVikolata originaria si è un po' persa, rimane però lo spirito e così l'appuntamento è a Belgirate con il Trombo e salendo verremo raggiunti da Mattuan che partirà solo verso le 15, ma forte della sua velocità ci raggiungerà prima dell'arrivo a Intra.


Alle 11 il vento è assente e cominciamo a smotorare, in breve tempo passiamo Angera e con essa la zona delle calme tropicali. Prima l'apparente cala impercettibilmente poi arriva a zero e finalmente inizia a segnare da poppa. Ai nostri 5 nodi se ne aggiungono altri 3 è il momento di issare le vele, andiamo al vento e con una veloce manovra la randa è a segno e vista la direzione del vento esce dal suo sacco anche il gennaker.
Le bimbe sono stupende come sempre, salvagente alla piccola e tutta la famiglia si porta a prua ad ammirare il panorama da sotto la "velona" azzurra. In 1 ora e 40 minuti siamo a Belgirate dove il Trombo ci aspetta per il pranzo. 10 minuti di "circlyng" aspettando che un motoscafo se scosti e ci lasci il posto al pontile e siamo ormeggiati all'inglese.
Qui conosco un nuovo amico "l'amico Frizz", velista esperto, skypper di professione, lacustre di adozione, montagnino di nascita e profondo conoscitore delle tematiche inerenti i pranzi al sacco; se ne esce con una serie di formaggi e salumi spettacolari. Quasi mi vergogno a esporre la mia caciottina e i prosciutti in vaschetta. Meno male che la birra che ho portato è fresca. Caffettino al "solito posto" e alle 15, sotto minacce di temporali vari, diamo vela. Mattuan è appena partito, ma viaggiando con medie sopra i 6 nodi, ci raggiungeranno al traverso di Intra.

Il vento è salito fino a 12/15 nodi lascio quindi perdere il gennker e, per facilitare il riposino delle bimbe, prendo anche una mano. Comunque viaggio a 4,5 nodi e quindi è inutile forzare. Il Trombo si diverte a superarci, risalire di bolina e tornare a raggiungerci, Mattuan si comincia ad intravvedere a poppa.
In un batter d'occhio siamo in vista del porto, il sole sta calando e la stanchezza comincia a farsi sentire, la voce amica di Beppeg chiama al telefono e ci indica quali ormeggi ci sono stati assegnati. È il mio primo atterraggio con il Viko non nascondo che sono un po' emozionato, mi allineo con l'imboccatura ed entro. La calma del porto ci avvolge subito e la figura rosso vestita ci indica dove attraccare. Ormeggio quasi da manuale e subito vado con Beppeg ad aiutare gli altri ospiti nell'ormeggio.
alle 19, espletate le formalità, con una serie di aperitivi, ammazziamo il tempo aspettando gli amici che arriveranno via terra.
Cena semplice ma fantastica nel barettino del porto e a mezzanotte... tutti a ballare! Ci becchiamo infatti una notte con vento di traversia e saltiamo letteralmente tutta la notte.

Al mattino spossati ma comunque contenti facciamo colazione e partiamo. La meteo non è delle migliori e preferiamo per una rotta più tranquilla verso le isole e Feriolo rimandando i castelli di Cannero ad un'altra volta.
Mattuan e noi ci dirigiamo verso isola Madre per aggirarla e fare due fotografie il Trombo tenendosi sotto Verbania dirige direttamente a Feriolo, il vento, intorno ai 10 nodi da SE nel golfo entra nel golfo in modo ottimale per farci fare un lasco fino alle isole e poi poppa piena, e Vikolocorto con Cinzia al timone da il meglio di se. Sosta per il pranzo ai pontili che sono stati appena installati.

Si fa tardi, il vento è sul naso e ho poca benzina. Parto quindi prima degli altri che con le loro barche più grosse non avranno problemi a raggiugermi. Piovigina e fa freddo la famiglia si accuccia sotto i sacchi a pelo e io mi attrezzo per una lunga navigazione solitaria. Il Trombo e Mattuan intanto ingaggiano una sfida di bolina che vedrà il primo prevalere. Alternando motore e vela raggiungiamo Monvalle dove lasciamo il primo partecipante alla sua boa e proseguiamo solo a motore perché il vento è calato molto, Mattuan invece continua a risalire di bolina.
Verso Ranco Cinzia mi da il cambio per una mezz'ora, ma ormai il grosso è fatto. Attracchiamo a Lisanza dopo 4 ore di navigazione durissima, rassettatina alla barca, assistenza all'ormeggio di Mattuan che nel frattempo è arrivato e via al Germagna dove una colossale fiorentina ci aspetta come premio. Alle 21 siamo già belli che cotti, Paola ci lascia per tornare a casa e noi ci prepariamo per l'ultima notte in barca. Proviamo anche a guardare un film, ma la tranquillità del lago e la pioggerella che tamburella sulla tuga...

Lascio per ultimi i ringraziamenti a Beppeg che ci ha accolto nel suo porto organizzando splendidamente gli ormeggi e soprattutto la cena.




15 aprile 2006
A Belgirate con mini equipaggio
Il tempo non è dei migliori, ma ormai abbiamo promesso di portarli, e allora prepariamo la barca la pioggia e ci muoviamo verso nord. L'obiettivo è raggiungere le isole, ma l'assenza di vento ci consiglia di fermarci a Belgirate, solito ormeggino. Scendiamo e andiamo a visitare il paese, poi pranzo e... pioggia!
Il ritorno sotto il telo giallo è piaciuto molto ai bambini.



13 aprile 2006
Le fotografie
Alcune immagini del Viko sotto gennaker, nell'ultima si vede la velocità 3,6 con 5 nodi.




8 aprile 2006
Genny è a bordo
Finalmente dopo 6 mesi di progetti e lavori il gennaker è stato messo nel SACCO della randa, tutto l'armo è stato predisposto.
Il lago ci ha anche regalato una bella inverna fra i 6 e gli 8 nodi con la quale abbiamo giocato per un paio d'ore.

6 marzo 2006
Ho dato una mano
Giovedì ho chiamato in cantiere e ho chiesto se sabato potevamo varare la barca. Hanno nicchiato un po', è periodo di sci questo e i cantieri sono più o meno chiusi, però poi mossi a compassione hanno accettato.
Sveglia alle 6,45, doccia e via. Alle 8,30 sono in cantiere, saluto Mauro (il gruista), Vikolocorto è già sotto la gru, prendo le fasce e le faccio passare sotto la carena e poi comincio a guardarlo con labbro tremante e occhio lucido. C'è vento da Est (al traverso sul lago) una leccornia! Accende la gru e la lascia scaldare, ALLORA! Se cala il vento ti sbrano!
Il bilancino sale, lo scafo lascia le culle, sale di pochi centimetri e comincia a spostarsi verso l'acqua. Ho la lingua felpata, ma appena tocca la salivazione riprende. Sfilo la barca dalle cinghia, saluto, salgo a bordo, riaggancio il paterazzo, non mi preoccupo nemmeno che il motore sia rimasto fermo due mesi, metti che non parte che faccio non esco?
Abbasso la deriva apro il fiocco ed esco a vela.
Intanto che procedo riattacco il paranco di randa, vang, scendo sotto a mettere il giubbotto (grazie Paola e Marco) e accendere il windex. 10 nodi! Non mi ricordo quando li abbiamo avuti l'ultima volta. Cerniera e fuori la randa. Il Viko si sdraia come al solito, ma subito orzo e riparte con i parabordi che rimbalzano nell'acqua (voi vi sareste fermati a toglierli?). Esco dal riparo della baia e il vento sale, il wind segna 14/15 non dà la direzione (devo calibrarlo, dopo però) stringo ancora, arretro un po' il carrello del genoa. Fuori dalla punta il vento salta i soliti 30°, sono al traverso lasco un po' fisso il timone e la lascio andare. Ad Angera strambo e vado a vedere se i leghisti (quella della lega navale) sono arrivati, nessuno. Dormiglioni! La diversione mi ha portato sotto vento e l'apparente nelle raffiche arriva a 18, li regge ancora però sono troppi per per navigare rilassati. Prendo una mano e comincio a risalire con la prua che mi regala anche qualche spruzzo d'acqua (dolce).

14 gennaio 2006
Al freddo e al gelo
Vikolocorto è sull'invaso per le modifiche natalizie, l'equipaggio si è presentato di prima mattina per cominciare i lavori ed ecco cosa ha trovato



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26 novembre 2005

Navigare al gelo
Sabato alle 10,00 ci siamo ritrovati a Lisanza Cinzia, Paola, Daniele ed io. Il progetto prevede una "lunga" finoa Belgirate e oltre; navigazione non da poco per il periodo. Il tempo è clemente, nel senso che non nevica, la barca però è completamente congelata.
Tolto lo strato di neve e stivato in cabina le nostre sacche voluminose, mentre preparo la barca l'equipaggio si cambia indossando gli indumenti artici.
Lasciamo il porto a motore per l'assenza totale di vento, subito ci portiamo a centro lago per evitare le insidiose secche che il lago basso mostra ogni dove.
Raggiungiamo Ranco e l'appuntamento con gli altri verso le 11,00, chiamo con la radio che conferma la scarsa qualità dichiarata (dovremo pensare ad un altro standard per le segnalazioni radio), per sicurezza lancio comunque il segnale convenuto (2 squilli di tromba) che ecceggia nelle valli circostanti mettendo un fuga stormi di papere e gabbiani.
Poco dopo anche Daniele esce e con lui una leggera tramontana, issiamo e ci lanciamo verso nord, subito il Deateti fa vedere che in effetti il 12 novembre era stato tenuto a freno e ci lascia al palo stringendo meglio e più velocemente. Solo all'ultimo bordo grazie all'estrema perizia nella regolazione delle vele e nella rotta riusciamo a raggiungerlo, ma ormai Belgirate e davanti a noi e dobbiamo ammainare per fermarci al "solito posto" per le canoniche abluzioni e aperitivi.

Quella volta c'ero anch'io

Giovedì: "Ma siamo sicuri?"

Venerdì: "Ma siamo proprio sicuri?"

Sabato mattina ho ancora qualche dubbio, ma ormai tutto è pronto e poi, che diamine, non farà poi così freddo. E invece si!!Passiamo in stazione a raccattare Daniele e poi via, verso il lago. In cantiere ci aspetta Paola, provetta marinaia ed esperta della navigazione nei climi polari, che si presenta in tuta da sci. Questo avrebbe dovuto farmi nascere qualche sospetto, ma ormai decisa non mi lascio intimorire. Il Paddy appronta il natante, carichiamo provviste di ogni genere, mi caricano a bordo (non sono per l'esattezza un marinaio esperto....anzi proprio per niente) e via che si da motore perchè di vento non se ne parla.

Premetto, di tutti i partecipanti alla gita conosco solo Paola e naturalmente il buon Paddy (l'ho sposato!).

Tutti belli imbacuccati chiacchierando chiacchierando ce ne andiamo in su, verso l'appuntamento con tale Daniele a Ranco. Rivelatisi inutili tutti i tentativi di contattare via radio i nostri compagni di uscita (le nostre Brondi forse non sono adatte allo scopo), passiamo al piano B e con le dita nelle orecchie......POOOOOP POOOOOP, dal rumore sembriamo una petroliera!!!! Ed ecco puntuale al nostro richiamo vediamo muoversi la punta di un albero da dietro il muro del porto e dopo pochi minuti spunta quest'altro Daniele con a bordo un amico (che mi perdonerà ma non ne ricordo il nome) e di comunissimo accordo decidiamo di puntare Belgirate per una sosta aperitivo-bagno-scongelamento.

Ridiamo motore, ma ecco.......un timido riefolo d'aria. E vai!! Non sarò un velista, ma mi piace andare a vela, quindi alla domanda del comandate "che ne dite mettiamo le vele?" la risposta unanime ed entusiasta è "certamente!". Almeno - penso io - prendiamo freddo per qualcosa!

Quindi traaack! Molla qui, libera la, cazza quella, tira su quell'altra ed in un batter d'occhio eccoci li con tutte le vele spiegate a ciondolare sull'acqua perchè il vento del lago Maggiore ti prende per il ... naso!

Vabbé, un pò di pazienza ed il vento torna, forse anche troppo in alcuni momenti, comunque si và bene. Daniele, che era rimasto un pò indietro perchè ci ha messo un pò di più ad armare le vele (visto che ho imparato qualche cosa anche io?), in un batter d'occhio ci riprende e ci lascia pure li. Gasp, che fare? Il comandante allora con un attento gioco di vele ed una fine strategia di gara.....accende il motore e lo raggiunge!!!!! Che ridere! Il povero Daniele rimane completamente sbalordito per la performance della nostra barchetta, finchè non si accorge ....dell'aiutino!!!La realtà è che eravamo ormai più simili a dei filetti di platessa Findus che a dei poveri sapiens e quindi abbiamo deciso di accorciare i tempi per il bar.Finalmente arrivati, ormeggiamo, saltiamo fuori dalla barca e ci avviamo verso il tanto agognato bar, che dopo il freddo in barca sembra un forno ventilato alla massima temperatura. Cavolo mi si appannano gli occhiali!

Scongelatici, grazie al calore del bar, ma soprattutto al negroni, torniamo alle barche per il pranzo. Tutti su Vikolocorto, così stiamo tutti vicini vicini e patiamo meno il freddo. Siamo in 6, ma ci starebbe pure il 7. Grande Vikolocorto!!! Il pranzo viene "spazzolato" in un batter d'occhio, anche perchè la nostra vivandiera (si può dire?), Paola, è veramente veramente brava e il vinello si lascia bere senza protestare; poi caffè e ammazzacaffè.

Sono già le 15. Bisogna rientrare perchè presto farà buio, fà sempre più freddo ed i nonni a cui ho lasciato la figliolanza saranno ormai sull'orlo del suicidio. Peccato il tempo passa in fretta quando ci si diverte e la compagnia è buona.Togliamo gli ormeggi ed io, fiera della mia stoica resistenza alle intemperie dimostrata all'andata decido che per il momento può bastare, quindi rimango in cabina e decido di testare la cuscineria. Schiaccio un pisolo!

Al mio risveglio, la barca che viaggiava di conserva alla nostra ci sta salutando, perchè loro, quasi arrivati a destinazione decidono di fare due bordi, mentre noi ancora lontani dal nostro porto dobbiamo proseguire. Sarà il vinello in circolo, sarà il vento in poppa di cui sento parlare, sarà che sono mezza in cabina, ma mi pare faccia meno freddo, quindi dalla mia postazione riprendo attivamente e con nuovo vigore a chiacchierare con i miei compagni di viaggio.

Ormai sta facendo buio e quando arriviamo in cantiere sono circa le 17. Ormeggiamo, scarichiamo i bagagli, scaricano me (sono rimasta quella che sono), si chiude la barca e via di corsa verso il riscaldamento delle nostre auto.

Baci e abbracci, ci si rivede alla prossima.......splendida-gelata giornata in barca.

L'armatore



12 novembre 2005

Sfida all'ultimo sangue
Un armatore di Deateti 6000 ha osato sostenere che il Viko è lento, subito è stata lanciata la sfida.
L'inizio non è staot dei più promettenti perché il lago ha subito imposto i suoi ritmi con una piatta da manuale.
Verso le 13 però 5/6 nodi di inverna hanno consentito lo svolgersi della singolar tenzone. Le due barche si sono lanciate verso Sud con il Viko all'inseguimento, bordi su bordi le hanno portate fino a Sesto Calende senza un apparente guadagno da una o dall'altra parte. Risultato l'armatore del Deatei sostiene di aver ridotto il genoa per aspettarmi, io che se non avessi sventato la randa lo avrei tamponato. Come consigliato da Rodo la sfida verrà ripetuta a "Birra e Salsicce".



Le barche ferme nella paitta, si preparano per una prova di tiro alla fune.




10 settembre 2005

Vikolocorto di nuovo in acqua
Nel pomeriggio di sabato abbiamo rimesso in acqua Vikolocorto. Si è trattato semplicemente di far scivolare l'invaso nel lago e sfilarlo da sotto alla barca. Preventivamente abbiamo riarmato vele e attrezzature e segnato con dei triangoli adesivi i punti dove appoggiano le culle per gli alaggi futuri.
Fra qualche giorno lo porteremo in cantiere per alcune personalizzazioni all'attrezzatura e la ricerca di una leggera infiltrazione d'acqua dal piede dell'albero e magari il taglio dei tappetini su misura.
Subito dopo il varo abbiamo fatto una breve navigazione per provare la nuova posizione del fiocco, che tocca ancora sulle sartie e probabilmente dovrà essere modificato.




6 luglio 2005

Vikolocorto in secca
Come da tradizione, la barca nei periodi di inutilizzo viene messa in secca, Vikolocorto oltre alle consuete accortezze ha giovato di un invaso personale con selle in vetroresina fabbricate apposta.


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2-3 luglio 2005

Navigazione solitaria



Sembra incredibile, ho la barca sul lago da quasi 6 anni ma ancora non ero riuscito a fare una crociera degna di questo nome. Da un luogo ad un'altro, programmare le tappe, rotte, verifica della meteo, ecc.
Il 2 e 3 luglio si è presentata l'occasione. Per incontrare alcuni amici conosciuti in internet era in programma una cena a Monvalle. Ho chiamato il Circolo Velico Monvalle dove, si sono dimostrati molto cortesi, ho prenotato un posto al pontile per la notte. All'ultimo momento impegni improvvisi mi hanno privato dell'equipaggio, ho deciso comunque di partire da solo.

Sabato 2

ore 11 Lisanza - attrezzo la barca per la navigazione, carico i generi di conforto, controllo sulla carta le miglia da percorrere per decidere se e quando dare delle smotorate per arrivare prima del buio e installo un elastipilota per aiutarmi nelle manovre.

ore 11,30 - lascio il pontile con una leggera tramontana e comincio a bordeggiare verso lo stretto Arona/Angera. Vikolocorto stringe bene il vento e l'elastipilota fa il suo dovere al punto che posso lasciare il timone per brevi tratti.

ore 12,30 giunto al traverso di Angera il vento molla, proseguo a motore con un bordo verso Solcio per tenere di bolina la leggera brezza residua, con questa andatura vela/motore proseguo spedito fino a Solcio quindi viro tirando un bordo verso Ispra.

ore 14,00 - sosta per bagnetto e pappa alla spiaggia del masso.
ore 15,00 - l'appuntamento è al porto delle fornaci a Ispra, senza ridare vela per il vento completamente assente mi ci dirigo.

ore 15,15 - il vento si ripresenta, questa volta gagliardo, apro immediatamente il genoa, inserisco il pilota, che funziona bene sotto vela mentre a motore è piuttosto scadente, e isso anche la randa, forse sarebbe meglio una mano.

ore 16,30 - al traverso di Belgirate avviene l'incontro con gli amici provenienti da nord, insieme bordeggiamo verso Monvalle sempre con 6/8 nodi da nord.

ore 18,00 - ormeggio ai pontili con finger, bellissimo, doccia aperitivo con i nuovi amici, e poi a cena.

Domenica 3 luglio

Ore 6,00 - sorge il sole, lo so perché il Viko ha una quantità di aperture da cui entra la luce come se fossi ormeggiato sotto i riflettori del Madison Square Garden.
NOTA: progettare delle tendine per tambuccio e passauomo.

Ore 8,00 - girandomi e rigirandomi arrivo a quest'ora quando il vino e la birra della sera prima mi costringono a provare se il Vikobagno funziona, lavaggio a bordo e poi colazione in pozzetto (succo di ananas, brioscine e Tuc aromatizzati alla pancetta).

Ore 9,00 - anche i compagni di merende sono svegli, lavati e mangiati. Purtroppo in cantiere mi aspettano e per me è giunto il momento di partire, in più il vento si è già svegliato e non voglio perderlo.

Ore 9,30 - motore, aiutino per tirare fuori la prua dall'ormeggio, saluti, fiocco ancora in porto, su il motore e sono di nuovo solo con Vikolocorto.
Appena fuori isso la randa, provo un paio di bordi per vedere quale rotta è meglio tenere. Posso fare un unico bordo fino a Solcio con il vento al giardinetto e così faccio.

Ore 11,00 - al traverso di Ranco il vento molla di colpo (ma l'effetto venturi sul lago non funziona? Un fluido non dovrebbe accellerare in una strozzatura?), motore.
Già so che presto dovrò rifornire quindi mentre procedo di bolina "finta" con il motore al minimo e l'elastipilota preparo un imbuto con una bottiglia e gigotto l'olio nella tanica. Puntuale il litro e mezzo di serbatoio finisce e per la legge di Murphy si presentano immediatamente tre aliscafi, un vaporetto, 75 ferri da stiro a sollevare onde da ogni dove, riesco a rifornire ma purtroppo qualche goccia finisce a lago, sull'inquinamento non transigo, tengo molto al nostro lago quindi devo trovare una soluzione per le prossime volte.

Ore 12,30 - sballottato da ogni dove per il moto ondoso dei motoscafi. Dovrebbero andare al mare, è molto più bello, divertente, ha tutti i pregi del mondo, si vede che il lago gli sta stretto e in più non dovrebbero continuare ad evitare quei rompiballe con le barche a vela.

Ore 12,45 - Stremato giungo al pontile, ormeggio da manuale. Rassetto la barca e vado a salutare gli amici che nel frattempo sono arrivati da Milano. Pranzo al Germagna con loro e poi a casa a divanarsi.


Foto scattata da Viking, grazie

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18-19 giugno 2005
Prima week-end in barca
Non era la prima volta per noi ma per Vikolocorto si! Si è deciso però che si poteva fare, mancava solo la batteria che è stata installata in modo volante (ndr: è ancora così a settembre).
Sabato di buon'ora (le 11) abbiamo caricato in macchina i nostri zainetti, i sacchi a pelo, una tonnellata di generi di conforto e ci siamo diretti alla volta del lago.
A mezzodì eravamo già in barca con tutte le vettovaglie caricate e pronti per il pranzo che puntuale si è verificato con l'arrivo degli ospiti attesi. Nel pomeriggio, complice una leggera brezza, uscita con Marcello, Daniele e Valeria e brevissima sosta alla spiaggetta attigua per testare le possibilità di raggiungere i bassi fondali, ormeggiati in 30 cm d'acqua fantastico!
Alle 17 concediamo ai bimbi una merenda speciale al bar, anche per riposare le membra cotte dal sole, subito dopo la truppa ci lascia per il rientro a casa e noi rimaniamo soli a preparare Vikolocorto per la notte. Alle 19,30 siamo già con le gambe sotto al tavolo del Germagna e alle 21 pronti per la nanna, le bimbe ovviamente gasatissime non ne vogliono sapere, finalmente alle 22 cedono alla stanchezza e si addormentano e subito dopo anche noi siamo tra le braccia di Morfeo nella cabina di prua. Sistemazione: le bimbe nella cabina a poppa, noi a prua, zaini bambini ai loro piedi i nostri come cuscini. Nota: la luce del quadrato è molto forte, predisporre tendina per poppa o luci di cortesia per leggere.
La notte si ballerà un po' grazie alle discoteche a lago e ai motoscafi che vanno e vengono, ma tutto sommato non si è dormito male.
Sveglia alle 7,30, in bagno a turno (sì in bagno!) e poi colazione in pozzetto con brioches e succo di frutta. Alle 8,00 si sveglia anche un leggero venticello da nord e decidiamo di uscire. Bimbi sotto per la manovra e in 2 minuti (cronometrati) siamo fuori e con le vele a segno. Grande Viko! Bordo di bolina mure a dritta fino a Arona, virata e altro bordo al traverso fino a Angera, strambata e giardinetto verso la Lega Navale di Arona per vedere se c'è Viking (non rilevato), in quest'ultimo bordo Vikolocorto si è comportato al meglio e abbiamo raggiunto e superato un paio di barche, alle 10 il vento è crollato come sempre. Motore e alle 11 siamo nuovamente in porto, disallestimento della barca, pisolo (o tentativo) sul prato, pranzo da Damino ad Angera e rientro a casa.
Devo installare il prima possibile la presa per l'aspirapolvere e il tendalino, ricordarmi di non manovrare MAI con la deriva alzata. Complessivamente un buon test il Viko ha spazio sufficiente per noi 4. Il prossimo Week si replica.

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6 giugno 2005
Barca nuova paga da bere
Ovvero come le impressioni migliorano col tempo

Eccomi qui, non sono un grande scrittore e sicuramente non riuscirò ad esprimere il misto di gioia e malcontento che Vikolocorto ci provoca.

Barca nuova paga da bere e così ho fatto, ma non è di questo che volevo parlare.
Il titolo giusto è "Barca nuova che non sa di lago".
Quando siamo andati a vedere i Viko è stato per gioco, a noi piace ogni tanto sognare, volevamo portare la nostra barchetta al mare e Bimba non voleva e non poteva, volevamo una barca nuova senza quelle piccole magagne che ogni volta si presentano quando hai 25 anni.
Ho cominciato allora a documentarmi sulle imbarcazioni che il mercato offriva: Etap, Benetteau, Jeanneau propongono tutte un 20 piedi, ma anche se di sogni si tratta questi erano oltre ogni portata. Poi, come detto, ho visto i Viko e il sogno è arrivato fino al dormiveglia.

Giovedì 2 giugno mi sono svegliato. Armato di motore (il glorioso), dotazioni e fratello, che per l'occasione si è prestato ad aiutarmi, ci presentiamo al pontile dove Vikolocorto è già pronto e aspetta solo noi. Il responsabile del cantiere è a bordo e cerca di cancellare ogni piccolo segno di sporco (gabbiani di m...a). Saliamo a bordo e subito le mie scarpe lasciano due impronte in pozzetto sotto lo sguardo inorridito di Renata, mi guardo intorno, tutto è perfetto: le cime ben riposte sui Winch tutte con un bel colore vivo, la tuga non ha nemmeno un segno, il tambucco in plexy è tanto lucido che sembra una lastra di vetro, le vele, già armate, sono bianchissime e con i segni delle pieghe. Scendo sotto coperta per riporre lo zainetto, la cerata e i documenti e la zaffata mi assale, l'odore di plastica, di vernice e di... nuovo è fortissima nemmeno su un'automobile dal concessionario è così presente. Forse perché una barca è fatta veramente a mano e qui si vedono lampanti i segni lasciati da chi l'ha costruita, mi guardo un po' in giro, in un angolo si vede un graffietto ritoccato (la fibbia della cintura del verniciatore?), sotto i cuscini un pezzetto di fibra di vetro, in bagno un pezzo di legno dimenticato, nei gavoni non ci sono ragnatele, polvere, segni di umido, niente.
Usciamo. Il piccolo Johnson da 4 Cv è un po' anacronistico sulla poppa ma non si lascia intimidire e dopo 23 anni di servizio e 2 di riposo forzato parte (veramente) al primo colpo, mossi da una fretta che sembra esorcizzarre la possibilità di svegliarsi molliamo gli ormeggi e schizziamo letteralmente avanti, Vikolocorto e leggerissimo.
100 metri massimo e issiamo le vele, rollafiocco (ricordarsi di aprire lo strozzatore del frullino), cerniera della sacca della randa e su anche quella, con i carrelli sale che è uno spettacolo, in 30 secondi siamo già al traverso, anzi andiamo di traverso? La deriva! Apro lo stopper e anche quella va al suo posto. Traverso, bolina, bolina stretta. Poi lasco e poppa, tutto normale tutto facile non cambia nulla, solo le testate e le ammaccature su ginocchia e gomiti fanno capire che non c'è proprio un gran feeling con la barca. Da riva cominciano a telefonare ed è già ora di rientrare, avvolgiviocco (figata!), randa che scivola nella sacca senza colpoferire e motore. Al molo una folla di persone ci aspetta manovra da manuale e Vikolocorto è all'ormeggio, visita di amici e parenti d'obbligo e poi, per la prima volta, mi ritrovo solo sul mio Viko a... lavarlo (in tre giorni lo avrò lavato 10 volte) è una soddisfazione vedere il bianco rispuntare immediatamente sotto la spazzola.

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3 giugno 2005
Vikolocorto è arrivato!
Ieri (2 giugno 2005) siamo andati da Anna Brovelli a ritirare il nostro nuovo barchino. Installato il motore, imbarcato tutte le dotazioni obbligatorie per il trasferimento e saldata la seconda rata, ci siamo mossi verso il porto di Lisanza dove speriamo sia rimasto un posticino per noi.
Con l'aiuto di mio fratello ho mollato gli ormeggi verso le 11 e subito ci siamo resi conto della differenza fra EB e FB, oltre al fatto che il glorioso 2 Cv in dotazione allo Zef non è abbastanza glorioso per spingere Vikolocorto il FB è molto scomodo da gestire, più rimoroso e brutto a vedersi.
Dopo pochi metri e grazie a una leggera brezza da Nord per fortuna possiamo dare vela e sorpresa con avvolgifiocco e easy-bag in 1 minuto siamo già sbandati al traverso e camminiamo anche bene. Spengo il motore, lo alzo (questo è un vantaggio del FB) e comincio a stringere il vento. Subito Vokolocorto fa sentire il suo dislocamento leggero e parte come un missile ;-) fa anche però sentire la mancanza del bulbo e sbanda di brutto, primo spavento, forse è solo suggestione ci abitueremo.
Comunque bordo al traverso fino a Arona e poi poppa a farfalla verso sud, prima telefonata <dove siete, tutto bene>, seconda telefonata (mav) <sono dalla Brovelli ma siete già partiti, ci vediamo in cantiere>, procediamo spediti intorno ai ?? nodi (già non ho più il log) fino davanti alla lega navale poi di nuovo al traverso verso Lisanza per raggiungere l'ormeggio. Il vento ci molla, come sempre in questo punto, ammainiamo la randa e avvolgiamo il fiocco (1 minuto), rimetto in acqua il motore e via come dei missili accompagnati dalla nube d'olio e dal rumore del glorioso.
Telefonata in cantiere per sapere dove ormeggiare, manovra perfetta, da manuale e con applausi, grazie! Alle 13, colpo di campana e bevuta generale.
Alle prossime.

Qui sotto alcune immagini di famiglia all'ormeggio, le bimbe prendono confidenza con la nuova barchetta.
A poppa si vede il glorioso Johnson del '73 bicilindrico da 1/2 CV residuo.



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