Gli skiff

Gli skiff

Derivano direttamente dagli International 14 australiani che hanno imposto all'attenzione del mondo velico le terrazze, i doppi trapezi e gli enormi spinnaker asimmetrici armati su un bompresso retrattile. Derive plananti di peso ridotto, grande superficie velica con alberi in fibra di carbonio e rande in mylar completamente steccate per barche sempre più veloci tanto che la nozione stessa del vento diventa relativa..

Riconoscere uno skiff è facile; rispetto ad una deriva comune:

  • è più basso,

  • più largo,

  • ha le terrazze, volanti o integrate nello scafo (in questo caso si chiamano ali), 

  • ha uno spi asimmetrico di grandi dimensioni,

  • ha un bompresso (quasi sempre retrattile),

  • ha almeno un trapezio (spesso due, a volte anche tre!).

Gli skiff sono barche divertenti, spettacolari e non troppo tecniche, la difficoltà di conduzione non sta tanto nelle manovre che sono semplificate al massimo ma nella velocità che obbliga ad agire in tempi ristretti e lascia poco spazio per recuperare gli errori.

DC agli Italiani Laser4000 '99
Le origini Malgrado gli skiff si siano segnalati all'attenzione mondiale solo negli ultimi anni queste barche hanno una lunga storia. I progenitori degli attuali skiff sono comparsi più di cento anni or sono in Australia e venivano utilizzati per imbarcare i viaggiatori sulle navi all'ancora in rada o nelle baie. A Sidney nacquero ben presto giri di scommesse sullo skiff più veloce nell'attraversamento della baia e per essere sempre più veloci queste barche giunsero ad armare una moltitudine di vele enormi ed imbarcare una quindicina di persone per controbilanciare lo sbandamento. Lasciare qualche membro dell'equipaggio in acqua (con gli squali!) per velocizzare la barca quando improvvisamente il vento cadeva era una pratica piuttosto diffusa in quei tempi! Dall'inizio del secolo gli eredi dei primi skiff della baia di Sidney si sono continuamente sviluppati incontrando sempre più la passione dei velisti e l'interesse degli sponsor in tutto il mondo. Gli anni ‘90 poi hanno portato grandi cambiamenti sia dal punto di vista del disegno delle imbarcazioni che da quello della definizione dei percorsi di regata fino a culminare con la selezione del 49er come classe olimpica 2000. Tutti al trapezio su uno skiff australiano d'inizio secolo
Gli skiff in europa Nel 1989 Dave Ovington, fondatore dei cantieri inglesi Ovington Boats, era in Australia per partecipare ad un campionato di Flying Fifteen. Un giorno uscì con un 18 piedi al largo di Sidney, questo è il suo racconto: "Ne rimasi assolutamente colpito, mi sembrava di essere tornato un principiante e subito parlai con Julian (ndr Julian Bethwaite, che di li a qualche anno avrebbe disegnato il 49er) circa la possibilità di costruirne alcuni. Preparammo un set di stampi in Francia ed iniziammo subito a costruire dei 18 piedi in europa. Ci rendevamo conto che la classe avrebbe impiegato parecchio tempo ad affermarsi perchè si tratta di barche costose, veloci, difficili da condurre e così dai nostri cantieri uscirono deliberatamente delle barche molto robuste e pesanti, perchè potessero durare per diversi anni. Da allora mi interessai moltissimo a questa classe, nel 91 partecipai ai campionati europei a Sanery dove erano presenti anche Julian e David Witt, due grandi esperti di 18 piedi. Scendemmo in acqua e, in condizioni di poco vento, li superammo vincendo la regata di una lunghezza. La settimana successiva corsi una regata sul Lago di Garda e, poichè entrambi i componenti del mio equipaggio non avevano potuto seguirmi, imbarcai due ragazzi austriaci. La prima uscita fu un incubo! C'erano 20 nodi di vento e non mi sentivo per niente sicuro con loro, gli autriaci iniziarono a litigare prendendosi a pugni mentre stavano al trapezio. Abbastanza sorprendentemente vincemmo quella regata e l'intera serie: gli austriaci trovarono un accordo. Sono ritornato sul Garda nel 92, nel 94 e nel 95 ed ho sempre vinto".
Gli skiff in Italia Le leggende metropolitane narrano che il primo skiff arrivò in Italia nell'83 al ritorno della spedizione in Australia per l'America's Cup di Azzurra. I componenti del team avevano stivato nei container anche un 18 piedi australiano, un mostro di quasi 6 metri considerato il più veloce monoscafo mai costruito e che in Australia ed in Nuova Zelanda andava per la maggiore già dagli anni '50. Da allora gli skiff presero lentamente a diffondersi anche nel nostro paese ma la grande spinta alla diffusione è stata data alla fine degli anni '90 quando il Comitato Olimpico Internazionale ha deciso di inserire una classe di skiff (il 49er) nelle regate olimpiche. A questo punto i praticanti si sono fatti più numerosi ed i modelli si sono moltiplicati, gran parte delle nuove derive presentate negli ultimi saloni nautici appartengono alla famiglia degli skiff. Qui di seguito vi diamo una breve descrizione degli skiff più diffusi.
Monotipi e classi open

Da un lato dello schieramento abbiamo i 49er (come tutte le classi olimpiche), i Laser, gli Iso ed i Boss a rappresentare le classi rigidamente monotipo, dall'altro i 18ft, gli Int14 sono i principali rappresentati delle classi open nel mondo degli skiff (classi open alle quali appartengono per esempio i progetti dell'America's Cup).

Una classe open è una classe dove i progettisti non sono vincolati a seguire strettamente un design ma "semplicemente" delle regole di stazza.

In entrambi i casi vi troverete dopo qualche anno a dover cambiare barca perchè la vecchia non è più sufficientemente veloce ma mentre nei monotipi questo dipende semplicemente dall'usura, se avete optato per una classe open l'obsolescenza tecnologica della vostra barca sarà molto più rapida.

Molti velisti preferiscono regatare in classi monotipo perchè ritengono che in acqua contino solo allenamento, capacità e fortuna. Altri scelgono classi open dove  la sfida si estende all'intero progetto e si vince non solo per merito delle capacità veliche ed atletiche in acqua; le classi open sono classi per progettisti e costruttori oltre che per velisti in senso stretto.

Il parere di John Winning e Trevor Barnabas - rispettivamente quinto e secondo ai mondiali di 18ft di Carnac2000 - chiarisce bene quale sia l'approccio corretto ad una classe open: "... gli equipaggi europei stanno migliorando molto rapidamente, il livello di competitività si è notevolmente innalzato tanto che almeno una quindicina di barche è ora  in grado di vincere una regata del circuito. Tutto questo grazie al fatto che le regole di stazza si sono mantenute piuttosto rigide e non danno più modo di vincere solo agli equipaggi più ricchi. Allo stesso tempo tutti vogliono che il 18ft resti un'imbarcazione all'avanguardia, aperta alle evoluzioni. In questo momento stiamo lavorando molto sull'armamento in fibra di carbonio per ridurre il peso, aumentare ancora la velocità e difendere il primato di monoscafo più veloce del mondo. Il nuovo regolamento di stazza ci permette di sperimentare senza dover investire troppi quattrini (relativamente n.d.t.). Quando il lavoro sull'armamento sarà terminato probabilmente serviranno modifiche allo scafo per sfruttare al meglio i nuovi alberi ma per ora ci concentriamo sull'albero..."

Quattro tipi di skiff

Oggi la definizione di "skiff" comprende imbarcazioni che presentano diversi punti in comune ma anche molte differenze, in questo momento possiamo distinguere almeno 4 tipologie in un crescendo di complessità e prestazioni.

Ad un primo livello si situano imbarcazioni che hanno tutte le caratteristiche tipiche degli skiff (larghi scafi plananti, spi asimmetrico armato su un bompresso retrattile, rande steccate) pur senza arrivare ad interpretazioni troppo spinte. Si tratta di derive che con le giuste condizioni di vento possono essere adatte ai primi approcci agli skiff possono anche da parte di principianti. Barche come il Laser 3000 o il Buzz restano comunque da non sottovalutare: la loro superficie velica è decisamente ampia se rapportata a quella delle derive tradizionali e l'uso del trapezio è fondamentale.

Con il secondo livello entriamo decisamente nel mondo degli skiff: le superfici veliche si fanno più ampie, i materiali sono più tecnici (mylar, carbonio) e fanno la loro comparsa le ali o le terrazze. Stiamo parlando di di alcune delle classi più diffuse in europa quali i Laser 4000 o gli Iso, imbarcazioni monotipo con rigide regole di classe adatte per un approccio agli skiff da parte di velisti con già una buona esperienza sulle derive tradizionali.

Gli stick si allungano, le superfici veliche crescono, le terrazze si fanno sempre più ampie ed i trapezi raddoppiano! Per gestire queste imbarcazioni bisogna che sia il timoniere che il prodiere siano velisti di ottimo livello, preparati tecnicamente e ben allenati fisicamente. Nella terza fascia rientrano la maggior parte degli skiff ad alte prestazioni, sono le classi che animano tutti i principali circuiti di regate: Laser 5000, Boss e soprattutto il più famoso 49er, nuova classe olimpica.

Ed infine arriviamo all'ultimo livello, si tratta praticamente sempre di classi open nelle quali progetti, tecnologie, materiali, prestazioni e complessità di conduzione sono portati all'estremo. Un esempio su tutti sono gli spettacolari 18 piedi australiani: terrazze di oltre un metro, equipaggio di tre persone tutte al trapezio, rande completamente steccate ed enormi spi asimmetrici per superfici veliche assolutamente spropositate...

Qui di seguito passeremo in rassegna i principali progetti di skiff. Nella presentazione delle imbarcazioni ricorreremo spesso all'aiuto del Trovatutto del Giornale della Vela.

Primo livello: approccio agli skiff Ci fa un po' rabbrividire citarle qui, ma lo facciamo per completezza di informazione. Tra le derive della nuova generazione stanno ottenendo un discreto successo le cosiddette "sport family". Se andate a spasso per il vento con famiglia o amici, non avete la necessaria familiarità con un trapezio ma volete comunque provare l'ebbrezza di gestire rande steccate, bompressi e spi asimmetrici potete provare a salire su un Laser Stratos, o un Cruz Classic fino a spingervi su un Breeze 6.0 della Topper che comincia ad essere una deriva da 6 metri con terrazze e trapezio in grado di raggiungere discrete velocità... ma non perdiamo ulteriore tempo e passiamo alle vere "barche volanti"!

Laser 2000, Laser 3000, Buzz e gli altri

Il primo approccio con gli skiff doppi può essere affrontato su un Laser 2000, un Laser 3000 o un Topper Buzz (non vogliamo fare preferenze tra cantieri!), queste saranno con tutta probabilità le barche scuola della nuova generazione, le più che legittime eredi dei Laser e dei 420 che oggi popolano tutti i circoli velici.

Si tratta di derive plananti con un solo trapezio e con una superficie velica ridotta rispetto agli skiff "adulti" ma pur sempre di tutto rispetto se paragonata alle imbarcazioni tradizionali.

Il Laser 3000 (al quale personalmente preferiamo di gran lunga il fratello 2000) è simile ai suoi fratelli maggiori, tutta la gamma progettata da Phil Morrison si caratterizza per scafi molto piatti, pozzetti sgombri e rande steccate in mylar. Il fiocco è riavvolgibile ed un'unica cima comanda sia l'uscita del bompresso che l'issata dello spi. Lo scafo è lungo 4 metri e 40 e, una volta issato lo spi, la superficie velica complessiva è di oltre 24mq.

Tra le altre classi per ora meno diffuse in Italia ma non per questo meno valide vogliamo ricordare il 29er (sorellina minore e deriva propedeutica alla ormai notissima classe olimpica 49er), il B14E che per caratteristiche e performances potrebbe forse figurare tra gli skiff del secondo livello ed il Cherub uno skiff di 4.20m nato in Nuova Zelanda e molto diffuso in Gran Bretagna oltre che nel continente australe.

Infine, una interessante curiosità per chiudere: anche per il Flying Dutchman - l'imbarcazione che per eleganza e complessità tecnica è da tutti ritenuta la regina incontrastata delle derive tradizionali - è stata recentemente realizzata una versione con bompresso e spi asimmetrico.

Secondo livello: terrazze ed ali Gli scafi che vi presentiamo come secondo livello rappresentano pienamente la filosofia costruttiva degli skiff, nonostante ciò si tratta ancora di barche dalla conduzione accessibile, adatte ad equipaggi già collaudati in deriva anche se non ancora perfetti con gli skiff e questo è certamente il segreto del loro successo. E' qui infatti che troviamo le due classi che al momento hanno incontrato maggior fortuna nel nostro paese: la diffusione degli Iso e, soprattutto, dei Laser 4000 comincia addirittura a permettere l'affermazione di un discreto mercato dell'usato, procurandosene uno si è certi di poter contare su imbarcazioni assolutamente affidabili e sulla possibilità di partecipare a regate e raduni ormai frequenti e frequentati.

Laser 4000

Il Laser4000 è con il 49er probabilmente la classe di skiff più diffusa in Europa, le regole di classe sono molto rigide sia riguardo all'attrezzatura che all'equalizzazione dei pesi ottenuta attraverso la diversa lunghezza delle terrazze.

E' caratterizzata da uno scafo autosvuotante di 4 metri e mezzo, un solo trapezio ed una superficie velica di 14.7 mq che arriva a 31.8 con lo spi. Come tutta la linea disegnata da Morrison privilegia pozzetti completamente liberi grazie all'adozione dello gnav al posto del tradizionale vang.

Ulteriori informazioni al sito ufficiale www.lasersailing.it

Iso

Per solidità e facilità di conduzione il Topper Iso può essere ritenuta la barca ideale per imparare la navigazione sugli skiff (le scuole lo preferiscono al Laser4000 proprio per la sua maggiore solidità).

Ha un solo trapezio, le terrazze sono sostituite da ali rigide integrate nello scafo e la superfice velica sfiora i 15mq. Il suo punto debole è da ricercarsi nel peso: privilegiando la solidità i progettisti della Topper non hanno certo disegnato una barca leggera.

Nelle PagineGialle di Skiffsailing dettagli tecnici e storia dell'Iso

Laser 4000: skiff monotrapezio di base

Topper Iso

Terzo livello: tutti al trapezio!

49er

Otto novembre 1996, ore 10.30. L'ISAF vota le nuove classi olimpiche per Sydney 2000: la Star, che ha brillato per 14 edizioni, cede il passo al 49er, l'avveniristica imbarcazione di 16 piedi che diventa così il più famoso tra gli skiff.

Il primo esemplare risale solo ad un anno prima, passa per essere un progetto dell'australiano Julian Bethwaite (in realtà ci ha lavorato in team con l'inglese Dave Ovington, l'americano Peter Johnstone ed il giapponese Takao Okami). I soli 4 cantieri attualmente abilitati alla costruzione si trovano in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti ed Inghilterra.

Con i suoi 92kg armato il 49er è una barca molto leggera ma decisamente molto invelata (21 mq che salgono a 59 quando è issato lo spi). Lo scafo è in resina rinforzata con tessuti di vetro e strisce di carbonio unidirezionali dotato di terrazze piene regolabili per l'equalizzazione dei pesi. A prua arma uno spi asimmetrico in testa d'albero ed fiocco autovirante. L’albero è a due ordini di crocette in alluminio fino a metà altezza e fibra per la parte superiore con funzione di ritorno elastico al variare dell'intensità delle raffiche ormai adottato universalmente sui 18 piedi. La randa steccata nella parte bassa si sdoppia per avvolgere l'albero e contenere il gnav (che sostituisce il vang tradizionale e consiste in una leva che spinge il boma verso il basso).

Potete consultare le PagineGialle di Skiffsailing per un maggiore dettaglio sulle caratteristiche tecniche del 49er.

Le coperta è molto pulita e le manovre sono semplici. Il fiocco autovirante permette al prodiere di concentrarsi sulla randa di bolina e sullo spi al lasco, il timoniere manovra con un doppio stick, semplificando i passaggi tra timone, trapezi e scotte. E' una barca molto veloce ma anche molto instabile, con vento medio forte e con onda formata scuffia con la facilità di una saponetta e nella fase di apprendimento sono da mettere in conto molti bagni. Ma ne vale la pena, dopo un duro e lungo rodaggio segue un vero divertimento per gli amanti della velocità sull'acqua.

Dave Ovington racconta così la nascita del 49er. "A fine 95 decidemmo di progettare la più veloce deriva da due persone sul mercato, non pensammo subito in chiave olimpica ma mentre il lavoro procedeva capimmo che stava nascendo una barca speciale e decidemmo di partecipare alle selezioni. Dopo avere vinto i trials iniziammo a ricevere fino a 30 ordini la settimana. Oggi invece gli ordini sono rallentati, è una barca difficile e molti appassionati si sono resi conto che non possono competere con gli equipaggi che si stanno preparando per le Olimpiadi. I campionati del mondo del 98 a Bandol hanno mostrato come per trarre il meglio da questa imbarcazione sia necessario allenarsi fino a cinque-sei giorni la settimana".

Nelle PagineGialle di Skiffsailing il racconto dell'esordio olimpico del 49er a Sidney 2000

International 14

Di assoluto prestigio è l'International 14, un progetto che ha avuto gran parte nella diffusione e nella conoscenza degli skiff in Europa ed è ritenuto a ragione l'ispiratore del 49er.

Il peso ridotto (solo 86kg), il doppio trapezio ed un piano velico di quasi 18mq (senza contare lo spi) ne fanno una barca da corsa molto veloce, nervosa ed instabile. Indicata per gli esperti.

Nelle PagineGialle di Skiffsailing la storia ed i dettagli tecnici dell'Int14.

Laser 5000

Il Laser 5000 è il fratello maggiore nella nuova gamma Laser, ne condivide la filosofia e l'impostazione portandole agli estremi. E' stato nel 1993 il il primo progetto a presentare un sistema di terrazze per l'equalizzazione dei pesi. Il doppio trapezio ed un bompresso di 2 metri e 60 sono le caratteristiche salienti di un'imbarcazione da 5 metri con una superficie velica di 26mq ai quali al lasco si vanno ad aggiungere 33 mq di un imponente gennaker.

Boss

85kg di peso, doppio trapezio, terrazze regolabili, superficie velica di 33mq lo avvicinano ai 18 piedi e ne fanno senza dubbio uno dei più veloci e divertenti skiff in circolazione. Non è facile scegliere ma dobbiamo ammettere che dopo averlo provato l'abbiamo eletto a nostro preferito!

Altri progetti

Il Nautivela-Jet é uno skiff a doppio trapezio. Particolare cura é stata posta nella scelta dei materiali dello scafo: una combinazione di schiume poliviniliche, carbonio e poliestere strutturate a sandwich per assicurare al contempo leggerezza e resistenza. Materiali particolarmente pregiati anche per le appendici: timone e deriva sono realizzati in composti di fibra di carbonio per ottenere la massima resistenza e - da non sottovalutare - il galleggiamento in caso di perdita accidentale! L'albero é composto da una base in alluminio 6082 e da una testa in fibra di vetro per permettere il miglior controllo della preflessione. Leggerezza, stabilità (relativa) e facilitá di recupero dopo la scuffia rendono il Jet uha barca particolarmente adatta alla fase di passaggio ai doppi trapezi verso gli skiff piú grandi, i 49er ed i 18 piedi.

Per finire potete provare anche il piccolo Spice: solo 4.25 metri ma ha tutto quello che serve ad uno skiff: bompresso, spi asimmetrico, doppio trapezio e grandi superfici veliche; è ideale per equipaggi giovani e leggeri.

Laser 5000: doppio trapezio!

Topper Boss: doppio trapezio!

 

 

 

 

 

Ultimo livello: i 18 piedi: e siamo in 3!

Sono gli originali skiff australiani e non hanno rigide regole di stazza. Spesso lo sviluppo è lasciato alla libertà dei progettisti. Si caratterizzano comunque sempre per avere velature enormi, terrazze da super-attico, alberi altissimi ed un equipaggio di tre persone tutte al trapezio.

Dave Ovington considera i 18 piedi la formula uno degli skiff: "non sono così difficili da timonare come qualcuno potrebbe pensare ma sono più potenti e più pesanti di qualsiasi deriva. Reagiscono più lentamente rispetto ad un 49er o ad un 14 piedi ma una volta che lo fanno sono potentissimi, un errore può essere catastrofico. E' una barca fantastica ma dovete essere degli ottimi organizzatori: una delle cose più difficili è armarla e metterla in acqua, una volta fatto questo tutto il resto è (relativamente) facile".

Gli skiff singoli

Gli skiff sono tipicamente imbarcazioni per equipaggi di due o tre persone, prima di partire con la rassegna vi vogliamo però presentare alcune derive da singolo che possono servire sia per prendere confidenza con lo stick e la scotta di randa sia per assicurarvi un'uscita impegnativa e divertente anche nella giornata in cui non siete riusciti a trovare l'altra metà dell'equipaggio...

Il Topper è probabilmente la più diffusa tra le derive da singolo della nuova generazione, è un'imbarcazione divertente, solida, facile da condurre ed estremamente semplice da armare. Come il Topper anche il Byte e l'Escape Rumba assicurano divertimento e planate non solo ai novellini ma anche a velisti esperti che sappiano portarle ai limiti.

Lo Zzap di Nautivela é un progetto di David Harte (uno dei piú noti allenatori al mondo nella classe Optimist) dall'obiettivo dichiarato di diventare lo skiff doppio di riferimento per equipaggi molto leggeri. Si tratta dunque di un'imbarcazione particolarmente adatta ai giovanissimi, il passaggio naturale dopo gli Optimist. Il progetto é stato concesso in licenza a diversi cantieri pertanto l'imbarcazione é - o sará - disponibile in molti paesi. Nautivela sta attivamente promuovendo la nascita di un circuito internazionale. Potete ottenere maggiori informazioni al sito www.zzapboat.com

Se la vostra tecnica è più avanzata e cercate derive da singolo altamente perfromanti potete provare a timonare il Laser EPS, potenziale erede del diffusissimo Laser tradizionale oppure provare il rendimento della caratteristica chiglia dell'RS300.

Infine sconsigliamo caldamente ai principianti di uscire al trapezio sulle terrazze dell'RS600 che con i suoi 52 kg, albero in carbonio e randa in Mylar da oltre 12 mq può tranquillamente essere considerato un impegnativo skiff in miniatura. 

Pure impegnativo e di innovativa concezione il laser Vortex.

Quale sarà il nuovo singolo olimpico per il 2008?

I singoli della nuova generazione stanno rapidamente prendendo piede. La loro diffusione si farà ancora più rapida dal momento che dal 20 al 25 marzo 2000, nella baia francese di Quiberon si è tenuto il concorso indetto dall'ISAF per la scelta del nuovo singolo olimpico. Possiamo scommettere che - una volta completata la scelta nel corso della prossima conferenza annuale dell'ISAF che si terrà ad Edimburgo a novembre - il nuovo scafo olimpico sostituirà il Laser nelle scelte di gran parte dei velisti.

Musto Performance Skiff

Il progetto che probabilmente ha destato più interesse a Quiberon è stato il Musto Skiff, progettato da un contenderista tedesco e sponsorizzato da Luca Devoti, velista olimpico campione europeo e vicecampione mondiale nella classe Finn e coproprietario dell'omonimo cantiere inglese. Si tratta di un singolo con randa, terrazze tubolari, trapezio e spi asimmetrico non certo facile da condurre ma sicuramente veloce e spettacolare. ll Musto Performance Skiff (MPS) é stato il primo progetto di skiff singolo con trapezio e gennaker. Si tratta di un'imbarcazione dai "genitori" famosi: é nata nel 99 dalla penna del tedesco Joachim Harlyprecht, sviluppato dalla Devoti Sailing di Luca Devoti e costruito nei mitici cantieri inglesi di Dave Ovington. Come i suoi principali concorrenti anche l'MPS ha partecipato ai trials organizzati dalla ISAF nel 2000 per la selezione del nuovo singolo per le Olimpiadi 2008. Durante queste selezioni l'MPS é stato il piú veloce tra i monoscafi arrivando a superare in condizioni ottimali i 20 nodi! I dati tecnici: lunghezza scafo m 4,55 + bompresso m 135; supeerficie velica randa mq 11.5 + gennaker mq 16.5; peso armato  kg 80, albero Proctor, vele Hyde. Trovate maggiori dettagli ai siti www.mustoskiff.com, www.devoti.co.ukwww.ovingtonboats.com

RS600

Altro ovvio protagonista è stato l'RS600, imbarcazione decisamente nervosa (è tra le nostre preferite) dall'accelerazione e dalla velocità decisamente superiori. Lo scafo stretto e piatto lo rende uno skiff instabile soprattutto se confrontato con progetti più recenti le cui linee meno estreme permettono una conduzione più costante ed ovviano agli scatti incontrollabili dell'RS600. Dopo ormai più di cinque anni dall'inizio della produzione l'RS ha trovato buona diffusione in Gran Bretagna ma è quasi sconosciuto nel resto d'Europa. Decisamente più fallimentare la versione con spi asimmetrico: il peso di bompresso, sacca e spi alterano l'equilibrio della barca penalizzandola molto di bolina (per inciso al lasco invece si raggiungono velocità davvero ragguardevoli!) e rendendola ancora più instabile nelle manovre.

Nautivela Vis

Interessante il progetto italiano Vis della Nautivela. Il sistema di equalizzazione dei pesi è assicurato da due ali rigide regolabili fino a 2.20m; l'imbarcazione è equipaggiata con una randa steccata di 12mq armata su un albero in carbonio di 7m. Il disegno assicura un ottimo compromesso tra velocità e manovrabilità assicurando la possibilità di planare anche di bolina e con venti leggeri. Il VIS é un innovativo skiff singolo con  trapezio e gennaker. L'imbarcazione - un progetto dell'architetto gardesano Umberto Felci realizzato dal cantiere Nautivela - e stata presentata nel marzo 2000 in occasione delle regate organizzate dalla Federazione Internazionale per la selezione del nuovo singolo olimpico. Il progettista ha infatti tenuto ben presenti le direttive impartite dall'ISAF: elevate prestazioni, sistema di equalizzazione dei pesi, particolare attenzione agli aspetti atletici, tecnici e tattici della vela. Scafo slanciato e bompresso sottile permettono di raggiungere un corretto equilibrio tra prestazioni e solidità. La scelta esteticamente molto gradevole delle ali rigide rispetto alle terrazze tubolari facilita la manovra di uscita al trapezio. L'albero é - ovviamente - in carbonio. I dati tecnici: lunghezza scafo m 4,5 + bompresso m 1,5; superficie velica randa mq 11 + gennaker mq 16; peso armato kg 70. www.nautivela.com

L'esordio del Vis allo Skiffestival del Garda . Skiffestival 2000 del Circolo Vela Gargnano ha tenuto a battesimo l'esordio in regata di "Vis" il nuovo singolo dell'architetto gardesano Umberto Felci, costruito dal cantiere Nautivela, recente protagonista delle regate di osservazione per la nuova imbarcazione olimpica a Quiberon (Francia). Le regate della classe "Vis" hanno visto la partecipazione di skipper di grande valore. La vittoria finale è andata ad Andrea Felci (Ans lago d'Iseo), fratello minore del progettista di questa interessante carena, già campione con varie classi monotipo. In seconda posizione ha chiuso Giovanni Bonzio (FV Desenzano), terzo Luca Stefanini (VC Campione del Garda), quarto il campione del mondo dei Contender, il mantovano Andrea Bonezzi (SC Mincio). Le prove disputate sono state 5 tutte caratterizzate da un buon vento di media intensità. http://centomiglia.it/skiffestival.htm

Gli altri

I progetti presentati dai cantieri Laser sono stati l'EPS - accattivante nelle forme ed efficace nelle linee, caratterizzato dall'adozione di ali rigide sulle quali stendersi alle cinghie, rappresenta un'ottima evoluzione del Laser standard ma è ben lontano dalle prestazioni assicurate dagli skiff - ed il Vortex - decisamente innovativo: due scafi ravvicinati, molto corti, uniti da una coperta in vetroresina; un mezzo difficilmente scuffiabile che permette buone velocità e l'ebbrezza del trapezio anche a timonieri meno esperti.

A completare il lotto delle 7 pretendenti il ben conosciuto - ed efficace - Contender e tre catamarani singoli (Ace A Class, Inter 17 e Marstrom 18).

Lo skiff ideale

Bene, ora che sapete tutto sugli skiff potete partecipare al sondaggio di Skiffsailing: qual'è secondo voi lo skiff ideale, quello più divertente ed abbordabile, quello che abbina una buona qualità ad un prezzo tutto sommato abbastanza accessibile, quello che vorreste avere (magari usato) per divertirvi subito dalla prossima estate?

Ripassate dalla homepage e votate direttamente cliccando nel modulo, periodicamente pubblicheremo i risultati del sondaggio.

Se volete lasciarci un commento più articolato potete mandarci unskiffsailing@mail.xoom.it.

Prezzi

I prezzi della maggior parte delle barche che vi abbiamo presentato vanno dai 15 ai 20 milioni. Spiccano - per diverse e comprensibili ragioni, ma li riteniamo comunque sovrastimati - i 26 milioni per il Laser 5000 ed i quasi 32 milioni del 49er.

Per quanto riguarda i 18 piedi trattandosi di una classe open i prezzi risultano molto variabili dipendendo dalla notorietà del cantiere, dalla qualità del progetto e dalla tipologia di materiali impiegati.

I prezzi menzionati sono da intendersi IVA esclusa, su listini fine 99. Per avere un'informazione sempre aggiornata sui prezzi degli skiff (e su moltre altre imbarcazioni) vi rimandiamo al Trovatutto del Giornale della Vela, prababilmente il migliore e più completo catalogo attualmente sulla rete in Italia.

Riteniamo comunque che una buona barca usata resti la scelta migliore per cominciare ed affrontare senza patemi d'animo i primi bagni. Uno skiff usato può costare fino alla metà ma per il momento non è facile da trovare e spesso bisogna cercarlo all'estero. Vi consigliamo di contattare gli importatori o direttamente i cantieri di produzione per maggiori informazioni.

La Gran Bretagna è il paese europeo nel quale gli skiff sono maggiormente diffusi al momento. Trovare un buon usato in Italia non è per niente facile perciò se siete serieamente intenzionati a diventare armatori uno sguardo oltremanica è praticamente inevitabile.

Se cercate degli ISO usati provate per esempio all'indirizzo asafeplace.co.uk/iso 

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