Sabato 22 febbraio 2003.

Le giornate si fanno sempre più calde e dopo tre anni decidiamo di alare la barca e di fare carena, inoltre l'anno precedente al cambio dell'olio del piede l'anodo sacrificale era ormai agli sgoccioli ed è finalmente arrivata la plancetta di poppa che Cinzia ha voluto per salire meglio in barca

Chiedo quindi ad Aldo, uno dei proprietari. del cantiere, di alarmi la barca in settimana e di metterla su un invaso. Non so perché gli è venuto in mente di farlo subito. La porto sotto la gru, facciamo passare i fascioni sotto la chiglia, cerchiamo un invaso in prestito fra quelli inutilizzati e la solleviamo.

SORPRESA!!
Non pensi mai possa succedere alla tua, ma appena lavata dalle alghe la carena evidenzia qualche piccola bolla (circa 500 di 5 mm di diametro), subito penso (o credo) a bolle dell'antivegetativa vecchia di tre anni , ne schiaccio una con la chiave della macchina e ne esce un liquido marrone e puzzolente purtroppo è osmosi

Per fortuna il cantiere è attrezzato per questo tipo di lavorazioni e ha l'esperienza necessaria.
Si tratta, in sintesi, di sabbiare lo scafo eliminando tutto il gel-coat e facendo "esplodere" le bolle che si sono create, lasciare asciugare la vetroresina fino ad un valore di umidità percentuale di 14, quindi ripristinare i buchi con stucco epossidico, stendere nuovamente il gel-coat, e verniciare.

Tutta l'operazione dovrebbe durare 3/4 mesi.

A cosa è dovuta l'osmosi? (vedi allegato).

Qui a destra troverete man mano che verranno fatte, tutte le operazioni di ripristino. Mancano le foto della carena con le bolle, ma lo sconforto era troppo e non ho pensato a farle.

Maggio 2003
Non ho fatto altre fotografie dopo la sabbiatura perché mi si è rotta la digitale.
Comunque dopo aver sabbiato, stuccato, stuccato, stuccato, verniciato con il nuovo gelcoat, il primer e l'antivegetativa bimba è tornata in acqua.

Totale dell'operazione 4 mesi,
tanta bile e 2.100 euro!!!!