OWNERS CLUBS

.............Le barche viste dai loro proprietari

 

INDICE:

" LIMIT T.C.I." Di GIUSEPPE GOZZOLI[giusegoz@libero.it]

"IL TIMONE DEL LIMIT " Di GIUSEPPE GOZZOLI[giusegoz@libero.it]

 


 

LIMIT CADEI

Cantiere Cadei Ferruccio. Disegno di Sergio Abrami

Il mio cabinato preferito !

Ho composto questo spazio dedicato al LIMIT CADEI sperando di trovare ancora possessori ed estimatori di questa barca .

Alcune foto sono mie altre sono tratte dal depliant originale del LIMIT, la foto del LIMIT con randa terzaruolata e tormentina è tratto dal poster del Gruppo Avventura ex allievi di Caprera.

Sarei felice di ricevere altre fotografie di LIMIT , consigli , difetti e proposte di eventuali uscite in acqua al fine esclusivo di navigare a vela.

Bocche di Bonifacio

LA NASCITA:

Va collocata nel 1971 quando il " chiodo " di un giornalista, la praticità di un costruttore di barche e tanti altri manufatti in vetroresina e la genialità di un giovane votato al design nautico riuscirono a trovare l'esatto punto d'incontro.

IL PERCHE':

La legge sulla nautica offriva una possibilità di libertà entro certi limiti. Quale significato aveva questa libertà? Di poter creare una barca economica, non complicata, non impegnattva, carrellabile, abitabile, con il bisogno di poca profondità per navigare, una barca alla francese secondo il concetto che i francesi hanno di mettere in barca, al minor costo, il maggior numero di persone. Per un turismo nautico a vela. E, poichè la forma più economica di turismo è il campeggio, per un campeggio nautico. Tutto questo in sicurezza, in comodità, in onestà di prestazioni e di prezzo.

LO SVILUPPO:

Fu un'occasione offerta dal bando di concorso del TCI per una imbarcazione destinata al diporto costiero. Il bando e l'idea dei tre coincidevano tanto perfettamente che il Limit, al XIII Salone nautico di Genova, vinse il concorso e diventò il LIMIT-T.C.I.

Da quel giorno è nata la grossa famiglia del Limit-TCI che abita oggi le acque interne e quelle marine.

Esemplari del Limit hanno regatato reggendo bene impegnative prove ed impegnativi confronti; hanno navigato l'Adriatico ed il Tirreno; retto le furie di vento dei laghi 1ombardi, il mare difficile della Sardegna, della Corsica e dell'Arcipelago Toscano, hanno superato tranquillamente le insidie dei bassi fondali delle Lagune Venete, hanno compiuto mezzi peripli d'ltalia spingendosi fino in Dalmazia e nel Dodecanneso, e facendo tutto questo hanno guadagnato tanta gente alla vela, anche incallite casalinghe!

COME E':

Un minicabinato a deriva mobile. Ha una coperta tutta sgombra, un pozzetto favolosamente comodo e spazioso; una cabina nella quale si può anche dormire in quattro adulti e tanti, tanti gavoni stagni per poter stivare tutto : gli zoccoli e il secchiello, le pinne e le lenze, il fornello e la maglia di lana, l'ancora e il motore f.b., le scatolette e l'acqua minerale.

"Fuori tutto" misura mt. 4,98, al galleggiamento mt. 4,79, in larghezza mt. 2,20.

Non chiede immatricolazione, non chiede patente. Non ha slanci, non ha forme tradizionali: è il trionfo del corto e largo.

Alla fonda pare un paperotto che si culla contento sull'acqua. Sotto vela si nobilita con un suo stile, una sua eleganza, una sua personalità. Può fare tenerezza e inorgoglire. È una buona barca sicura, fedeIe, generosa di soddisfazioni.

Scheda Tecnica.

Dotazioni standard:

costruzione in poliestere tixotropico rinforzato con fibra di vetro con due cassoni stagni di galleggiamento e pozzetto autovuotante;

- albero e boma in alluminio anodizzato con attrezzatura in acciaio inox

AISI 316: 1 strallo, 1 patarazzo regolabile, 2 sartie alte, 4 sartie basst con tenditori inox;

- timone regolabile con guancie in acciaio inox e pala in vetroresina, barra in legno con snodo e prolunga;

- deriva in acciaio zincato, pivottante, comandabile dal pozzetto, del peso di circa kg. 40.

- 1 gavone per l'ancora, 1 gavone per motore f.b., 2 gavoni in pozzetto, 3 cale sottocuccette, 2 reticelle portaoggetti, tavolino, scaletta e attacco a pantografo per motore f.b. a gambo corto in acciaio inox; si consiglia un motore : da 4-6 HP.

- 1 golfare per alaggio, 3 bitte per ormeggio, 2 passacavi, 2 rotaie con passascotte e strozzascotte per il rimando in pozzetto delle drizze per il fiocco, 2 strozzascotte e 2 bozzelli doppi per la randa, scotte in materialen sintetico.

- colori : coperta bianca, grigia, avorio: scafo bianco. grigio. avorio, azzurro.ìverde. arancio con fascia bianca.

Dati tecnici:

L. ft m. 4.98 I.WI m. 4.79 B. max m. 2,20 l . m. 1.15 i . m. 0.16 p. tot. kg. 350

Sup. Velica:

randa mq. 5.55 fiocco mq. 5.50 genoa mq. 8.40 torm. mq. 2.80 dryfter mq. 11.87 spy mq. 20 ca.

 

Radiografia del LIMIT

la tuga del mio LIMIT in fase di restauro

Al LIMIT CADEI nel 1981 vengono apportate alcune varianti

1- Tambuccio in plexyglass

  1. Prua con vano ancora aperto
  2. Pulpito cambiato

 

 

Il LIMIT è facilmente carrellabile , personalmente lo traino con un carrello senza freni e una piccola Kangoo 1200 cc.

 

Il LIMIT viene ancora costruito , su richiesta , dal cantiere ROSA CADEI

 

Spero di poter ampliare questo spazio dedicato al LIMIT CADEI con vostri contributi.

Buon vento !

Gozzoli arch. Giuseppe giusegoz@libero.it

Ottobre 2001

 

 


IL TIMONE DEL LIMIT

Di GIUSEPPE GOZZOLI[giusegoz@libero.it]

 

TROVATE ACQUA DENTRO IL TIMONE?

Non vi preoccupate: un progettista di barche mi ha assicurato che l’acqua in un timone di vetroresina dotato di cavità interne, tipo quello del Limit, troverà sempre il modo di entrare, ma fortunatamente la struttura della pala non ne risente e la sicurezza è garantita.

Ma se non vi piace:

Vi posso consigliare un rimedio per eliminare definitivamente questi quattro punti:

schiumare le cavità della pala.

LA SCHIUMATURA DELLA PALA CON SCHIUMA POLIURETANICA

La schiumatura della pala con schiuma poliuretanica, reperibile in bombole da circa 200ml in qualsiasi ferramenta e generalmente usata per piccoli lavori di isolamento in edilizia, è un operazione facilitata dal fatto che la pala è dotata solo di tre cavità longitudinali. La sicurezza del timone non viene intaccata perché si interviene sull’ estremità inferiore della pala, ove il momento flettente è pari a zero (mentre lo sforzo, momento, massimo è in corrispondenza dell’agugliotto inferiore).

Elenco dei materiali:

ILTIMONE

La pala è internamente divisa in tre cavità longitudinali: quelle verso i bordi di entrata e di uscita del profilo della pala sono vuoti; la cavità centrale è occupata da gommapiuma, che non ha più alcuna funzione. La gommapiuma aveva una sua precisa funzione solo durante la costruzione del timone. Il timone veniva costruito con due semigusci, che una volta finiti venivano incollati lungo i bordi con pasta di vetro e resina. Oltre all’incollaggio perimetrale, vi era anche quello ottenuto con un longherone centrale, che al momento della chiusura della pala, era posato ancora bagnato (vetroresina con resina ancora non solidificata) all’interno di uno dei due semigusci. Esso veniva sostenuto e formato da una striscia di gommapiuma. Tale striscia aveva uno spessore maggiore della distanza fra i semigusci accoppiati, così comprimendosi dava la giusta pressione per l’incollaggio fra il lato superiore del longherone e il semiguscio opposto. Una volta che tutta si era solidificato, la gommapiuma finiva di contribuire alla vita del timone.

 

 

Figura 1 - Costruzione della pala del timone

 

IL LAVORO

Al posto della cannuccia in dotazione alla bombola, fissare, con fascetta metallica o filo metallico, un tubo di gomma lungo quanto la cavità. Fissare bene, perché essendo il tubo più lungo, la schiuma fa più forza al suo interno ed è facile che salti via dalla bombola con spargimento di schizzi di schiuma. La schiuma è terribilmente appicicosa e non oso pensare cosa può succedere se finisce sugli occhi: USARE OCCHIALI DI PROTEZIONE. Fare prima una prova fuori dalla pala per rendersi conto della velocità di uscita della schiuma, del volume che occupa espandendosi e della velocità di espansione. Ricordate che all’interno del timone la schiuma ha solo una direzione libera di espansione e il tempo di asciugatura è più lento. Inserire la cannula fino al fondo della prima cavità e procedere alla schiumatura: schiumare a piccole riprese ad intervalli (almeno 20 minuti) per garantire alla quantità di schiuma depositata di completare la sua espansione. Questo sistema vi permette di usare meno schiuma, di ottenere una schiuma espansa leggera, ma soprattutto di non distruggere il timone. La dilatazione dell’ultima ripresa di schiumatura, quella che fa uscire la schiuma dai fori, va aiutata pulendo ripetutamente i fori dalla schiuma che esce.

 

Figura 2 - Schiumatura a più riprese

 

Figura 3 - Chiusura dei fori

N.B.

Per informazioni e dubbi: luninove@libero.it

 

 - Pagina Principale ________________________INDICE 

__