VELA AURICA & piccole barche classiche


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Luigi Candela, istruttore di vela sul lago di Garda, mi ha fatto conoscere questa deriva, che nasce come tender dei pescherecci bretoni negli anni '50. E' a suo modo una barca classica. Per questo sono lieto di pubblicare questo articolo che ce la racconta.

FF


Classe Caravelle

Vidi per la prima volta il Caravelle all'inizio degli anni '80 al Vela Club di Palermo. Era di proprietà di un socio e lo mise a disposizione del Club.
In quel periodo ero occupato con la squadra giovanile optimist e questa deriva passò inosservata e incompresa da me e da molti altri. Il motivo principale fu che tra gli istruttori FIV non esisteva il concetto di "deriva d'istruzione collettiva". Non si sapeva come lavorare con una barca simile con forme considerate strane. Eravamo abituati alle belle e slanciate forme delle barche da regata. Faceva eccezione l'optimist che era la deriva super coccolata dalla FIV.
Iniziai a lavorare con queste derive nel 1988 a Casa di Vela Elba. C'erano quattro bei Caravelle in compensato marino costruiti a La Rochelle rispettando fedelmente il progetto di J.J. Herbulot. Fu Gigi Monteleone, responsabile e proprietario della scuola, che mi fece scoprire le qualità didattiche di queste derive.



STORIA

Jean-Jacques Herbulot quando progettò il Caravelle, nel 1952, era già un atleta affermato e un progettista che stava dando l'avvio alla democratizzazione della vela attraverso idee nuove. Jean-Jacques aveva già rappresentato la Francia ai giochi olimpici del 1932 (Los Angeles in Star), del 1936 (Kiel in Star) del 1948 (Torquay in Firefly) e del 1956 (Melbourne in 5,50 S.I.) Jean-Jacques Herbulot progettò inizialmente questo scafo per i pescatori francesi dell'oceano Atlantico che l'avrebbero dovuto utilizzare come barca appoggio, ma non ebbe molto successo. Fu invece scoperto dal Centro Nautico des Glenans (l'arcipelago a sud della penisola Bretone) che l'adottarono come barca scuola d'istruzione collettiva. Da quel momento il suo successo fu inarrestabile fino agli anni '80. Diventò la più utilizzata in molti paesi del nord Europa e del mediterraneo. Allievi e istruttori della scuola bretone soprannominarono questa deriva "Jeep del mare" per la sua versatilità. Per moltissimi anni è stata anche una delle derive più usate in tutte le scuole dei villaggi turistici del Club Mediterrané. In Italia il Centro Velico Caprera ha formato la maggioranza dei suoi allievi (oltre 45.000) su questa deriva occupandosi anche della sua costruzione presso la base nautica della scuola. E' stato così anche per alcune importanti scuole italiane come Casa di Vela Elba, la Marina Militare Italiana, per alcune sezioni della Lega Navale Italiana .

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TECNICA

Il progettista s'ispirò alle barche da lavoro tipiche dei mari del nord, i pram. Le caratteristiche di queste barche, a volte solo a remi, erano la grande capacità di carico, una buona stabilità sotto vela, il poco spazio occupato sulla coperta di un peschereccio, la possibilità di essere alate sulla riva senza troppo riguardo.
Il Caravelle originale bretone ha una costruzione in compensato marino (materiale innovativo all'epoca) e quindi è uno scafo a spigolo. Come i pram dei mari del nord ha una prua tronca che i francesi chiamano "marotte".
Oggi, oltre alla costruzione amatoriale in compensato marino molto apprezzata, esiste la produzione in tradizionale vetroresina stratificata che rispetta il progetto originale.



CARATTERISTICHE UTILI per il lavoro nelle scuole o per il diportista esperto:
1) navigare in sicurezza con vento forte quando altre derive soffrono;
2) buona reazione allo spostamento dell'equipaggio, grazie al profilo dello scafo a "banana", che permette anche un buon governo senza timone ;
3) in caso di rottura della deriva si naviga lo stesso sfruttando la forma a spigolo dello scafo;
4) assorbimento di variazione di peso dell'equipaggio senza soffrire in prestazioni (quante derive di mt 4,61 rimangono sulle loro linee d'acqua con 4 persone d'equipaggio?) ;
5) si raddrizza facilmente dopo la scuffia.
Su quest'ultimo punto vale la pena di ricordare il seguente principio di sicurezza: la giusta quantità di spinta al galleggiamento consente l'immersione di parte dello scafo e l'equipaggio raggiunge facilmente la deriva. Tutti i velisti con un pò di esperienza sanno come sia difficile mantenere il contatto con la propria barca durante una scuffia. Il Caravelle nella versione non autosvuotante si riempe d'acqua quel tanto che serve a renderla immersa e poco reattiva. Serviranno meno di 10 minuti per svuotare il pozzetto e ripartire.



TESTIMONIANZA DI UN ISTRUTTORE PROFESSIONISTA

"Sul lago di Garda ho potuto navigare con sola randa terzaruolata e fiocco in oltre 25 nodi di vento con onda corta. Con gli allievi che avevo a bordo ho fatto didattica imbarcando pochissima acqua. Nel pozzetto sono stivati un paio di remi che è possibile usare bene grazie ad un comodo "banco" per la voga. Ho potuto utilizzare un Caravelle anche con un fuoribordo fissato sullo specchio di poppa per sostituire un tender. Se qualcuno volesse sfoggiare tradizioni marinare può addirittura usare il Caravelle con la "voga a bratto" (voga con un solo remo poggiato a poppa in un incavo previsto dal progetto). L'insieme di tutte queste caratteristiche mi hanno permesso due volte, nel 1994 e nel 2003 di navigare per quattro giorni consecutivi in lungo e in largo il lago di Garda. Mi piace questa deriva d'istruzione collettiva perchè rappresenta il filo sottile con la tradizione marinaresca che non voglio perdere" .


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DATI TECNICI

Il Caravelle è una classe nazionale monotipo: scafi uguali con limitatissime tolleranze, relativa libertà di posizionare l'attrezzatura. La costruzione è concessa in licenza dall'Associazione di classe che verifica qualità e osservanza del progetto.

Classe Caravelle
Website www.ascaravelle.com
Portmouth number 1180
Anno del progetto 1952
Lunghezza mt. 4,63
Larghezza mt. 1,80
Peso totale kg 210
Peso equipaggio kg. 160-180
Equipaggio 2-3 persone
Randa mq 8,40
Fiocco mq 3,60
Spinnaker no
Trapezi no

Costruttori: Chantier Naval de Carantec, Chantier Yvin, Chantier Naval ACB



Note

Adatta a velisti esperti, con qualche esperienza, freschi di primo corso.Nasce per un uso scuola e diporto. In navigazione trova la sua combinazione migliore performance/sicurezza con un vento da 10 a 20 nodi. Si tratta di una classe monotipo dove ogni equipaggio deve rispettare i limiti del regolamento di stazza. Un Caravelle in legno di molti anni può essere competitivo con uno di oggi.La conduzione è accessibile a tutti. E' classe nazionale in Francia. Oltre 120 iscritti al campionato nazionale e 140 iscritti all'Associazione nazionale di classe.
Chi volesse iniziare in questa classe trova barche di seconda mano al prezzo di 3.000 Euro. Il prezzo del nuovo si aggira intorno a 10.000 euro.



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