Il trasferimento di Subé da Talamone a Riva di Traiano

di L.P.

 

E' tutto pronto…è arrivato il momento. E' dall'inizio di aprile che mi preparo per questo giorno, eppure ho ancora qualche dubbio sull'essere pronto.

Ma non voglio far preoccupare inutilmente i miei cari e quindi mostro sicurezza.

Era sera quel giorno, il 7 aprile, quando l'armatore di Subé veniva portando quella "scrittura privata" che avrebbe sancito, con le firme di entrambi, il passaggio di proprietà di Subé, dalle sue mani nelle nostre. Il momento era stato emozionante...per noi… ma anche per lui !

Avevo stentato a prendere sonno quella sera, dopo un'anno di ricerche avevo tra le mani le chiavi della mia nuova (vecchia) barca. I pensieri correvano a Subé che a 160 Km di distanza da casa aspettava sul suo invaso di riprendere il mare, con me, dopo tanti anni di onorato servizio e dopo 7 anni di forzato riposo.

Avevo utilizzato i fine settimana di aprile e di maggio per fare tutti quei lavoretti che mi avrebbero consentito di riprendere il mare in tutta sicurezza, cercando di razionalizzare i miei spostamenti tra Roma e Talamone...ma non ero sicuro di aver fatto tutto il necessario.

Il varo era stato perfetto, l'acqua non entrava all'interno (sembra impossibile che si debbano controllare certe cose..), il motore era partito. Quella domenica, dopo un'intera giornata passata a mettere in ordine l'attrezzatura, avevo lasciato Subé al suo momentaneo ormeggio a Talomone. L'avrei riveduta solo oggi, alla vigilia del giorno del trasferimento a Riva di Traiano che sarebbe diventato il suo ormeggio definitivo.

Adesso, mente stavo viaggiando in macchina al tramonto con mio fratello e le mogli, mi tornavano tutti i dubbi. Il programma prevedeva di dormire a bordo di Subé per essere pronti all'alba dell'indomani, domenica 4 giugno, a partire.

Cosa sono 30-40 miglia? Niente per una persona con esperienza, che ha navigato in lungo e in largo. Ma un punto interrogativo per me, per la mia nuova barca, per la mia nuova rotta. Il pensiero…sempre lo stesso: andrà tutto bene?

Parcheggiamo la macchina mentre fuori è già buio.

Scarichiamo le borse con le provviste, i vestiti, le attrezzature…Vado avanti al gruppetto per far strada verso Subé, che ondeggia dolcemente al suo posto, sull'ultimo molo.

Saliamo sulla barca, apro la cabina e sistemiamo le cose. Riscendiamo per riaccompagnare le mogli alla macchina: "In bocca a lupo!- Crepi!" sono le ultime frasi.

Torniamo a bordo. L'impianto elettrico non aveva funzionato quando avevo collegato la nuova batteria, quindi ora abbiamo solo la luce delle torce elettriche. Poco male, riusciamo comunque a leggere prima di crollare in un sonno profondo. Prima di addormentarmi provo quella eccitazione che mi viene dal pensare che sto dormendo la prima notte a bordo della mia barca !

La mattina successiva, il giorno del trasferimento, anticipo di qualche minuto la sveglia, tanta è l'eccitazione. Alle 5.30 siamo pronti a salpare. Molliamo gli ormeggi ed impegnamo il canale che ci porta all'uscita del porto. Lo scenario è bellissimo la luce del sole all'alba, ancora radente, colora le barche, le case e la rocca. Per le strade del borgo non c'è ancora nessuno, si sente solo il rumore del nostro motore che ci porta verso il mare aperto.

Usciamo dal porto e issiamo la randa. Il vento non si fa aspettare e per tutto il golfo di Talamone raccogliamo una apprezzabile brezza di terra che ci viene da sinistra…è il momento di issare anche il genova !

Spegnamo il motore e Subé, dopo anni di riposo, torna a volare con le sue bianchi ali, mure a sinistra...Noto con piacere che la barca non è affatto lenta (sarà anche perché la carena è stata appena rifatta ma anche per le sue linee d'acqua penso!), e con pochi nodi di vento raggiunge già i 4 - 5 nodi !

Doppiando l'Argentario siamo eclissati al vento e dobbiamo riaccendere il motore. Una barca a vela più grande di noi ci segue tenendo più o meno il nostro passo, ma la sua prua dirige verso Giannutri.

Scavallando l'Argentario ritroviamo il vento ma stavolta ha girato e ora ci viene da dritta. Portiamo la prua su Riva di Traiano e, anche se a mala pena si intravede la ciminiera di Montalto di Castro, aspettiamo fiduciosi che compaia all'orizzonte.

Il trasferimento è un susseguirsi di tratti a vela e tratti a motore, tutto il Tirreno è infatti pervaso da una grande area di alta pressione e solo il regime di brezze termiche ci permette di far riposare il motore ad intervalli regolari e di goderci dei tratti a vela.

Abbiamo un incontro con un uccellino che, solo per un istante, si riposa sulla scotta del genova, ci guarda e se ne rivà. Mi sa che era un Piviere pure lui…chissà!

L'unico altro evento degno di rilievo, ovvero degno di essere riportato sul libro di bordo che non ho, è l'incontro con le onde sollevate dal traghetto della Corsica Ferries che dalla Sardegna ci taglia la rotta dirigendosi verso il porto di Civitavecchia. La barca balla un po' ma supera perfettamente queste piccole montagne d'acqua.

Alle 17:00 siamo di fronte all'imboccatura del marina di Riva di Traiano, chiamiamo la torre di controllo per avvertire che stiamo impegnando l'ingresso per dirigerci al nostro ormeggio: "OK grazie!" è la laconica risposta.

Ci dirigiamo all'ormeggio; la manovra d'accosto è perfetta (la fortuna della prima volta) Subé viene fissata al molo e al suo corpo morto.

Mettiamo tutto in ordine e dirigiamo verso casa.

Tutto è andato bene, la mia barca si è comportata egregiamente, all'altezza delle mie aspettative.

Ciao Subé, il prossimo weekend ti presento la mia famigliola…a presto!

giugno 2000

L.P.